Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Sicurezza scuole, il programma triennale della Regione FVG,ma le scuole sono ancora "insicure"

Se in Italia la legge fosse Legge, in materia di rispetto delle norme sulla sicurezza della scuola, è facile intuire che nelle nostre località troveremmo ovunque sparse delle tendopoli dove svolgere l'anno scolastico. Perché buona parte del patrimonio edilizio non è a norma di legge, a partire da quello antisismico.  D'altronde, basta fare un salto sul sito scuola in chiaro del MIUR e vedere come anche in zone a sismicità medio/alta, anche in FVG, la quasi totalità delle scuole non rispettano i parametri di Legge. Dunque, il problema è una legge inapplicata, ed inapplicabile, scritta solamente per tutelarsi formalmente ed essendo nella sostanza solo fumo, oppure è semplicemente il sistema che non va? In via generale viviamo in un sistema dove se un lavoratore manifesta una opinione contraria contro il proprio datore di lavoro viene sanzionato duramente e nella scuola, con il sistema becero della chiamata diretta, rischia di non essere più chiamato per lavorare in loco. I famosi docenti "contrastivi", che sono quelli che ancora operano per la difesa piena della libertà d'insegnamento e formazione critica e consapevole dei nostri studenti. Ma le priorità della scuola di oggi sono pseudocompetenze, alternanza scuola lavoro, introdotta anche nei sistemi liceali, insomma meno conoscenze critiche, più nozionismo funzionale al saper eseguire che al saper pensare, ragionare, criticare. Le nostre scuole, considerate con fiumi di retorica, come luogo sensibile da tutelare, dovrebbero essere luoghi protetti, sicuri. Ma così non sono. Interviene ora la Regione con il Programma triennale regionale 2016-2018 per gli interventi urgenti su edifici scolastici di proprietà pubblica, previsto dalla legge regionale n. 13 di luglio 2014. Sono previsti 5 per interventi urgenti con 33 cantieri; 7,2 per la prevenzione sismica con 7 cantieri; 45,78 per la manutenzione straordinaria con 134 cantieri; 3,57 alle scuole materne e prima infanzia con 48 cantieri; 18,43 per l'efficientamento energetico con 13 cantieri (in questo caso si tratta di fondi europei Por-Fesr); 8,9 alle scuole nuove con 5 cantieri. Il totale vede la Regione impegnare 88.906.523 euro, spalmati su 264 cantieri aperti per fornire dotazioni energetiche e antisismiche, costruire palestre, cambiare serramenti, ampliare aree, adeguare mense e così via. Per l'obiettivo 1 del Programma (interventi urgenti e indifferibili, 200mila euro massimi per intervento per Comune) va il 40% delle risorse annuali del Fondo succitato, mentre il 60% va all'obiettivo 2 inerente gli interventi di adeguamento/miglioramento sismico (800mila euro massimi per intervento fino a due richieste per i Comuni con più di 15mila abitanti, una sola richiesta per quelli con meno di 15mila abitanti). 

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