C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

Centenario della prima presa di Gorizia. Praticamente ignorato a livello nazionale ed anche dai goriziani




Non voglio qui affermare e ricordare concetti che dovrebbero oramai essere ben noti.
Ben noti dovrebbero essere i tanti caduti, o meglio le migliaia di morti, italiani ed austriaci, letteralmente massacrati, e non morendo con viva l'Italia in bocca, o viva l'Austria in bocca, ma invocando solo la propria mamma, od amata od amato, nel caldo agosto del 1916 per la battaglia di Gorizia,


ben noti dovrebbero essere i ricordi di una città letteralmente distrutta, e che ha accolto le truppe italiane in un deserto vero e proprio.


Ben noto dovrebbe essere che l'interventismo è stata la madre del fascismo, così come ben noto dovrebbe essere che nazionalismo e militarismo, sono l'opposto del patriottismo e solo male all'Italia ed a Gorizia hanno fatto.Voglio qui porre l'attenzione sul fatto che quello che doveva essere l'evento degli eventi, per quanto concerne i fatti della prima guerra mondiale e non solo, è stato praticamente ignorato a livello nazionale.

Qualche trafiletto dell'ANSA, una riflessione sul sito dell'Espresso, diversi articoli su siti fascisti, qualche riflessione su siti di sinistra, buona attenzione dalla stampa locale. Così come è stato ignorato a livello istituzionale dal punto di vista nazionale.

E' dovuto addirittura andare a Roma il Sindaco di Gorizia per portare un dono per il centenario della prima presa di Gorizia al nostro Presidente della Repubblica. In questi giorni, 8 e 9 agosto, a Gorizia vi dovevano essere non alcune delegazioni, ma le massime autorità dello Stato. Visto il prezzo pagato per conquistare una città, che poi è stata praticamente dimenticata.
Vista tutta la propaganda che per anni è stata fatta su Gorizia, e la sua importanza per l'unità d'Italia.
Invece nulla di tutto ciò è avvenuto. Il centenario della prima presa di Gorizia, che ha visto sventolare il tricolore in Piazza della Vittoria, con l'arrivo di paracadutisti, ed una scarsa partecipazione di goriziani, circa 2000 riporta la stampa locale, è stato un fallimento clamoroso. Un fallimento per la storia, un fallimento per la memoria delle vittime tutte, un fallimento per la Gorizia d'Italia, ora santa ora maledetta. In sostanza tale evento si è ridotto ad una banale commemorazione di estrema periferia. 
Poveri giovani, povere vite spezzate, che hanno dovuto seguire per costrizione i loro comandanti, con ordini criminali, per incontrare una violenta morte, per sottrarre un fazzoletto di terra al nemico di sempre, un fazzoletto di terra bagnato di sangue, un fazzoletto di terra che a causa di politiche vigliacche nazionalistiche e fasciste ha perso tutto per diventare il nulla. Questo centenario, per come gestito, si è tradotto semplicemente in una enorme ed irripetibile occasione persa. Una occasione mancata per restituire a Gorizia quella centralità storica,politica,simbolica,che ha in modo deprimente smarrito .


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