Con la determinazione 547/2016 la Provincia di Gorizia ha autorizzato la Rail Services SRL che risulta titolare del provvedimento autorizzativo rilasciato con Determinazione n. 1153/2015 di data 7 luglio 2015 avente ad oggetto “Autorizzazione Unica, ai sensi dell’art.12 del D.L.vo 387/2003 e della L.R. 19/2012, per la costruzione e l’esercizio di un impianto per la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile, una importante proroga. La detta Società: Rail Services s.r.l. Impianto denominato “Rail Nord”” in data 10 maggio 2016, mediante nota iscritta al prot. n. 13652, ha presentato alla Provincia di Gorizia, istanza di proroga di anni 1 (uno) del termine per l’inizio dei lavori di costruzione dell’impianto; di accogliere la domanda, di cui alle premesse del presente provvedimento, presentata dalla società. La Provincia verificata la regolarità di detta richiesta ha autorizzato la Società: Rail Services s.r.l. Impianto denominato “Rail Nord" di prorogare di anni 1 (uno) il termine di inizio dei lavori e dunque sino al 7 luglio 2017. A Gorizia l'impianto denominato Rail Nord dovrebbe sorgere anche se in prima periferia mica lontano dai luoghi abitati. Certamente la questione della centrale sarà oggetto della prossima campagna elettorale e determinante ne sarà il contrasto, ultimo regalo di questa Provincia, oramai pronta a chiudere i battenti, alla città di Gorizia. Certo che Comune e Provincia, per alcune cose, si son fatte una bella concorrenza a Gorizia. Da un lato lo scempio, perché di scempio trattasi, dell'ascensore (che non c'è), e che ha devastato con un gran cazzotto nello stomaco, il panorama di Piazza della Vittoria e l'area del Castello di Gorizia, dall'altro le centrali a biomasse che a breve verranno. Il punto della questione è ma che cosa si vuole fare di Gorizia? Deve essere città dell'arte, della storia, della cultura, della conoscenza, degli eventi, rilevato che la sua industrializzazione è praticamente ultra-sofferente se non morta e che la nostra società è rapidamente cambiata, o deve essere un luogo periferico deputato ad ospitare centrali come quelle a biomasse? Che daranno poi una manciata di posti di lavoro? Una sana politica, che abbia a cuore l'ambiente, la tutela del territorio, la tutela della specificità della propria città, del lavoro reale, senza che la propria città venga contaminata da opere che nulla hanno da condividere con quel luogo, dovrebbe offrire altre prospettive, altre vie di sviluppo e crescita compatibile e sostenibile. L'Italia dorme su diamanti mai sfruttati a dovere. La vera economia dell'Italia, e di Gorizia in primo luogo, dovrebbe essere la cultura, l'arte, il proprio patrimonio storico ed artistico,la conoscenza e non una nuova pseudoindustrializzazione, che per quanto moderna e magari eco-compatibile, è in ogni caso inaccettabile, stante quanto ora scritto. Non è e non può essere la centrale a biomasse il futuro di Gorizia e neanche l'ascensore. E di questo se ne dovrà tenere anche conto per la costruzione di un nuovo percorso, che possa risvegliare, con coerenza, Gorizia e dunque, ad esempio, non sicuramente con chi ha voluto o sostenuto la centrale a biomasse o l'ascensore.
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