Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Una riflessione sul concorso scuola 2016 mentre la Sentenza della Corte Costituzionale non arriva


Sono nati diversi gruppi in rete, con migliaia di adesioni, ognuno ha una sua piattaforma, ma quasi tutti coincidono nella manifestazione di contrarietà al concorso scuola del 2016. Un concorso importante per i numeri 63.712, di cui 6.101 per i sostegno, 17.299 per la scuola primaria e 6933 della scuola dell'infanzia e la gran parte collocati al Nord. Numeri che in ogni caso non sono in grado di soddisfare il reale fabbisogno di personale stabile nella scuola. Comunque il concorso esiste, a breve avrà luogo. Vi sono tante ingiustizie manifeste, una di quelle più eclatanti, dal punto di vista sostanziale, è il perché colui o colei che ha più di 36 mesi di precariato continuativo nella scuola , ed abilitato/a, debba partecipare al concorso, alle stesse condizioni degli altri concorrenti per aspirare ad un posto a tempo indeterminato. 
Vi sono casi di personale con anzianità ultra decennale. Che dovranno partecipare al concorso. Riprendere in mano i libri, sottoporsi, in via umiliante, a tutta questa trafila, dallo stress elevatissimo. Oramai è noto che nella scuola il rapporto di lavoro è contrattualizzato, anche se fermo al 2009 l'ultimo CCNL . Certo, da diversi anni si è verificata una vera inversione di tendenza. Una forma di accentramento della materia da parte dello Stato derogando al Contratto o sancendo l'incompatibilità delle norme contrattuali con quelle contrastanti con i vari provvedimenti normativi che si sono affermati nel tempo. Un mix tra pubblico e privato. Eppure, per accedere a scuola è ancora necessario ricorrere al concorso pubblico. Da un lato di principio ciò è condivisibile, perché nel pubblico si deve accedere tramite concorso, ma la scuola di oggi, che ha perso il suo connotato di essere esclusivamente “pubblico”, è ancora necessario il concorso? Basta vedere la questione del precariato, l'introduzione della scellerata chiamata diretta, per capire come sia cambiato l'effettivo reclutamento nella scuola. Con tutti i business collegati. Percorsi allucinanti per l'abilitazione, corsi universitari ad hoc, e costosi. Effetti collaterali di una macchina che di pubblico ha veramente oggi poco. Quella del concorso è una parvenza che vorrebbe far mantenere il carattere “pubblico” della scuola, ma non è più così e non lo è certamente da quando il rapporto di lavoro è contrattualizzato rientrante nelle dinamiche tipiche di una gestione privatistica. Ma della gestione privatistica si è preso solo ciò che faceva comodo al sistema, poteri manageriali, ad esempio, ma non i diritti per i lavoratori, come la conversione del contratto a tempo indeterminato in caso di abuso. 
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