Chiamare ancora oggi Ronchi "dei Legionari" sarebbe come chiamare Latina, Littoria

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Come è risaputo dal 1925, la città di Ronchi di Monfalcone, ha visto mutare il proprio nome in Ronchi dei Legionari, per la precisione il 2 novembre del 1925 con il Regio Decreto firmato da Rocco pubblicato nella G.U n° 283 del 5 dicembre 1925. Quest'anno pertanto ricorrono ben cent'anni da questa ricorrenza dovuta all'omaggio voluto dal fascismo per celebrare la presa di Fiume da parte di D'Annunzio che partì casualmente da Ronchi dopo aver dormito per qualche ora in una dimora nella vecchia via di Trieste. E come è ben risaputo nessun cittadino di Ronchi partecipò a quell’atto eversivo che ha subito la città di Fiume per 500 giorni con tutte le conseguenze che ne derivarono per i fiumani che nel 1924 scivolarono anche grazie a quel fatto storico e politico sotto il fascismo. Continuare a chiamare Ronchi "dei Legionari" come se appartenesse a chi mai ha appartenuto nel corso della sua storia, minandosi pertanto ogni identità storica del territorio, sarebbe co...

#sarrimancini : L'omofobia non è una cosa da campo



Ieri, 19 gennaio, l'Inter ha vinto due sfide. La prima calcistica contro il Napoli, la seconda, per il tramite del suo allenatore, Roberto Mancini, etica e morale e di civiltà. Mancini ha denunciato quanto accaduto nel finale della partita, dopo il secondo goal dell'Inter. Ha denunciato l'aver subito l'insulto da Sarri, come " frocio e finocchio", ha denunciato che il quarto uomo, aiutante dell'arbitro, "ha fatto finta di niente". Ha rotto il muro dell'omertà contro un sistema che banalizza il tutto o vuole minimizzare il tutto. Se fino a qualche anno addietro dare del frocio e del finocchio non faceva scalpore, oggi si è presa la consapevolezza, soprattutto nel mondo del calcio, bombardato da slogan sul rispetto, che frocio e finocchio significa offendere l'omosessualità, ovvero trasformare l'omosessualità in insulto. Sarri, presentato come l'uomo decisionista, intellettuale, perché leggi libri, con la tuta, anticonformista, si è scusato, ribadendo che si tratta di roba da campo. No. Non è roba da campo. Ed è ancora più grave quando ciò viene detto da chi legge libri ed ha un certo grado di cultura. Io sto con Mancini. Ha dato una bella lezione di civiltà e le scuse non bastano. Servono gesti forti. Se il Napoli vincerà lo scudetto con questo allenatore, tale scudetto rischierà di essere macchiato dall'infamia dell'omofobia, per quelle parole pronunciate, pur in un momento di rabbia, ma sempre dette, nel finale di Napoli Inter.  Napoli non è sinonimo di razzismo. Napoli merita rispetto così come lo meritano gli omosessuali. Sarebbe cosa buona e giusta esonerare questo allenatore, non bastano sanzioni disciplinari. Non basta la politica del perdono, quale perdono? Quale compromesso? Quale concertazione sull'omofobia? Non sarà neanche sufficiente il fatto che il Napoli calcio decida di partecipare ad iniziative contro l'omofobia,  certo, ben vengano queste, stesso discorso per il suo attuale allenatore. Ma è necessario, per un radicale cambiamento, perché qui di radicale cambiamento abbiamo bisogno, un gesto forte ed incisivo, e non un compromesso, altrimenti tutto ritornerà come prima, tutto verrà perdonato, dicendo ho sbagliato, dicendo è cosa da campo, dicendo era momento di rabbia. 

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