Il tempo si è letteralmente fermato alla stazione di Miramare di Trieste

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Un gioiellino liberty di epoca asburgica, che consente di arrivare al castello di Miramare, attraversando il polmone verde di Trieste, che affascina il viaggiatore, perchè il tempo si è fermato in via Beirut, a  Grignano come in nessun altro luogo a Trieste.  Un gioiellino che è ora chiuso, ora aperto, ma che necessita di essere valorizzato, riqualificato. Purtroppo già in passato preso di mira da azioni di vandali, ragione per cui venne eliminato il glicine che caratterizzava la pensilina esterna, preso di mira con vandalismi che hanno comportato spese per migliaia di euro da parte di RFI per effettuare interventi di restauro di natura  conservativa. Quella piccola stazione affascina e non ha eguali in Italia, ed è auspicabile che si possano trovare le risorse, gli intenti, la volontà, per farla ritornare ai fasti di un tempo. Purtroppo il tempo fa il suo corso e dei lavori di manutenzione sono necessari per ripristinare quel bene storico che viene invidiato da chiunque si soffermi a

La "chiesa" si prepara a scendere in piazza contro la Cirinnà.Basta violenze religiose nella nostra democrazia






Stando alle parole della Senatrice Fasiolo, nota dalle nostre parti goriziane soprattutto per aver sostenuto e difeso pienamente la pessima ‪scuola renziana, sulla questione della controversa proposta di legge Cirinnà, "Siamo in una fase di mediazione per trovare un testo condiviso, anche su tale punto, nell'obiettivo che la legge incontri la più vasta adesione". La mediazione nello specifico riguarderebbe la controversa vicenda dell'impronunciabile ‪stepchild adoption‬. Si dice che i diritti non possono essere imposti dall'alto. Se la società deve correre dietro ai costumi, ai vincoli morali conservatori, ai sondaggi come governati da alcuni committenti, alle logiche della mediazione, i diritti non avrebbero mai terreno fertile. La forza della politica è quella di andare oltre, è quella di avere il coraggio di osare, osare per i diritti umani. E la Cirinnà è un pessimo compromesso, una pessima mediazione e se passa non si faranno passi in avanti per decenni in materia di pieni ed assoluti diritti civili. Eppure basterebbe poco, basterebbe semplicemente adattare il nostro Codice Civile alla reale portata della nostra Costituzione. La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Il matrimonio è ordinato sull'eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell'unità familiare. L'aggettivo naturale non è certamente sinonimo di tradizionale, di conservatore, di eterosessualità. L'aggettivo naturale è collegato al principio che vuole la famiglia come soggetto autonomo rispetto alla figura dello Stato. La famiglia è una formazione sociale alla quale la Repubblica dovrebbe riconoscere e garantire i diritti inviolabili dell'uomo, poiché è lì che spesso si svolge la personalità, dell'individuo. Nulla di più nulla di meno. Invece, con la Cirinnà, si va contro tale principio, allontanando sempre di più tale diritto per milioni di coppie non eterosessuali. Un pesantissimo attacco dall'Osservatorio Internazionale Card. Van Thuân,istituito per promuovere la dottrina sociale della Chiesa a livello internazionale, giunge contro la così detta legge Cirinnà. Il titolo è il seguente: No al suicidio pubblico della Chiesa italiana. L’accettazione afasica della legge Cirinnà sarebbe una tragediaQuella oramai nota come Legge Cirinnà non piace a nessuno. 
Non piace a chi giustamente pretende la normale equiparazione del diritto di essere famiglia, come previsto per le coppie eterosessuali ( salvo per quelle di fatto che questo testo vorrebbe ora tutelare), per quelle omosessuali, non piace, soprattutto alla Chiesa ed al Vaticano. Si è detto che il voto in Parlamento sarà senza "vincolo" nel senso che verrà garantita libertà di coscienza. E se così sarà, il Pd diventerà come Ponzio Pilato, si laverà le mani, ed ognuno potrà meglio votare come crede, ed in base a cosa crede. 
Forse proprio per il fatto che questa Legge non piace a nessuno, diventerà Legge. Ma non è da escludere che la libertà di coscienza in un Paese governato dalla "fede religiosa" pur essendo astrattamente laico, condurrà ad un secco no. 
 Ed intanto, arriva l'invito a scendere in piazza da parte dell'Osservatorio Internazionale Card. Van Thuân. Si legge che " Ora, la legge Cirinnà è molto più grave. Essa riconoscerebbe le unioni civili o matrimoni tra persone dello stesso sesso, non solo garantendo diritti individuali, ma equiparando l’unione in parola al matrimonio tra un uomo e una donna. E’ ridicola la discussione sulla Stepchild adoption. Non è accettabile un compromesso che, a fronte di una cancellazione dal testo di legge della Stepchild adoption o di una sua attenuazione nella forma dell’”affido rinforzato”, prometta il sì alla legge. Un volta approvata questa legge, sarà l’Europa a chiedere in forma obbligante il riconoscimento del diritto all’adozione. In presenza poi della Sentenza della Corte costituzionale italiana che ha sancito il diritto costituzionale della coppia – di qualsiasi tipo essa sia – ad avere un figlio tramite la fecondazione eterologa, nessuno sarà in grado di fermare il processo che andrà ben oltre l’adozione di minori. Ci si chiede con accorato stupore come sia possibile che il mondo cattolico accetti tutto questo senza agire. Una simile omissione sarebbe una assoluta novità per la Chiesa italiana e lascerebbe una ferita molto profonda e duratura. Se non si mantiene fermo cosa si intende per vera famiglia, tutti i discorsi sulle politiche familiari perderanno di senso. La società, la scuola, la sanità, il lavoro … tutti i settori dove si parlerà di famiglia diventeranno un continuo campo di battaglia, a meno che non si verifichi la resa di quanti dovrebbero combattere per difendere una dimensione naturale delle cose, non soggetta al violento capriccio degli egoismi. Non agire, non scendere in piazza, non protestare, non richiedere con una sola voce e davanti alla nazione, in pubblico, il “no” a questa legge vorrebbe dire ritornare indietro alla “scelta religiosa”, che fu, nonostante l’espressione, una chiara scelta politica: per la presenza nella società alla spicciolata, per la rinuncia ad una visione cattolica delle cose, per la messa da parte della verità nei rapporti con la fede, per una afasia sistematica dei cattolici sulla scena pubblica a vantaggio dei poteri dominanti. Non è stata una scelta solo religiosa ma propriamente politica allora e così sarebbe anche oggi: significherebbe la sottomissione al potere politico vincente e arrogante di oggi, un sì alla violenza condita con l’autoconsolazione della democrazia."

Ecco, visto che in Italia la Religione di Stato non esiste più. che la visione cattolica dello Stato Italiano non deve più esistere, forse quelli dell'Osservatorio e del Vaticano farebbero bene a comprendere che lo stato delle cose è mutato, e se ne devono fare una santa ragione.  Non siamo più nel tempo della conciliazione fascista. Perché una ingerenza nella cosa pubblica da parte di lobby ed organizzazioni religiose, sarà una enorme violenza che si eserciterà nei confronti della nostra democrazia e dei diritti delle persone. E se in questa epoca tanto ci si lamenta, giustamente, e ci si preoccupa, giustamente, dei fondamentalismi religiosi, non riconoscere la civiltà giuridica, il diritto ovvio e naturale per le coppie omosessuali ad essere felici, a vivere la loro vita tutelata come per tutti i non omosessuali, significa piegarsi al fondamentalismo religioso estremista di matrice cattolica. Non si uccide solo con il Kalascnikov ma anche con il non fare, con il non riconoscere i diritti e le giuste tutele ai nostri cittadini, mantenendo uno status quo che legittima e legalizza discriminazioni razziali che porteranno ancora odio, intolleranze e sofferenze e violenze.


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