La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

FVG e referendum: i cittadini di Azzano Decimo e Pravisdomini dicono no alla fusione



Voti validi 7.135, di cui ben 5.763 per il no alla fusione e solo 1372 per il sì. Salta, dunque, la fusione tra il Comune di Azzano Decimo e Pravisdomini, che avrebbe dovuto dare luogo al Comune di Azzano Pravisdomini. In FVG, ad oggi, sono solo tre i processi di fusione giunti a compimento vi è il l nuovo Comune Campolongo Tapogliano, che deriva dalla fusione dei Comuni preesistenti di Campolongo al Torre e Tapogliano; dal 1 gennaio 2014 è nato il nuovo Comune di Rivignano Teor, derivante dalla fusione dei Comuni di Rivignano e Teor; dal 1 gennaio 2015 è nato il nuovo Comune di Valvasone Arzene derivante dalla fusione dei Comuni di Arzene e Valvasone. Domenica 18 ottobre si è svolto il referendum che ha coinvolto 16.451 elettori distribuiti in 15 sezioni, di cui 13.701 nelle 12 sezioni del Comune di Azzano Decimo e 2.750 nelle 3 sezioni del Comune di Pravisdomini.
L’iniziativa della fusione proviene dai Consigli comunali dei due Comuni coinvolti e non erano previsti quorum per la validità della consultazione. L'Italia è patria dei Comuni, i Comuni sono bene costituzionale primario, e ci sarà un motivo se nel nostro Paese risultano, oggi, 8.048 comuni con una popolazione media per Comune di 7.553 abitanti; in FVG sono 216 con una popolazione media di 5.691 abitanti. Il numero di Comuni più alto lo si è avuto nel 1921 con 9.195 comuni, un sostanziale calo fino al 1951, dove i Comuni erano 7810 per arrivare ai dati di oggi come ora citati. Uno schiaffo che viene dato al nuovo corso decisionista in itinere nel FVG, di forte accentramento politico, che vuole minare quella tradizione secolare in materia di autonomia comunale come consolidatesi sin dai tempi dell'Impero Austro-Ungarico. Sicuramente Mazzini, Minghetti e Cavour nel leggere il testo della riforma degli enti locali del FVG si rivolteranno nella tomba, e parole, laicamente sante, furono quelle di Gullo, del PCI, uno dei primi, se non il primo, a proporre l'istituzione dell'Assemblea Costituente quando affermò che “Se si lascia al comune una potestà di autonomia, non può essere un pericolo, ma se si dà alla regione questo è pericoloso. Quindi larghissima autonomia ai comuni, niente alle province”. Sicuramente l'esito del referendum di Azzano Decimo e Pravisdomini aiuterà molto la causa di chi dice no, (e che sostengo pienamente),alla fusione di Ronchi con Staranzano e Monfalcone per dare luogo all'unico Comune di Monfalcone, ove risulterebbe fortemente essere compromesso in modo disastroso per Ronchi e Staranzano ogni senso di equilibrio di rappresentanza democratica. Discorso diverso sarebbe valutare l'eventuale unione, che è cosa diversa dalla fusione, tra tutti i Comuni della Sinistra Isonzo, Bisiacaria, o Territorio, e sicuramente la fusione tra Ronchi e Monfalcone e Staranzano non aiuterà questa futura e possibile unione, anzi la disincentiverà stante la carenza totale di ogni equilibrio che condannerebbe per sempre Ronchi e Staranzano a divenire banali estreme periferie di Monfalcone.

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