Nel 2026, 80 anni dalla strage di Vergarolla, come per la strategia della tensione, senza verità, anche se non si era più in Italia

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  Ancora oggi non c'è una lapide istituzionale che ricordi a dovere le vittime della strage di Vergarolla di cui non si conosce il numero esatto dei morti, 64 furono  le vittime identificate. Quanto accaduto il 18 agosto del 1946 ha lasciato il segno indelebile nella storia delle complesse vicende del confine orientale spesso strumentalizzate per revisionismi storici, nazionalismi nostalgici, che nulla c'entrano con la verità e la giustizia negata alle vittime di quel fatto drammatico. Come accaduto durante lo stragismo neofascista durante la strategia della tensione, praticamente non vi è stata alcuna verità, nessuna inchiesta degna di nota. Solo supposizioni, teorie, ipotesi, spesso istanze degne di ultras più che di seguaci della verità. Quel fatto tragico è stato chiaramente utilizzato dalla retorica revisionista per le proprie battaglie ideologiche anticomuniste e contro la Jugoslavia comunista di Tito. Quando accadde quel fatto, Pola, era una zona enclave all'interno ...

Il Comune di Monfalcone esce dal processo Amianto? Tradita la questione morale


44 operai ammazzati dall'amianto, ed il Comune di Monfalcone revoca la sua costituzione di parte civile nel processo amianto bis. Ed il tutto alle porte della sentenza. Il tempismo è certamente significativo. Il tutto è stato relegato ad una questione meramente tecnica. Ovvero, visto che il processo sarebbe a rischio prescrizione con conseguenti ripercussioni anche sul risarcimento si è de facto monetizzato con una cifra reputata congrua, circa 140 mila euro, che verrà destinata alla ricerca. Il Comune dice che “la decisione è stata sofferta. Ma confrontandoci con sindacati, associazioni etc... da tutti è arrivato il consiglio di transare, visto l'elevato pericolo di prescrizione”. Ciò in risposta ad alcune critiche giunte sulla pagina ufficiale facebook del Comune. Il quale afferma anche che “ Tutto ciò che il Comune poteva ottenere, il riconoscimento del danno di immagine, era infatti già stato riconosciuto” e che “ Ognuno ovviamente è libero di pensarla come vuole. Noi abbiamo pensato a dare qualcosa di concreto alle famiglie, visto che il riconoscimento morale c'è già stato”. Ora, questa decisione sembra essere stata presa in armonia con alcune realtà associative,e dunque non in via arbitraria ed in solitudine, e tecnicamente potrebbe avere un senso visto anche il come funziona il sistema giustizia nel suo complesso. Il Comune ha chiaramente comunicato che la scelta è tecnica, e non politica. Certo, è anche vero che esistono le vie civili per far valere determinate questioni, ma i tempi sarebbero lunghi e la somma da conseguire potrebbe essere simile a quella ora pattuita, che a quanto pare è stata reputata congrua. Non dimentichiamoci comunque che la Fincantieri è controllata 72,5% da Fintecna S.p.A che a sua volta è controllata al 100% dalla Cassa Depositi e Prestiti che a sua volta è controllata all'80,1% dal Ministero dell'Economia e delle Finanze. Ergo la proprietà in sostanza è dello Stato italiano che come ci ha insegnato diverse volte più che affermare un concetto di stato di diritto, ha concretizzato un diritto per lo Stato, e di questo se ne deve sempre tenere conto. E l'ultima vicenda che ha riguardato proprio il caso sequestro preventivo e decreto d'urgenza da parte del Governo, docet certamente. La questione materiale ha certamente prevalso. Una questione che probabilmente avrà effetti negativi per l'attuale amministrazione comunale in ambito locale, e che forse avrà qualche riconoscimento e lode a livello nazionale, d'altronde i poteri che contano non sono a Monfalcone e quelli simbolici sono a Roma e tutte le strade alla fine portano lì. Detto questo, quando si intraprende una strada, delicata, sensibile, e politicamente fondamentale, quale quella di costituirsi parte civile in un processo, questa strada va percorsa fino alla fine. Altrimenti si tradisce la questione morale, quella che si è voluta coltivare, difendere e rivendicare con l'atto di costituirsi parte civile. Ciò non lo si fa per soldi, per monetizzare. Anche un solo euro di risarcimento del danno sarebbe bastato, pur di avere un pronunciamento favorevole da parte della giustizia con il Comune costituito parte civile. Ma così non è stato. Se la via della conciliazione stragiudiziale è perseguibile in via privatistica, non lo può essere quando si rappresenta una intera città. Sarebbe stato, eticamente corretto, anche perdere il risarcimento danno, piuttosto che ottenerlo in quella misura, in quel modo. Ma la politica è la via del compromesso, e come detto, se a Roma saranno contenti, a Monfalcone una decisione del genere è stata reputata disastrosa per la questione morale e di questo, il Comune, ne pagherà, volendo o non volendo, politicamente, e socialmente, tristi conseguenze. Infine, penso che deve essere lo Stato italiano a destinare ingenti risorse per la ricerca, per la questione amianto, rilevato anche il controllo che esercita su Fincantieri. Ma questo è un discorso diverso, o forse anche no. 


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