C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

Il “volontariato” per i richiedenti asilo è giusto?

Nei primi giorni del dicembre del 2014 il Ministero dell'Interno comunicava che con una circolare si invitavano le prefetture italiane “a stringere accordi con gli enti locali per favorire lo svolgimento volontario, da parte degli immigrati ospitati, di attività socialmente utili, che avrebbero il doppio vantaggio di creare un terreno fertile per una più efficace integrazione nel tessuto sociale e di prevenire eventuali tensioni”. Si leggeva anche che “l'attività di volontariato deve essere, appunto, volontaria, gratuita e di utilità sociale, quindi senza 'scopi di lucro', e preceduta da un'adeguata formazione. Il cittadino immigrato interessato deve aderire a un'associazione/organizzazione e avere copertura assicurativa, non a carico dell'amministrazione dell'Interno. La possibilità di aderire a questi percorsi di volontariato è limitata ai richiedenti asilo e a coloro in attesa di definizione del ricorso, perché chi è titolare di protezione internazionale viene coinvolto in altri percorsi di inserimento, finalizzati al lavoro”. Ed è noto che recentemente sono diversi gli enti locali che stipulano questi protocolli, e molti di questi servizi di volontariato riguardano la pulizia di strade, la cura del verde pubblico ecc. Insomma attività lavorativa a costo zero. Certo. E viene giustificata come un segno “ di gratitudine per l'Italia che li ospita” o come segno d'integrazione.
A parte il fatto che in questo Paese sono mesi, e mesi che ci bombardano con la falsità e menzogne come quelle dell'invasione, poi se si vanno a vedere i numeri nelle varie città, parliamo di minuzie, come si può parlare d'invasione in un città di 40 mila abitanti che accoglie 200 richiedenti asilo? I quali,ovviamente non potendo e non dovendo, con dispiacere di qualcuno, essere rinchiusi in carcere, e non avendo nulla da fare, nell'attesa di risolvere la loro pratica, spesso passeggiano per le città senza nulla fare, anche perché per i primi sei mesi di permanenza sul territorio, non posso svolgere alcun tipo di lavoro regolare, situazione che a dire il vero spesso va anche oltre i canonici sei mesi. Ovviamente gli italiani disoccupati che passeggiano per le città senza nulla fare non creano fastidio. Non sia mai. Ma si dice anche che il problema lo si deve risolvere a monte, cioè a casa loro. 
Certo, è dai tempi del fascismo che si dice così, però dopo prima aver occupato le loro terre, o devastate per i soliti interessi economici di pochi capitalisti e speculatori. E poi se non siamo in grado di risolvere la nota questione meridionale, determinata dall'Italia, se non siamo in grado di risolvere le questione delle mafie, come cazzarola solo si può immaginare di poter risolvere i problemi in Paesi terzi?
Demagogia.
La verità è che l'Italia, in buona parte, è un Paese intollerante, chiuso e destro. Costituito, in larga misura, da persone che condividono le parole del Papa, nel definire, ad esempio, la grande guerra una strage inutile, però poi acclamano le staffette militari che ricordano e celebrano la dichiarazione della guerra, lo scoppio della guerra.  I richiedenti asilo hanno diritto a frequentare le scuole pubbliche italiane alle stesse condizioni dei cittadini italiani. Nel caso tu abbia più di 18 anni avrai diritto ad accedere all'istruzione pubblica alle condizioni previste per gli stranieri regolarmente soggiornanti in Italia. Questo diritto è realmente garantito? Visto che si parla tanto di integrazione, perché, invece di organizzare corsi di volontariato, che mascherano lavoro gratuito, come se poi  queste persone avessero qualche colpa per il loro status, e come se l'Italia, che si vanta di essere una delle grandi potenze economiche mondiali, deve rinfacciarti, anzi farti pesare quella miseria di aiuto che conferisce, non si organizzano corsi d'istruzione? Invece di volontariato che maschera lavoro gratuito? Per esempio sarebbero importanti corsi con nozioni su come funziona il diritto comunitario, su come funzionano le regole comunitarie, ma anche con nozioni di cultura generale, non solo sull'Italia ma sull'Europa, rilevato che poi la maggior parte di queste persone, transitano dal nostro Paese, in cui sono ingabbiate, per andare oltre?


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