A Lussino, salvate diverse tombe di cittadini italiani dall'oblio, ma c'è ancora molto da fare per il riconoscimento dei diritti della minoranza italiana

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Viene reso noto che a Lussino, grazie all'operato di alcuni cittadini sensibili alla salvaguardia della memoria storica ed identità dei luoghi, sono state salvate una trentina di tombe, esattamente ben 37, nel cimitero di San Martino, dall'oblio e dal degrado a cui erano destinate. I cittadini in questione, tramite la nota pagina facebook dedicata a Lussino hanno reso noto che grazie al finanziamento promosso dall'Università Popolare di Trieste, attraverso i fondi del MAECI Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale,hanno potuto  attivarsi per salvarle. Iniziativa di gran pregio che merita il giusto riconoscimento e gratitudine in un contesto dove la comunità degli italiani,con difficoltà , essendo anche gli italiani autoctoni  ridotti al minimo storico, cerca di attivarsi per quanto possibile anche tramite l'operato di singole individualità per la difesa della memoria storica. Una delle battaglie che stanno conducendo da anni ad esempio è il  r...

Il libretto del lavoro di Ronchi nel 1921 e l'utilizzo della dicitura "Municipio di Ronchi"


Sturnich Antonio, classe 1896, nato a Ronchi sotto l'Impero Austroungarico, conoscerà poi il regno d'Italia, il fascismo, l'occupazione nazista, la lotta di liberazione, i 42 giorni di amministrazione provvisoria Jugoslava, poi quella angloamericana, per arrivare all'esercizio della sovranità come oggi sussistente dell'Italia.
Esperienza di vita, quale quella di attraversare i processi che hanno caratterizzato le due grandi guerre mondiali, a dir poco particolare che certamente in questo meraviglioso ma difficile fazzoletto di terra ha coinvolto tantissime persone.
Ritornando su Ronchi, fino al 1925 si chiamava Ronchi di Monfalcone, come è noto, poi tristemente diventerà Ronchi dei legionari, ma anche Sturnich Antonio, come tanti altri, conoscerà l'italianizzazione fascista sulla propria pelle, il proprio cognome verrà italianizzato con decreto prefettizio di Trieste negli anni '30.
In un colpo solo sradicata una identità storica, famigliare, sociale, culturale. Identità che il Comune di Ronchi, pur essendo prima del cambio di denominazione, Ronchi di Monfalcone, continuava a mantenere fermamente e decisamente autonoma rispetto all'essere di Monfalcone. 
Ed infatti, per esempio, nel libretto del lavoro del 1921, si leggerà “Municipio di Ronchi ( Venezia Giulia)” ed anche i diritti d'ufficio dal costo di 50 centesimi indicavano la scritta “ Municipio di Ronchi e non di Ronchi di Monfalcone. Libretto del lavoro nel quale veniva richiesta la religione, e poi, sempre per consentire l'identificazione della persona “la bocca, la fronte ,il naso, gli occhi,ciglia e sopracciglia, mento,viso, colorito,barba e segni particolari”.


Poi Sturnich non solo, come scritto, vedrà il proprio cognome essere italianizzato, ma anche il nome di Ronchi subire quella che io ho definito se non la prima una delle prime operazioni di romanizzazione fascista della toponomastica italiana, per divenire Ronchi dei Legionari in memoria di quella scellerata marcia di occupazione di Fiume, ancora oggi in modo incomprensibile ed irresponsabile celebrata. E da quel momento, tutti gli atti che seguiranno non porteranno più  dunque la dicitura Ronchi seppur "Ronchi di Monfalcone", ma Ronchi dei legionari come per esempio nel libretto paga degli anni '30 che ho avuto modo di visionare. 

Marco Barone

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