Niente più Decreto Legge. Niente più strumento straordinario, che straordinario
in Italia non lo è da diverso tempo, niente più provvedimento d'urgenza, in materia di scuola. Dunque non vi era alcuna straordinaria necessità ed urgenza di emanare disposizioni per rendere effettiva l'autonomia scolastica, il diritto allo studio, il contrasto alla dispersione scolastica ecc, così come non vi è e non vi era alcuna urgenza di prevedere un piano di assunzioni straordinario, così come non è necessario intraprendere tramite decreto legge, alcune misure propedeutiche per l'inizio del nuovo scolastico. Qualcosa è accaduto. E' intervenuto, in modo silente, tramite qualche suggerimento o consiglio, il Quirinale? Oppure si vuole prendere tempo per attendere la sentenza della Corte Costituzionale in tema di precariato? Dalla fatidica pronuncia del novembre 2014 della Corte di Giustizia Europea, i Tribunali hanno continuato, come in precedenza, a disporre il riconoscimento della progressione di carriera, altri le stabilizzazioni, altri risarcimento danno, altri hanno sospeso in attesa della Corte Costituzionale. Sono in molti a nutrire dubbi sulla pronuncia della Corte Costituzionale, e tra questi vi sono anche io. Mi aspetto certamente una conferma della necessità di misure risarcitorie volte a contrastare l'abuso della precarietà, ma temo un freno in temo di conversione dei contratti da tempo determinato a tempo indeterminato. Non si può fare finta di nulla. Un Governo che da mesi dice che sarebbe intervenuto con urgenza, ora rallenta bruscamente.
Forse anche perché si vuole prendere tempo per la copertura economica cercando di coinvolgere in tale direzione gli organi parlamentari. Ma non è da escludere neanche che il vero motivo, che ha comportato il rallentamento di questo provvedimento, sia quello relativo al caso scuole paritarie e sistema di detrazione per le famiglie di alunni delle citate scuole, anche per le diverse pressioni ricevute in materia a pochi giorni dal Consiglio dei Ministri del 3 marzo. Pressioni che hanno ricordato tra le varie cose che il finanziamento dello Stato, per il sistema scuola paritarie, che a parer mio dovrebbe essere inesistente, dovrebbe ammontare a 472 milioni di euro con un taglio di circa 28 milioni rispetto al 2014. Intanto, nel comunicato stampa del 3 marzo si legge che gli interventi, in materia di scuola, riguarderanno questi aspetti: "Rafforzare le competenze degli studenti con flessibilità nei programmi, inclusione e integrazione; Avere un organico funzionale e potenziare l’offerta formativa; I dirigenti scolastici diventano leader educativi con strumenti e personale adeguati per il miglioramento dell’offerta formativa; Organi collegiali più efficaci e rappresentativi; Valutazione, formazione e carriera degli insegnanti; Un rapporto più stretto e stabile fra scuola e lavoro con alternanza obbligatoria nell’ultimo triennio delle superiori; Per quanto riguarda l’edilizia scolastica si vuole procedere con bandi per la costruzione di scuole altamente innovative, creare un’anagrafe dell’edilizia che sia trasparente sugli immobili della scuola e nuove risorse e procedure semplificate e più rapide per costruire nuove strutture;Una scuola digitale con un nuovo piano nazionale che metta al centro formazione dei docenti e competenze degli studenti; Una scuola che goda di una semplificazione amministrativa ".
Come è evidente, tutti questi punti non possono certamente rientrare in un decreto legge, perché trattasi di riforma organica e complessiva dell'intero sistema scolastico e non di una banale misura d'urgenza. Infine, questa è una considerazione personale, ma che in verità penso sia condivisa da tanti e tante, il fatto che il decreto legge sia saltato, non è una cosa negativa, anzi sono in molti ad aver tirato un sospiro di sollievo. Però è anche vero che questo Governo, per diversi aspetti, corre come un treno ad alta velocità, e se le cose continueranno così, non sarà certamente una sosta in più, forse non prevista, in qualche stazione burocratica, a fermare la sua attività inclusa quella sulla scuola. E di questo bisogna, nel bene o nel male, esserne consapevoli.
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