Il tempo si è letteralmente fermato alla stazione di Miramare di Trieste

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Un gioiellino liberty di epoca asburgica, che consente di arrivare al castello di Miramare, attraversando il polmone verde di Trieste, che affascina il viaggiatore, perchè il tempo si è fermato in via Beirut, a  Grignano come in nessun altro luogo a Trieste.  Un gioiellino che è ora chiuso, ora aperto, ma che necessita di essere valorizzato, riqualificato. Purtroppo già in passato preso di mira da azioni di vandali, ragione per cui venne eliminato il glicine che caratterizzava la pensilina esterna, preso di mira con vandalismi che hanno comportato spese per migliaia di euro da parte di RFI per effettuare interventi di restauro di natura  conservativa. Quella piccola stazione affascina e non ha eguali in Italia, ed è auspicabile che si possano trovare le risorse, gli intenti, la volontà, per farla ritornare ai fasti di un tempo. Purtroppo il tempo fa il suo corso e dei lavori di manutenzione sono necessari per ripristinare quel bene storico che viene invidiato da chiunque si soffermi a

Una proposta di Legge che abroga la Regione FVG per la nascita del Triveneto e non solo

Con la Legge Costituzionale 31 gennaio 1963, n. 1 si stabilisce che "Il Friuli-Venezia Giulia e' costituito in Regione autonoma, fornita di personalità' giuridica, entro l'unita' della Repubblica italiana, una e indivisibile, sulla base dei principi della Costituzione", od ancora che "La Regione comprende i territori delle attuali province di Gorizia e di Udine e dei comuni di Trieste Duino-Aurisina, Monrupino, Muggia, San Dorligo della Valle e Sgonico. La Regione ha per capoluogo la città' di Trieste. Ferme restando le disposizioni sull'uso della bandiera nazionale, la Regione ha un proprio gonfalone ed uno stemma, approvato con decreto del Presidente della Repubblica". Insomma sarà proprio la nascita della Regione Friuli-Venezia Giulia a determinare la fine del Territorio Libero di Trieste e la piena sovranità Italiana nelle zone contese del FVG e dunque anche su Trieste. Il 12 gennaio 2015 sul sito della Camera è stato pubblicato un disegno di legge o meglio una proposta di legge costituzionale  depositata a novembre 2014, per iniziativa di diversi deputati del PD, che, se mai troverà luogo, stravolgerà l'intero panorama delle Regioni d'Italia. I concetti chiave saranno, semplificazione del regionalismo italiano, snellire il quadro burocratico, integrazione europea. Roma oltre a mantenere lo status di Capitale assumerà anche quello di regione “ in considerazione della specialità e degli oneri particolari e aggiuntivi derivanti dalla sua funzione di capitale della nazione e di centro della cristianità”.  Dopo i fatti noti di Parigi, probabilmente il concetto di cristianità, lo ritroveremo spesso in diversi provvedimenti, come se nel mondo ciò che contasse fosse solo la religione e suoi annessi e non la laicità, quella sulla quale sarebbe fondata anche la nostra Costituzione. Comunque sia come sarebbe la nuova Italia? Si passerebbe da 20 a 12 Regioni, lo statuto speciale verrà mantenuto solo dalla Sicilia e Sardegna e fuori ne verrebbe questo quadro, stando al disegno di legge citato: Regione alpina, comprendente le ex Regioni Valle d’Aosta, Piemonte e Liguria; Regione Lombardia; Regione Emilia-Romagna, comprendente la ex Regione Emilia-Romagna e la Provincia di Pesaro; Regione del Triveneto, comprendente le ex Regioni Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige; Regione appenninica, comprendente le ex Regioni Toscana e Umbria e la Provincia di Viterbo; Regione adriatica, comprendente la ex Regione Abruzzo e le Province di Macerata, Ancona, Ascoli, Rieti e Isernia; Regione di Roma capitale, comprendente la ex Provincia di Roma; Regione tirrenica, comprendente la ex Regione Campania e le Province di Latina e Frosinone; Regione del Levante, comprendente la ex Regione Puglia e le Province di Matera e Campobasso; Regione del Ponente, comprendente la ex Regione Calabria e la Provincia di Potenza; Regione Sicilia; Regione Sardegna. 


Ora, probabilmente in casa PD vi è qualche problemino, questo è evidente, perché se da un lato hai la Presidente della Regione FVG che nel luglio 2014 evidenzia l'importanza assoluta dello statuto speciale e valuta in modo positivo l'estensione del modello FVG in altre realtà regionali, perché alcuni deputati dello stesso partito stravolgono il tutto ? Un conto poi è proporre l'abrogazione di tutte le Regioni incentivando ed investendo nel sistema dei Comuni, principio nei confronti del quale sarei favorevole, un conto è disporre l'abrogazione di alcune Regioni andando a colpire una delle poche cose che funzionano,ad oggi, bene, quale l'essere a statuto speciale del FVG e dunque abrogare sia la Regione che il suo essere statuto speciale, continuando a mantenere il sistema delle Regioni in Italia pur se ridotto, sarebbe un gesto di mero masochismo politico. 


Marco Barone


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