C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

Immagine
    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

I Docks di Marsiglia ed il Porto Vecchio di Trieste


La turbolenta Marsiglia di Izzo probabilmente esiste, oggi, solo nei libri, il tempo avanza, mutano le esigenze della società, cambiano le pianificazioni economiche, e ciò che un tempo era destinato ad essere punto di orgoglio della vita portuale di una città, oggi, con macchie di degrado ed invecchiamento dell'inesorabile tempo, ruggine non sempre di saggezza, si giunge ad una riqualificazione che non deve coincidere con, per ovvietà di cose, speculazione e neanche demonizzazione.
Riqualificare significa riportare in vita luoghi affascinanti, risvegliare da un lungo processo di ibernazione involontaria luoghi che frantumano la linea della logica continuità tra città e mare. Alcuni di questi siti dormienti e caratteristici di fine Ottocento sono stati certamente i Docks di Marsiglia. Da magazzini portuali a luoghi di condivisione di arte, cultura ed ovviamente commercio. Vi è stato un concorso internazionale, vinto da 5+1AAA, noti in Friuli Venezia Giulia per la realizzazione del centro visite e Antiquarium del Foro di Aquileia e per il progetto di ampliamento e ristrutturazione dell'ospedale di Cattinara. Sul loro sito è possibile vedere come cambieranno i Docks di Marsiglia e quando si legge che lo scopo è quello di “rivelare la bellezza del luogo per offrirla in condivisione” o che “la trasformazione dei Docks di Marsiglia permette di riallacciare i legami tra il sito e la città, tra gli utilizzatori e gli abitanti dei luoghi, tra passato e futuro”come non pensare al porto vecchio di Trieste? Area certamente più imponente rispetto a quella ora citata di Marsiglia, con binari del treno, con tanti magazzini possenti, altri probabilmente da radere semplicemente al suolo. 
(vedi mio  precedente reportage qui e qui )
porto Vecchio TS

E' più che evidente che non esiste alcuna volontà di voler incentrare nella citata area di Trieste alcun tipo di intervento portuale, anche perché nel corso del tempo sono state realizzate varie opere che renderebbero la stessa difficoltosa se non impossibile, è più che evidente che sussiste una normale continuità tra l'area di Barcola ed il centro città, bruscamente interrotta dal degrado di Porto Vecchio. Insomma quello di Trieste non è l'unico caso al mondo ove ex magazzini portuali vengono riqualificati permettendo una utilizzazione diversa ed aperta. Di modelli da seguire ve ne sono tanti e variegati, il Porto Vecchio di Trieste sarà l'elemento fondamentale che determinerà non solo la campagna elettorale per il 2016 ma anche la destinazione finale di Trieste, d'altronde le soluzioni non possono che essere tre, o perseverare in un masochista degrado, o destinarla ad attività portuale o riqualificare l'area rendendola parte integrante e continua della città. 
Ora, se è vero che nei primi anni di mia permanenza a Trieste e quando iniziai ad interessarmi della questione Porto Vecchio ero più propenso ad uno sblocco della situazione a favore dell'antica attività portuale con il contestuale punto franco, con il tempo, ho iniziato a maturare una diversa consapevolezza. 
Non solo visitando più volte l'area interessata, quando era possibile farlo senza divieti, non solo comprendendo che il ripristino dell'attività portuale comporterebbe un mero incremento di traffico di navi ed inquinamento incompatibile con ogni buon senso e ragionevolezza, vista anche la bellezza dei nostri luoghi, ma anche perché ho visto cosa significa vivere in una città portuale e Trieste, la Trieste di oggi,  è semplicemente cambiata, non è più quella imperiale, non è più il porto di Vienna, ma una città che può vivere di turismo, cultura arte e commercio, turismo, cultura arte e commercio consentono la creazione di posti di lavoro, di sviluppare diversamente quella Trieste che già da diversi decenni ha intrapreso quel percorso, accettato dalla quasi totalità dei triestini, che vuole un Porto Vecchio riqualificato ma non ad uso portuale e salvaguardando l'integrità e la dignità della città rendendo l'area non riservata ai soliti notabili e ricchi, ma usufruibile pienamente da tutta la comunità.Se il modello di Marsiglia può essere quello che dovrà adottare Trieste non son ben dirlo, ma posso ben dire che quello di lanciare un bando internazionale cercando anche di favorire gli architetti nostrani, visto e rilevato che la scuola dell'architettura del FVG nulla ha da invidiare a quella globale, è sicuramente il giusto percorso da intraprendere anche per dare visibilità alla meravigliosa Trieste che con il suo Porto Vecchio può rilanciare l'immagine dell'intera regione FVG. 

Commenti

Post popolari in questo blog

Una storia per bambini della scuola primaria nella giornata Mondiale della Gentilezza

Come calcolare capienza di una piazza durante manifestazione?

Bruxelles e le vetrine hot