L'Europa la stiamo distruggendo noi!

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In un mondo dove l'Europa potrebbe avere un ruolo decisivo per la salvaguardia della democrazia, in un contesto politico dove gli autoritarismi, le dittature, sembrano essere la normalità e le democrazie quasi un fastidio, invece di diventare un punto di riferimento, è a rischio dissolvimento. Non sono gli USA, i putiniani, i cinesi, a distruggere l'Europa. Lo stiamo facendo noi, da soli. Non siamo nè carne, nè pesce, siamo totalmente allo sbando. L'Europa se si chiede cosa sia, la gente non saprà cosa rispondere, i suoi organismi sono sconosciuti ai più, percepita come entità astratta, anzi, l'Euro è spesso maledetto, forse l'unico beneficio che viene riconosciuto è la caduta dei confini, anche se , vedi ad esempio tra Italia e Slovenia, sono ritornati a modo loro. Insomma, ci siamo sciacquati la bocca all'inverosimile su fatto che l'Europa fosse un soggetto che ha garantito la pace per oltre 70 anni, anche se la guerra in Jugoslavia non è stata considerata...

Sfumature di silenzio bisiaco in una notte qualunque di Ronchi

Candele nella modernità soffusa, possente, resistente, alto e robusto il partigiano vigila nella piazza dell'Unità per Ronchi che ha conosciuto e vissuto e voluto la resistenza. Alberi che imprimono il disordine nel giorno dall'ordinario ordine, siepe sfuggente, panchine solitarie e poi un piccolo e fuggitivo tratto di strada che nel se pol ritrovato consente ogni svolta verso la Trieste che ancora corteggi, a cui sei appartenuta sino alla firma della carta di Parigi, la Gorizia dalla identità imposta od Udine salotto del Friuli. E poi Pordenone al centro tra Trieste e Venezia, così come tu Ronchi sei al centro di questa terra racchiudente confini invisibili tra piccole e vitali regioni all'interno della regione senza, per ora, più trattino, Friuli Venezia Giulia. Piccolo palazzo, spazio nel vuoto della notte, eleganza nella genuinità della vita anti metropolitana, dal color perennemente autunnale, domina la piazza con finestre che accompagnano ogni desiderio verso l'imperiale campo santa Margherita di Venezia, incisioni scalfite sul marmo, che il tempo inesorabilmente, senza lamentazione alcuna, cancella riportando il tuo essere nelle braccia di quella culla di civiltà e solidarietà che tu Ronchi sei sempre stata. Perché mai hai invaso od occupato terre, fiumi e mari e monti dell'altrui essere tuo simile ed anche non. Hai conosciuto notti di vile e fugace militarismo, ma anche notti di sacrificio, immenso, unico, per la nostra tutta libertà. Il silenzio nella notte di Ronchi, sirena senza voce, nell'epoca opaca ove gesta e frammenti di vita conoscono l'animo spensierato nella privata che non priva il sentimento ma libera ogni condivisione nel rapido sorseggiare un calice di vino semplice rosso e bisiaco.

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