A Lussino, salvate diverse tombe di cittadini italiani dall'oblio, ma c'è ancora molto da fare per il riconoscimento dei diritti della minoranza italiana

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Viene reso noto che a Lussino, grazie all'operato di alcuni cittadini sensibili alla salvaguardia della memoria storica ed identità dei luoghi, sono state salvate una trentina di tombe, esattamente ben 37, nel cimitero di San Martino, dall'oblio e dal degrado a cui erano destinate. I cittadini in questione, tramite la nota pagina facebook dedicata a Lussino hanno reso noto che grazie al finanziamento promosso dall'Università Popolare di Trieste, attraverso i fondi del MAECI Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale,hanno potuto  attivarsi per salvarle. Iniziativa di gran pregio che merita il giusto riconoscimento e gratitudine in un contesto dove la comunità degli italiani,con difficoltà , essendo anche gli italiani autoctoni  ridotti al minimo storico, cerca di attivarsi per quanto possibile anche tramite l'operato di singole individualità per la difesa della memoria storica. Una delle battaglie che stanno conducendo da anni ad esempio è il  r...

Correva il 1924 professori protestano e vengono pesantemente sanzionati

Il 27 febbraio 1924 si doveva svolgere la prova scritta per il concorso delle scuole medie superiori. Al concorso parteciparono più di duecento professori giunti da ogni parte del Paese. Il tema, secondo il bando di concorso, doveva riguardare una trattazione di storia della letteratura od una traduzione italiana o latina. Invece il testo proposto dalla Commissione fu il seguente, come riporta l'Unità di quel giorno:" Echi e riflessi dell'Eneide e dell'Orlando Furioso; ed una buona parte andava trattata in latino". La reazione in sala non si fece attendere. Tumulti e proteste vivaci, da parte dei professori, ebbero come prima risposta l'intervento delle forze dell'ordine che cercarono di riportare la calma. Molti professori comunque decisero di non partecipare alla prova come segno di protesta. Il Ministro Gentile non perse tempo. Con decreto vennero sospesi sette professori escludendoli sia dal concorso attuale che da tutti quelli futuri che sarebbero stati effettuati entro il 1924. A due professori veniva interrotto il contratto di supplenza che avevano in itinere mentre un professore di ruolo veniva sospeso dal servizio e senza retribuzione per un mese. Tali provvedimenti venivano resi pubblici e letti personalmente ai professori interessati. Provvedimenti pesanti, frutto di una opposizione all'autorità dello Stato fascista ed al suo modo di operare. Insomma un primo atto di disobbedienza significativo contro il regime che nasce all'interno della scuola ma represso in modo decisivo e risolutivo da parte del Regime. Guardando la situazione di oggi non è che le cose siano poi tanto migliorate. Di atti di opposizione se ne registrano diversi, su questioni sia etiche che sociali all'interno della scuola, luogo che deve saper convivere con le opposizioni,comprenderle,confrontarsi con esse, ma come accade in realtà queste vengono spesso sanzionate in modo pesante e con anche sospensioni dal servizio non inferiori al mese.

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