Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Correva il 1924 professori protestano e vengono pesantemente sanzionati

Il 27 febbraio 1924 si doveva svolgere la prova scritta per il concorso delle scuole medie superiori. Al concorso parteciparono più di duecento professori giunti da ogni parte del Paese. Il tema, secondo il bando di concorso, doveva riguardare una trattazione di storia della letteratura od una traduzione italiana o latina. Invece il testo proposto dalla Commissione fu il seguente, come riporta l'Unità di quel giorno:" Echi e riflessi dell'Eneide e dell'Orlando Furioso; ed una buona parte andava trattata in latino". La reazione in sala non si fece attendere. Tumulti e proteste vivaci, da parte dei professori, ebbero come prima risposta l'intervento delle forze dell'ordine che cercarono di riportare la calma. Molti professori comunque decisero di non partecipare alla prova come segno di protesta. Il Ministro Gentile non perse tempo. Con decreto vennero sospesi sette professori escludendoli sia dal concorso attuale che da tutti quelli futuri che sarebbero stati effettuati entro il 1924. A due professori veniva interrotto il contratto di supplenza che avevano in itinere mentre un professore di ruolo veniva sospeso dal servizio e senza retribuzione per un mese. Tali provvedimenti venivano resi pubblici e letti personalmente ai professori interessati. Provvedimenti pesanti, frutto di una opposizione all'autorità dello Stato fascista ed al suo modo di operare. Insomma un primo atto di disobbedienza significativo contro il regime che nasce all'interno della scuola ma represso in modo decisivo e risolutivo da parte del Regime. Guardando la situazione di oggi non è che le cose siano poi tanto migliorate. Di atti di opposizione se ne registrano diversi, su questioni sia etiche che sociali all'interno della scuola, luogo che deve saper convivere con le opposizioni,comprenderle,confrontarsi con esse, ma come accade in realtà queste vengono spesso sanzionate in modo pesante e con anche sospensioni dal servizio non inferiori al mese.

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