La bellezza di una città non è data dalle sue statue, dai suoi fiori o piazze rinnovate, ma dalla convivenza civile. Convivere pacificamente, ognuno con le proprie identità, peculiarità, nello stesso contenitore, insieme. Nulla di più bello di questo può esserci in una città, il resto, è solo specchietto per le allodole. mb
Ottieni link
Facebook
Twitter
Pinterest
Email
Altre app
Scuola: alzarsi in piedi quando entra il docente, una pessima tradizione autoritaria e fascista che resiste
Ottieni link
Facebook
Twitter
Pinterest
Email
Altre app
-
Massimo Recalcati nel suo recente libro "L'ora di Lezione" edito da Einaudi, testo di cui suggerisco vivamente la lettura, definisce la scuola Edipo come una scuola “che si fonda sulla potenza della tradizione, sull'autorità del Padre, sulla fedeltà del passato. Nella scuola Edipo l'insegnante si trova nel posto dell'autorità, è un sostituto del Padre, di una legge fuori discussione”. Oggi,2014,pur essendo crollata la tradizione, venuto meno l'abuso di autoritarismo, penso alle classiche bacchettate, ma vi era anche di peggio, pur essendosi affermato un mero ribaltamento ove l'insegnante è chiamato ad offrire un servizio, è inquadrato come un semplice dipendente che deve soddisfare l'utenza, la clientela (studenti e genitori), in verità qualche tradizione autoritaria ancora resiste. Tradizione autoritaria che non significa autorevolezza. Penso, per esempio, al saluto in piedi. Forma di saluto tipica di alcune discipline sportive, tipica dei regolamenti militari del regio esercito ma anche del e nel fascismo. Nella scuola fascista, per esempio, non appena il maestro entrava in classe, gli studenti avevano l'obbligo di alzarsi in piedi, si doveva recitare una preghiera, guardando il crocifisso, salutare il Re ed il Duce, con il saluto dannunziano.
A parte il crocifisso che è ancora rimasto nelle aule della quasi totalità delle scuole italiane, nonostante il carattere laico, sulla carta, del nostro Paese, della gestualità di quella scuola fascista è rimasto poco o nulla. Però, capita di leggere alcuni regolamenti d'istituto, siano essi di scuola primaria che secondaria di primo e secondo grado, che prevedono ancora la citata tradizione: “al cambio dell’ora gli alunni devono alzarsi in piedi, in silenzio, per salutare l’insegnante. Stessa regola vale nel caso in cui arrivi il Dirigente Scolastico”. Oppure:” Entrati in aula, gli alunni si dispongono nei propri posti. All'entrata dell’insegnante si alzano in piedi, per il saluto reciproco. Ogni qualvolta, durante le lezioni, entra in aula un adulto (direttore, preside, altro insegnante, segretaria, genitore della classe) gli alunni si alzano in piedi per salutare chi è entrato”. Quanto è tollerabile ancora oggi questa forma di tradizione autoritaria? Non è una questione di rispetto, il rispetto lo si può manifestare con una moltitudine di varianti che non devono per forza coincidere con gesti, atti tipici della scuola fascista, patriarcale ed autoritaria. Ai miei tempi, e parlo degli anni '80 prima metà anni '90, in tutti i gradi di scuola che ho frequentato, vi era l'obbligo morale di alzarsi all'entrata dell'insegnante, del preside salvo che per il bidello. Ricordo che un giorno, quando entrò il bidello in classe decidemmo con un paio di compagni di classe di alzarci in piedi per salutarlo, così come salutavamo il docente. Ovviamente lo sguardo poco benigno del docente interessato da quella situazione non si fece attendere, perché il bidello era solo un bidello e da quel giorno iniziammo a mettere in discussione quel rito, quel rito finalizzato a riconoscere esclusivamente tramite l'alzarsi in piedi l'autoritarismo del docente, il suo ruolo di essere autoritario ma non per questo autorevole rispetto all'ordinario personale scolastico che non meritava quel saluto, che non meritava pari rispetto, pari riconoscimento sociale all'interno dell'ingranaggio scuola. Insomma, un ribaltamento della situazione nato con la consapevolezza di una ingiustizia all'interno di una regola che mai era stata messa in discussione, di cui si comprenderà il vero senso, la vera origine, solamente quando si studierà il fascismo, ma il dado oramai era tratto, perché per anni ed anni avevamo ottemperato una ritualità, pessima e semplicemente imposta. E guai a mettere in discussione l'operato del maestro, dell'insegnante. Oggi, come accennato, le cose sono mutate è venuta meno la gradualità, si è passati nel presente ove regnano estremi ed opposti incompatibili rispetto alla scuola autoritaria ma non per questo motivo ciò è automaticamente sintomo di autorevolezza e di benessere scolastico, perché la scuola è diventata altamente precaria, debole ove il pensiero critico, così come non era ammissibile nella scuola autoritaria, non è ammissibile in quella attuale in fase di trasformazione, seppur per motivi diversi. In passato per questione di autoritarismo, nel presente per ragione di convenienza sociale, per ragioni di utilitarismo sistemico.
A parte il fatto che l'articolo è scritto malissimo, è anche pieno di luoghi comuni e di affermazioni buttate lì e non spiegate. Tra l'altro non capisco perché l'abbiano pubblicato su Orizzonte Scuola, neanche fosse un articolo di qualche autorevole esperto. Intanto, affermare che ora la situazione si è completamente rovesciata e che l'insegnante è solo un dipendente al servizio dei suoi clienti, equivale a sminuire i docenti. E comunque il fatto di essere un fornitore di servizi non toglie che meriti rispetto. Rispetto che si manifesta in tanti modi, tra cui quello di alzarsi per salutare, che non è un gesto fascista, ma un modo per comunicare al docente: "mi sono accorto/a che sei entrato, la lezione sta per iniziare". Un docente può chiedere agli alunni di alzarsi ed essere al tempo stesso un grande insegnante, rispettoso dei tempi e stili di apprendimento e della personalità dei ragazzi. Insomma, un articolo inutile e basato su luoghi comuni da qualunquista.
Non avrei saputo dirlo meglio di Daniela. Forse è proprio per questo perenne, totale e "a prescindere" rifiuto di poche norme di rispetto ed educazione che c'è chi si può permettere di dire certe bestialità. Una volta esser anticonformisti era un segno forte di personalità e di genio, oggi lo fan tutti, e vediamo i risultati. Forse chi scrive non ha avuto docenti degni, ma nessuno ne ha colpa. I miei insegnanti erano capaci, e non ho neppir lontanamente mai pensato di macchiarmi di fascismo nell'alzarmi al loro ingresso. E anche fosse, meglio allora quella forma di fascismo che i ragazzini di oggi che salutano i docenti con "bella lì prof, com'è?". La troppa confidenza fa perder la riverenza. Forse l'esser autoritari non fa avere autorevolezza (termini che molti citano ma che temo molti poi non sappiano bene come ottenere), ma di certo il non essere autoritari ed essere amiconi o semplici porgitori di servizi è quanto di più dannoso si possa fare alla scuola. E visti i bei risultati che stiamo ottenendo, forse sarebbe il caso di farsi due domande.
Non ci sono parole adeguate per commentare questo articolo, come anche tutto il blog dell'Autore (sconfinerei nel Codice Penale...); spero solo che arrivi prima o poi qualcuno che impedisca (con la forza) la diffusione di queste idee, o che infligga una durissima punizione fisica (pubblica) a chi le propaga; e non è detto che non ci si arrivi...
Ora, che si arrivi proprio alla violenza e alla punizione fisica per far tacere Barone mi sembra eccessivo; primo, perché in democrazia ognuno ha diritto di esprimere le proprie idee, anche se non condivisibili; secondo, perché costui, che evoca ancora il fascismo dopo 70 anni dalla sua fine, lo evocherebbe ancor di più se lo si costringesse al silenzio. Basti dire che non condivido una sola parola del suo articolo, e che dietro queste affermazioni rivedo la forte contrapposizione ideologica che esisteva negli anni '70 e di cui forse Barone è ancora nostalgico. Riesumare oggi il fascismo è semplicemente ridicolo, così come è penoso sostenere che la scuola attuale sia repressiva, perché caso mai è il contrario: dopo lo "statuto delle studentesse e degli studenti" del kompagno Berlinguer, gli studenti possono anche prendere a calci nel sedere il docente e nessuno si azzarda a punirli, altrimenti è fascista. Il fascismo è stato tenuto in vita per 70 anni dai comunisti, poveri mentecatti che non sono altro, e che hanno bisogno del "nemico" storico per far sopravvivere ancora un'ideologia che ha provocato nel mondo 100 milioni di vittime e che si è dimostrata la più disumana e la più spaventosa tra tutte quelle che mai sono state inventate sulla terra. Prof. Massimo Rossi - blog: http://profrossi.wordpress.com
Il 13 novembre in tutto il mondo si celebra la Giornata Mondiale della Gentilezza, nata da una conferenza del 1997 a Tokyo e introdotta in Italia dal 2000. Per questa propongo una storia per le classi di scuola primaria. La storia che segue, ambientata a Trieste, ha per protagonisti tre supereroi ed una nonna, Rosellina. Il disegno è stato fatto in una classe di una scuola dove la storia è stata letta. mb I tre supereroi e la nonnina Rosellina C’era una volta, anzi no. C’erano una volta tre supereroi. Avete presente quelli con i super poteri che si vedono nei film? Nei cartoni animati? Nei fumetti? Sì, proprio loro. E si trovavano in una bellissima città italiana, Trieste. Non erano mai stati prima a Trieste. Rimasero stupiti nel vedere quanto era lungo il molo sul mare, e quanto era enorme la piazza con due alberi di due navi dove sventolavano le bandiere, ogni tanto. Dopo essersi fatti un selfie sul molo Audace che è costruito sui resti di una vecchia n
Come calcolare capienza di una piazza durante manifestazione? La matematica non è una opinione qualcuno disse... 1) per un calcolo della superficie e della capienza, il limite preso di misura è un numero di 4 persone/mq, 2) Piazza del Popolo ha una metratura di di 17.100 mq con una capienza massima e teorica di 68.400 ; 3) Piazza san Giovanni ha una superficie di 39.100 mq, con una capienza totale, quindi, di 156.000 persone. Direi che è arrivato il momento di non dare più i numeri... Marco B. MANIFESTARE A ROMA, QUANDO I PARTITI DANNO I 'NUMERI' - La fisica, con il principio della impenetrabilità dei solidi, insegna che due oggetti non possono occupare lo stesso spazio. Eppure c'é chi ritiene che questo classico teorema non si applichi alle persone, soprattutto se convocate in un determinato luogo ad esprimere pubblicamente la loro opinione politica. Fuor di metafora: quando si tratta di conteggiare i partecipanti alle manifestazioni, i partiti "danno i numeri"
Bruxelles, come è noto, è sede delle più importanti istituzioni dell'Unione Europea. Una città affascinante, particolare, simbolo dell'alta borghesia, dove architettura moderna e tradizionale cercano, con poco successo, di convivere. L'Unione Europea rivendica spesso principi che ruotano intorno alla dignità delle persone, no alla donna oggetto, penso per esempio alla Risoluzione sulla discriminazione della donna nella pubblicità del 1997 al cui punto 10 si scriveva testualmente che il Parlamento europeo invita il settore della pubblicità a rinunciare in concreto e interamente a sminuire la donna a oggetto sessuale dell'uomo attraverso espedienti tecnici e raffigurazioni immaginose come il ridurre il ruolo femminile alla bellezza fisica e alla disponibilità sessuale . Certo, comprensibile. Ma a pochi minuti dal Parlamento europeo esiste un vero e proprio quartiere a luci rosse. Esistono anche agenzie di escort, club privati-scambisti, e donne in vetr
A parte il fatto che l'articolo è scritto malissimo, è anche pieno di luoghi comuni e di affermazioni buttate lì e non spiegate. Tra l'altro non capisco perché l'abbiano pubblicato su Orizzonte Scuola, neanche fosse un articolo di qualche autorevole esperto. Intanto, affermare che ora la situazione si è completamente rovesciata e che l'insegnante è solo un dipendente al servizio dei suoi clienti, equivale a sminuire i docenti. E comunque il fatto di essere un fornitore di servizi non toglie che meriti rispetto. Rispetto che si manifesta in tanti modi, tra cui quello di alzarsi per salutare, che non è un gesto fascista, ma un modo per comunicare al docente: "mi sono accorto/a che sei entrato, la lezione sta per iniziare". Un docente può chiedere agli alunni di alzarsi ed essere al tempo stesso un grande insegnante, rispettoso dei tempi e stili di apprendimento e della personalità dei ragazzi. Insomma, un articolo inutile e basato su luoghi comuni da qualunquista.
RispondiEliminaNon avrei saputo dirlo meglio di Daniela.
RispondiEliminaForse è proprio per questo perenne, totale e "a prescindere" rifiuto di poche norme di rispetto ed educazione che c'è chi si può permettere di dire certe bestialità.
Una volta esser anticonformisti era un segno forte di personalità e di genio, oggi lo fan tutti, e vediamo i risultati.
Forse chi scrive non ha avuto docenti degni, ma nessuno ne ha colpa.
I miei insegnanti erano capaci, e non ho neppir lontanamente mai pensato di macchiarmi di fascismo nell'alzarmi al loro ingresso.
E anche fosse, meglio allora quella forma di fascismo che i ragazzini di oggi che salutano i docenti con "bella lì prof, com'è?".
La troppa confidenza fa perder la riverenza.
Forse l'esser autoritari non fa avere autorevolezza (termini che molti citano ma che temo molti poi non sappiano bene come ottenere), ma di certo il non essere autoritari ed essere amiconi o semplici porgitori di servizi è quanto di più dannoso si possa fare alla scuola.
E visti i bei risultati che stiamo ottenendo, forse sarebbe il caso di farsi due domande.
Non ci sono parole adeguate per commentare questo articolo, come anche tutto il blog dell'Autore (sconfinerei nel Codice Penale...); spero solo che arrivi prima o poi qualcuno che impedisca (con la forza) la diffusione di queste idee, o che infligga una durissima punizione fisica (pubblica) a chi le propaga; e non è detto che non ci si arrivi...
RispondiEliminaOra, che si arrivi proprio alla violenza e alla punizione fisica per far tacere Barone mi sembra eccessivo; primo, perché in democrazia ognuno ha diritto di esprimere le proprie idee, anche se non condivisibili; secondo, perché costui, che evoca ancora il fascismo dopo 70 anni dalla sua fine, lo evocherebbe ancor di più se lo si costringesse al silenzio. Basti dire che non condivido una sola parola del suo articolo, e che dietro queste affermazioni rivedo la forte contrapposizione ideologica che esisteva negli anni '70 e di cui forse Barone è ancora nostalgico. Riesumare oggi il fascismo è semplicemente ridicolo, così come è penoso sostenere che la scuola attuale sia repressiva, perché caso mai è il contrario: dopo lo "statuto delle studentesse e degli studenti" del kompagno Berlinguer, gli studenti possono anche prendere a calci nel sedere il docente e nessuno si azzarda a punirli, altrimenti è fascista. Il fascismo è stato tenuto in vita per 70 anni dai comunisti, poveri mentecatti che non sono altro, e che hanno bisogno del "nemico" storico per far sopravvivere ancora un'ideologia che ha provocato nel mondo 100 milioni di vittime e che si è dimostrata la più disumana e la più spaventosa tra tutte quelle che mai sono state inventate sulla terra.
RispondiEliminaProf. Massimo Rossi - blog: http://profrossi.wordpress.com