Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime
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Il pozzo minerario “foiba” di Basovizza è realmente monumento nazionale? Nel 1945 si scriveva:" non ci sono salme"
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La nuova Stampa del 15 agosto del 1945, in prima pagina, pubblicava la seguente notizia, del 14 agosto 1945: “ da notizie che un corrispondente dell'Ansa ha assunto da fonte attendibile, risultano infondate le voci sull'avvenuto ritrovamento di salme di civili e di militari italiani e neozelandesi in una o più foibe nei pressi di Basovizza ad una decina di Km dalla città, vittime dell'occupazione jugoslava”.
La nuova Stampa del 9 ottobre 1957, scriverà: "Non è svelato il mistero della foiba di Trieste", ove si ricorderà che “ gli alleati sospettando che anche dei loro militari potessero esservi stati buttati,tentarono il recupero delle salme e crearono un'apposita attrezzatura ma dopo poco abbandonarono l'impresa rivelatasi difficilissima e costosissima.Successivamente, in vari periodi, squadre di speleologi tentarono la stessa impresa seppur con mezzi di fortuna, calandosi nel pozzo profondo oltre duecento metri. Ma a distanza di tanti anni uno strato di materiale saponificato, oltre ai quintali di rifiuti e rottami di ogni genere riversati nel pozzo, ricopre con una impenetrabile crosta il fondo della miniera. Rivelatosi inutile ogni tentativo di recente il Comune di Trieste aveva deciso, in accordo con le autorità,di chiudere il pozzo mediante una soletta di calcestruzzo erigendovi sopra una croce a ricordo delle vittime".
Ed il Parlamentare De Totto, aderente al MSI, non perderà tempo, nella seduta del 14 ottobre 1957, a dichiarare, in relazione a presunti ritrovamenti di resti umani nella foiba di Basovizza, quanto ora segue:
“Proprio in questi giorni, infatti, si è scoperta la tragica foiba di Basovizza, dove decine di metri di cadaveri stratificati dimostrano che le cosiddette deportazioni non furono altro che orrendi massacri. Ne abbiamo ora la prova materiale. E di fronte a questa tragica foiba, non può essere in noi solo il sentimento umanitario del recupero delle salme; ma deve in noi insorgere imperativo il sentimento collettivo di una nazione che, dopo tante mistificazioni, ha decisamente la prova atta a dimostrare da quale parte, nel corso della guerra 1940-43, sia stata la civiltà e da quale parte la barbarie. E' tempo oramai di parificare la Russia sovietica sovietica alla Jugoslavia di Tito, anche nel campo dei rapporti internazionali, perché nel nome del marxismo operante non ci sono differenze, né di mentalità né di metodo. Noi speriamo, tenacemente speriamo, non solo sulla scia del sentimento, ma soprattutto nel solco della tradizione irredentistica di tante generazioni, che il tricolore, attraverso una nuova politica di unione nazionale e di grande dignità, possa un giorno ritornare a garrire sugli italianissimi territori di Zara, Fiume e Pola”. Parole, che nel corso degli anni, specialmente dopo la caduta del Muro di Berlino, hanno trovato affermazione nella realtà. Equiparazione tra la Jugoslavia socialista e la Russia stalinista e questa con il nazismo, equiparazione tra le così dette foibe e le Fosse Ardeatine e via discorrendo sino ad arrivare alla pretesa delle terre contese, che continua ancora oggi ad esistere e persistere. Eppure all'Italia di Trieste o di Fiume non è mai realmente importato nulla. Dopo una metodica e lunga ma anche violenta campagna di epurazione e pulizia etnica, deslavizzando il confine orientale, e saldando il concetto di italianità, anche con l'immigrazione di persone provenienti dall'Italia meridionale, il sistema Italia aveva un solo scopo da perseguire, sin dai tempi del fallito colonialismo. Dominare l'Adriatico e per fare ciò era necessario possedere il porto di Trieste e Fiume e per possedere il porto di Trieste e Fiume era necessario una mera operazione di persuasione e di legittimazione, di italianità di quelle terre. Quando Fiume passerà all'Italia, dopo il colpo militare eversivo ed antefascista di D'Annunzio e tramite l'operato del fascismo e di Mussolini, cadrà in miseria, stessa cosa accadrà a Trieste, che vivrà il suo declino proprio sotto l'amministrazione del sistema italiano. Correnti minoritarie diventeranno maggioritarie, quale l'irredentismo ad esempio, perché utili alla vera causa, condita da becero razzismo ed autoritarismo nei confronti di sloveni, croati, serbi,montenegrini. Di “foibe” si parlava e tanto sin dal 1945. Eppure sia Londra che Washington avevano riconosciuto e legittimato, proprio in quel periodo, proprio quando la così detta questione delle foibe era nota, talmente nota che la stampa nazionale più di una volta la denunciava anche in prima pagina, il governo di Tito. La questione foibe prima, esodo dopo, con la collaborazione attiva dei gladiatori, dell'organizzazione Gladio, poiché molte liste dei così detti infoibati, ad esempio, sono state fornite proprio dai gladiatori od ottenute con il loro aiuto, deve essere letta ed analizzata in modo compiuto e contestualizzando la verità storica, gli eventi e le cause. Ritornando sul caso pozzo minerario di Basovizza, chiamato in modo inappropriato, ma volutamente strumentale alla causa anticomunista ed anti jugoslava, foiba di Basovizza, nel sito della rete civica di Trieste si legge:
“Nell'estate-autunno del 1945 le autorità militari anglo-americane disposero alcuni sondaggi nella cavità, ma sospesero ben presto le operazioni. In anni successivi altre esplorazioni furono condotte da privati che constatarono come la voragine fosse stata ulteriormente riempita. Tra il 1953 e il 1954 la ditta Cavazzoni procedette al recupero di rottami metallici dal fondo senza imbattersi in resti umani. La cavità da allora rimase aperta e utilizzata come discarica fino al 1959, cioè fino alla prima sistemazione monumentale per opera della Commissariato generale per le Onoranze in Guerra del Ministero della Difesa”. Sul punto è intervenuta più di una volta la Claudia Cernigoi, questo il link dossier di cui suggerisco la lettura: http://www.diecifebbraio.info/wp-content/uploads/2012/01/la-foiba-di-Basovizza.pdf
La domanda, per l'ennesima volta, è: come può un pozzo minerario, o meglio una cavità artificiale scavata nel primo decennio del XX secolo per la ricerca di carbone, diventato/a discarica nel corso del tempo, prima di essere definitivamente chiuso/a, essere ancora oggi monumento nazionale “simbolo per i familiari degli infoibati e dei deportati deceduti nei campi di concentramento in Jugoslavia e delle associazioni degli italiani esuli dall'Istria, da Fiume e dalla Dalmazia, che qui ricordano le vittime delle violenze del 1943-1945”? Come può una cavità artificiale essere definita foiba? Ma anche sulla questione pozzo minerario, “foiba”di Basovizza, vi è un piccolo particolare. Risulterebbe che nel 22 febbraio 1980 sia stato emanato un decreto ministeriale, strumento certamente non idoneo a livello giuridico per definire il carattere di monumento nazionale di qualsiasi sito, in relazione alla “foiba” di Basovizza con la seguente motivazione: "l’immobile Foiba di Basovizza è dichiarato di interesse particolarmente importante ai sensi della legge 1.6.1939 perché testimonianza di tragiche vicende accadute alla fine del secondo conflitto mondiale, divenuta fossa comune di un numero rilevante di vittime, civili e militari, in maggioranza italiani, uccisi ed ivi fatti precipitare". In base a quali dati si sia sostenuto ciò è tutto da capire. Altre fonti riportano addirittura che la “foiba” di Basovizza sarebbe stata dichiarata monumento nazionale con decreto del Presidente della Repubblica dell'11 settembre 1943(?), altre che sarebbe stata dichiarata monumento nazionale con DPR del giorno 11 settembre 1992. Ma facendo una ricerca nel siti istituzionali di riferimento, di questo DPR,quello del 1992, non vi è alcuna traccia. Forse perché mai emanato? Si rimane in attesa della produzione di fonti documentali certe. Ma senza un DPR un sito non può essere definito e dichiarato monumento nazionale, ma potrebbe rientrare nel novero dei beni di interesse culturali da salvaguardare. Ma anche su questo punto, alla luce di tutte le considerazioni che emergono in merito al caso pozzo minerario di Basovizza, vi sarebbe molto da dire, perché rischia, a tutti gli effetti, di essere un clamoroso e pericoloso falso storico.
grazie per la segnalazione, la situazione è anomala perchè il testo di quel DPR non lo si riesce a trovare, segnalo anche questo sito http://www.monumentinazionali.it/nonmonumenti/nonmonumenti.htm
Il 13 novembre in tutto il mondo si celebra la Giornata Mondiale della Gentilezza, nata da una conferenza del 1997 a Tokyo e introdotta in Italia dal 2000. Per questa propongo una storia per le classi di scuola primaria. La storia che segue, ambientata a Trieste, ha per protagonisti tre supereroi ed una nonna, Rosellina. Il disegno è stato fatto in una classe di una scuola dove la storia è stata letta. mb I tre supereroi e la nonnina Rosellina C’era una volta, anzi no. C’erano una volta tre supereroi. Avete presente quelli con i super poteri che si vedono nei film? Nei cartoni animati? Nei fumetti? Sì, proprio loro. E si trovavano in una bellissima città italiana, Trieste. Non erano mai stati prima a Trieste. Rimasero stupiti nel vedere quanto era lungo il molo sul mare, e quanto era enorme la piazza con due alberi di due navi dove sventolavano le bandiere, ogni tanto. Dopo essersi fatti un selfie sul molo Audace che è costruito sui resti di una vecchia n
Come calcolare capienza di una piazza durante manifestazione? La matematica non è una opinione qualcuno disse... 1) per un calcolo della superficie e della capienza, il limite preso di misura è un numero di 4 persone/mq, 2) Piazza del Popolo ha una metratura di di 17.100 mq con una capienza massima e teorica di 68.400 ; 3) Piazza san Giovanni ha una superficie di 39.100 mq, con una capienza totale, quindi, di 156.000 persone. Direi che è arrivato il momento di non dare più i numeri... Marco B. MANIFESTARE A ROMA, QUANDO I PARTITI DANNO I 'NUMERI' - La fisica, con il principio della impenetrabilità dei solidi, insegna che due oggetti non possono occupare lo stesso spazio. Eppure c'é chi ritiene che questo classico teorema non si applichi alle persone, soprattutto se convocate in un determinato luogo ad esprimere pubblicamente la loro opinione politica. Fuor di metafora: quando si tratta di conteggiare i partecipanti alle manifestazioni, i partiti "danno i numeri"
Bruxelles, come è noto, è sede delle più importanti istituzioni dell'Unione Europea. Una città affascinante, particolare, simbolo dell'alta borghesia, dove architettura moderna e tradizionale cercano, con poco successo, di convivere. L'Unione Europea rivendica spesso principi che ruotano intorno alla dignità delle persone, no alla donna oggetto, penso per esempio alla Risoluzione sulla discriminazione della donna nella pubblicità del 1997 al cui punto 10 si scriveva testualmente che il Parlamento europeo invita il settore della pubblicità a rinunciare in concreto e interamente a sminuire la donna a oggetto sessuale dell'uomo attraverso espedienti tecnici e raffigurazioni immaginose come il ridurre il ruolo femminile alla bellezza fisica e alla disponibilità sessuale . Certo, comprensibile. Ma a pochi minuti dal Parlamento europeo esiste un vero e proprio quartiere a luci rosse. Esistono anche agenzie di escort, club privati-scambisti, e donne in vetr
Forse mi sbaglio io, ma non è sulla GU?
RispondiEliminahttp://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/1992/10/23/092A4778/sg
grazie per la segnalazione, la situazione è anomala perchè il testo di quel DPR non lo si riesce a trovare, segnalo anche questo sito http://www.monumentinazionali.it/nonmonumenti/nonmonumenti.htm
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