La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

Immagine
Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Il Giro d'Italia a Trieste, tra diversi tricolori la città va su di giri

Sorvolano il cielo di Trieste le rumorose Frecce Tricolori, con il fumo bianco rosso e verde,

ma non sarà quello italiano il tricolore del giro d'Italia, sarà quello colombiano di Quintana vincitrice del giro e quello sloveno di Mezgec vincitrice della tappa conclusiva triestina. Migliaia e migliaia le persone in strada ad attendere i corridori, sin dal Viale di Miramare, un lungo serpentone di triestini e turisti che, nella maggior parte dei casi, se ne infischiavano delle beghe nazionalistiche, ed erano lì per applaudire il giro rosa e sarebbe stato bello vedere il fumo rosa dominare i cieli di Trieste e non quello italiano, certamente più consono sia alla natura dell'evento sportivo che alla particolarità territoriale difficile di Trieste. Erano pochi i tricolori italiani diffusi per le strade, qualcuno lo ha esposto dalle balconate, qualcuno ha esposto la bandiera alabardata di Trieste, ed in Piazza dell'Unità i simboli della contesa si fronteggeranno, simbolicamente, in un piccolo spazio, comunque monitorato e ben osservato.

L'attesa è stata viva, calda, in una Trieste senza smog, auto e motorini, per diverse ore. Poi arriverà la carovana delle auto, guidata dal Tir rosa, 

seguiranno i furgoncini del giro, che ricordavano gli annunci dell'arrotino, a cinque euro potevi comprare la bandana a dieci euro la maglietta e qualche altro oggetto.  Poi tra chi attraversava o percorreva la strada, chi con due biciclette, chi in due sulla bicicletta


ecco d'incanto apparire la carovana che non si arresta.

Veloce, talmente veloce che quando il giro terminerà, penserai, "ma è già finito?" Una armonia incredibile con una Trieste in festa. Ascoltare il rumore mutato in suono delle ruote sull'asfalto, vedere i corridori chinarsi per percorrere la curva di Piazza della Libertà che li avrebbe condotti al lato dell'imponente Ursus e lì al traguardo della vittoria, è stato semplicemente unico.
Unico come lo scenario di Trieste, città del giro e da giro, ed in questo caso è andata positivamente ed allegramente su di giri.





Commenti

Post popolari in questo blog

Una storia per bambini della scuola primaria nella giornata Mondiale della Gentilezza

Come calcolare capienza di una piazza durante manifestazione?

Bruxelles e le vetrine hot