Cinque
volte la parola insegnanti, nove volte la parola scuola, due volte la
parola istruzione. Sì, nell'intento renziano, la scuola è
centrale, ma, ecco il ma, non bastano le belle parole, certamente non
scontate, volte a riconoscere un ruolo centrale alla scuola nella
società, cosa data per pacifica da tutti da anni ed anni, ma è il
come si vuole riconoscere questa centralità. Ricorderà che è
fondamentale il processo dal basso, quindi lasciando intendere che il
processo della costituente come avviato dalla Carrozza non è
propriamente in discussione “ coinvolgere dal basso in ogni
processo di riforma gli operatori della scuola” . Parlerà
dell'autorevolezza del ruolo del docente, evidenziando che deve
essere recuperata “quella credibilità, quella dimensione per cui
se qui si fanno le cose, allora nelle scuole si può tornare a
credere che l'educazione sia davvero il motore dello sviluppo. Ci
sono fior di studi di economisti
che dimostrano come un territorio che investe in capitale umano, in
educazione, in istruzione
pubblica è un territorio più forte rispetto agli altri”.
Si
ricorre al concetto di capitale umano, tipico
concetto del capitalismo, ed introdurrà, nel suo discorso, anche il concetto di agenzia educativa della scuola che come è noto è il
secondo motore educativo più importante nella società dopo quello
della famiglia.
Visiterà
le scuole in prima persona, inizierà da Treviso e dirà a tal proposito “
perché penso che sia fondamentale che il Governo non stia soltanto
a Roma, e quindi mi recherò nelle scuole, come facevo da sindaco,
per dare un segnale simbolico, se volete persino banale, per
dimostrare che da lì riparte un Paese. Dalla capacità di educare,
di tirare via, di tirare fuori (nel senso latino del termine) nasce
la credibilità di un Paese, ma per farlo c'è bisogno della
capacità di garantire una concretezza amministrativa”.
Gli
investimenti nell'edilizia sono fondamentali, cosa abbastanza nota da
secoli, ed a tal proposito affermerà che “con quale credibilità
possiamo dire questo se continuiamo a tenere gli investimenti
nell'edilizia scolastica bloccati da un Patto di stabilità interno
che almeno su questa parte va cambiato subito? Come si può pensare
che il Comune, la Provincia abbiano competenza sull'edilizia
scolastica senza però avere la possibilità di spendere soldi che
sono lì bloccati perché esistono norme che si preoccupano della
stabilità burocratica ma non si rendono conto della stabilità delle
aule in cui vanno a studiare i nostri figli? Come è possibile che
non ci sia chiarezza su questo aspetto?”.
Scriverà
ai sindaci per chiedere a tutti loro e ai Presidenti delle Province
di fare il punto della situazione
sull'edilizia scolastica. Occorrono non milioni di euro ma miliardi
di euro, per risanare la situazione dell'edilizia scolastica italiana
e Renzi, infatti, dirà che “noi abbiamo bisogno di intervenire
nell'edilizia scolastica dal 15 giugno al 15 settembre, con un
programma straordinario - dell'ordine di qualche miliardo di euro, e
non di qualche decina di milioni - da attuare sui singoli territori,
partendo dalle richieste dei sindaci e intervenendo in modo concreto
e puntuale” E'
necessaria una tregua educativa con le famiglie, secondo Renzi, ed un
intervento nell'edilizia e nella infrastrutturazione scolastica. Ma
cosa si intende con tregua educativa con le famiglie? Come può
esservi tregua educativa con il sistema Invalsi e con la precarietà
perdurante strutturale nel settore scolastico? Con
quali soldi verrà finanziata l'edilizia scolastica? Nel suo discorso
parlerà della cassa depositi e prestiti ma con riferimento al
problema delle piccole e medie imprese che non riescono ad accedere
al credito. Concluderà sulla scuola dicendo che “la bellezza
della musica, non soltanto nelle scuole dove va portata o
riportata in modo diverso”.
Insomma
un discorso generalista, tipico del buon politico e demagogo , che deve farsi votare sia dalla destra che dalla
sinistra, per la fiducia, un discorso che non entra nel merito delle
cose concrete e calde, come quella anticipate dal ministro Giannini,
valutazione, Invalsi, scatti di anzianità, anzi, a dirla tutta il
discorso di Renzi serve proprio a placare gli animi infuocati dopo le
dichiarazioni del nuovo ministro.
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