Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Vertice Italia Russia in una Trieste dalle zone rosse?



Il 26 novembre, dopo l'incontro in Vaticano tra Putin ed il Papa, e chissà quante armonie sui diritti negati alle coppie dello stesso sesso, si svolgerà il noto vertice tra Italia e Russia, ove saranno presenti diversi ministri, oltre che allo stesso Putin e Letta.
I motivi per effettuare delle contestazioni sono infiniti, dall'amianto, visto che la Russia è il primo produttore, ai diritti civili negati in entrambi i Paesi, alle politiche sul gas, alle politiche attuate dal Governo italiano su ogni fronte, dalla scuola al lavoro in primis, e così via discorrendo verso l'infinito malessere che ogni maledetto giorno uccide ogni tentativo di speranza.
Sembra di capire che Piazza dell'Unità d'Italia e Piazza della Borsa saranno i luoghi principali ad essere chiamati in causa, e mi domando saranno queste delle zone rosse, off limits per ogni normale contestazione, presidio, volantinaggio o semplice passaggio?
E' interessante sapere e vedere come gli organi istituzionali blinderanno Trieste, con enorme dispendio di risorse pubbliche finalizzate a garantire la solita mitica sicurezza che spegnerà ogni lume minimo di democrazia.
Tanto, diranno, si potrà manifestare nelle piazze vicine, nei rioni vicini, e perché no anche nelle città vicine od anche sulla luna.
Le zone rosse non mi sono mai piaciute.
Sono state sempre un fallimento.
Le zone rosse servono solo ad incentivare tensioni.
Le zone rosse sono provocazioni di uno Stato che teme se stesso, perché se è vero, come dovrebbe essere in una società civile e costituzionalizzata, che la sovranità appartiene al popolo e che il popolo è la componente determinante di uno Stato, perché mai lo Stato dovrebbe respingere se stesso?
Un bel complesso Statale, degno della miglior psichiatria.
Forse perché chi si arroga il diritto di rappresentare il popolo non rappresenta un bel niente se non se stesso e pochi ma certi e ben definiti interessi elitari?
Se Trieste, nel giorno del 26 novembre, avrà le zone rosse, sarà una macchia di vergogna, l'ennesima, per la storia di questa conflittuale e difficile città. Intanto, il circolo Arcobaleno arcigay ed arcilesbica di Trieste per  il 26 novembre 2013 in Piazza Ponterosso chiama la "piazza" così scrivendo: tutti conoscono Putin. Forse non tutti sanno che in Russia, soprattutto grazie a Putin e alla Chiesa ortodossa, ci sono ora delle leggi lesive della dignità umana. Due ragazze, due ragazzi non possono nemmeno tenersi per mano. Perché? Per il DIVIETO di PROPAGANDA OMOSESSUALE.  Questa legge è ormai presente da mesi in Russia, e c'è stata un'enorme crescita delle violenze omofobiche. Nel silenzio delle istituzioni. NOI desideriamo con forza continuare a denunciare queste violazioni dei DIRITTI UMANI LGBT. Per lesbiche, gay, bisessuali, transgender. Per tutti coloro che non hanno voce. E NON SOLO PER LORO. Per le Pussy Riots, Greenpeace, tutti gli attivisti e coloro che si oppongono alle soppressione e agli abusi dei diritti.





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