Non è stata una festa, ma neanche una
processione, certamente le attese per la manifestazione del 16
novembre erano tante, meno le persone che hanno partecipato.
Vi erano diverse organizzazioni
sociali, politiche, individualità, varie soggettività, ma per
quello che ho potuto vedere poche le persone slegate dalle
organizzazioni, poca la cittadinanza.
Sarà per il fatto che si è abituati a
perdere, sarà per il fatto che regna il disfattismo, oggi doveva
essere una giornata dalla risposta collettiva condivisa per dire,
come è stato scritto sui muri del CIE, ed in alcuni striscioni, mai
più CIE.
Il destino di quello di Gradisca è
sospeso tra la riconversione in toto in CARA, in ristrutturazione e
poi riapertura del CIE oppure semplicemente in chiusura definitiva,
soluzione a cui oggi credono in pochi, ma mai disperare.
Un destino sospeso così come sospesa è
la condizione di centinaia di migranti, la democrazia e la tutela dei
diritti umani in questi centri ove la dignità non è e non potrà
mai essere di casa.
Si parte dal centro di Gradisca, dopo
aver calato dall'alto di una gru un striscione con scritto basta CIE,
si percorrerà il lungo vialone che ti condurrà innanzi a quella struttura che sarà letteralmente protetta da un numero consistente di forze dell'ordine.
Non si riscriverà più la parola
libertà, ma mai più CIE, sul muro di quel lager.
Nel bel mezzo della strada, che separa
la campagna dominata dalla luna piena, ed il muro che ha imprigionato
sentimenti umani, verranno collocate delle reti metalliche con
esposte alcune foto di migranti in cerca di libertà.
Ed il tutto terminerà con dei fuochi
d'artificio sparati sul tetto del CIE.
Color rosso, poi arancio, poi fumo e
nuovamente notte.
Il corteo ritornerà al centro di
Gradisca.
La polizia rimuoverà la mostra dalla
strada.
E domani sarà quel che sarà.
Tra azioni creative,
comunicazioni variegate, fuochi d'artificio, chiusura temporanea(?) del CIE, e scarsa partecipazione
della cittadinanza, buona quella delle organizzazioni che hanno
indetto la manifestazione rilevata la concomitanza di altre
iniziative nazionali, come la marcia No Tav o quella nella terra dei
fuochi, insomma tuto ben quel che finisi ben,
per adeso.
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