Il
23 novembre 2013 si svolgerà a Roma la manifestazione che richiamerà
da tutta Italia diverse persone per mantenere ferma l'attenzione
sulla vicenda che vede da oltre 20 mesi i due militari italiani
trattenuti in India. Partiranno
bus da tutta Italia, Trieste inclusa, per esempio l'organizzazione
politica Trieste pro patria ha fatto presente che organizzerà un bus
per presenziare con una propria delegazione al detto evento, che
negli intenti sarebbe apolitico ed apartitico. Come
è noto i due fucilieri di marina Capo di 1 cl Latorre
Massimiliano e 2 capo Girone Salvatore fanno parte del noto
battaglione San Marco.
E'
singolare, a tal proposito, notare come sul profilo ufficiale della
pagina facebook del Reggimento San Marco, sia stato condiviso lo
stato dei “fascisti
del terzo millennio”, Casapound, che chiedevano, così come
accaduto anche a livello istituzionale in diversi Comuni italiani, il
ritorno dei due militari. Purtroppo Ajesh
Binki di 25 anni e Valentine
di 45 anni a casa non rientreranno più .
Ad
ottobre 2013 la Confitarma Confederazione
Italiana Armatori , rendeva noto che “nonostante lo
straordinario impegno della Marina militare che dal novembre 2011 ha
assicurato la protezione di circa 250 viaggi nell’Oceano Indiano
grazie all’imbarco dei Nuclei Militari di Protezione (NMP),
restavano a tutt’oggi ancora scoperte alcune rilevanti rotte
nell’area a rischio pirateria” e dunque le
navi mercantili italiane potranno utilizzare anche guardie giurate
per difendersi da eventuali attacchi di pirati sulle rotte
internazionali.
In
data 11 ottobre 2011 veniva siglato il Protocollo di intesa tra
Confitarma e il Ministero della Difesa, ai sensi del Decreto
Legge 12 luglio 2011 , n. 107, in base al quale
nell'ambito delle attivita' internazionali di contrasto alla
pirateria al fine di garantire la libertà' di navigazione del
naviglio commerciale nazionale, si affermava che "è possibile stipulare con
l'armatoria privata italiana e con altri soggetti dotati di
specifico potere di rappresentanza della citata categoria convenzioni
per la protezione delle navi battenti bandiera italiana in transito
negli spazi marittimi internazionali a rischio di pirateria
individuati con decreto del Ministro della difesa, sentiti il
Ministro degli affari esteri e il Ministro delle infrastrutture e
dei trasporti, tenuto conto dei rapporti periodici dell'International
Maritime Organization (IMO), mediante l'imbarco, a richiesta e con
oneri a carico degli armatori, di Nuclei militari di protezione (NMP)
della Marina, che puo' avvalersi anche di personale delle altre
Forze armate, e del relativo armamento previsto per l'espletamento
del servizio".
E
così è stato.
Una
convenzione che prevede per esempio che l’attività
di protezione può ben essere svolta da 10 Nuclei Militari della Marina,
ciascuno composto da 6 uomini, da imbarcare sui mercantili battenti
bandiera italiana in transito nelle aree che sono oggi a rischio di
pirateria, la non responsabilità del Comandante della
Nave per le scelte inerenti le operazioni compiute nel respingimento
di un attacco dei pirati ma nello stesso tempo di mantenere idonee
coperture assicurative per responsabilità civile verso terzi, e
specificatamente per i danni al personale NMP che dovessero derivare
per colpa imputabile all’armatore o i suoi ausiliari.
Con
la Legge
2 agosto 2011, n.130 veniva invece autorizzato, "nei casi
in cui non sono previsti i servizi di protezione come effettuati
dalla Marina Militare", l'impiego di guardie giurate, " il ricorso a
guardie giurate individuate preferibilmente tra quelle che abbiano
prestato servizio nelle Forze armate, anche come volontari, con
esclusione dei militari di leva, e che abbiano superato i corsi
teorico-pratici di cui all'articolo 6 del regolamento di cui al
decreto del Ministro dell'interno 15 settembre 2009, n. 154,
adottato in attuazione dell'articolo 18 del decreto-legge 27 luglio
2005, n. 144, convertito, con modificazioni, dalla legge 31 luglio
2005, n. 155. 5-bis".
Mancavano
i provvedimenti amministrativi attuativi ed ora, guarda il caso non poi tanto casuale, sono arrivati. Probabilmente la questione dei marò è stata determinante per accelerare tale iter, e
quel comunicato, come pubblicato sul sito della confederazione degli
armatori, lascia presagire che la marina militare italiana lentamente
o forse rapidamente passerà le consegne ai vigilanti privati. Certo,si
dirà, ma quanto è normale che la marina militare italiana venga
adoperata per tutelare gli interessi del capitale privato? Per non
parlare di tutto il business che è legato al fenomeno della così
detta pirateria, sistema assicurativo in primis.
Come
sempre in Italia tutto è possibile ed anche stranamente e fottutamente normale.
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