La
dignità non ha prezzo alcuno.
La
valigia in mano, un sospiro e l'attesa del volo per quella terra che
si deve proprio amare.
Mente
occupata da mille pensieri tumultuosi.
Sogni disoccupati in cerca di occupazione.
Esperienza di vita, ebbrezza
di finta libertà concessa dal progresso umano.
Dopo
la breve o lunga attesa, ancora una volta semplice questione di
prospettiva, dopo aver spogliato il proprio corpo da tutte quelle
cose materiali che non permettono il superamento della linea di
confine, ecco le parole di Seneca bagnare le ali del tumulto.
"Ti
prego Lucillo mio carissimo, fà' la sola ed unica cosa che può
renderti felice: calpesta e distruggi questi beni che splendono solo
esteriormente, che non dipendono da te ma ti sono dati da altri,
dalla sorte; aspira al bene vero e godi solo di te!”
Ecco l'eco nella sì lunga attesa.
Avanti
e indietro aspettando quell'uccello meccanico che ti condurrà via in
alto, li ove il cielo è sempre più blu. Rombo di motori. Il mondo
piccolo piccolo scorge da quella finestra minuta e trasparente che si
pone al tuo fianco. Gira il mondo, gira la testa, ma nessuno resta
per terra. Stai
volando.
Stai volando verso il paese
delle meraviglie consumistiche.
Note
e parole che ti rapiscono, nell'ondeggiare con quel tempo da
meccaniche mistiche e profondamente esoteriche.
La ricerca interna
dell’uomo, attraverso la musica, l'arte, le scienze o
l'occultismo, ti condurrà attraverso l’introspezione, alla
riscoperta del tuo essere, alla conoscenza della tua natura interna ,
di quel Dio, quel grande architetto dell'Universo atteso da una
moltitudine di individualità e disconosciuto da mille e più
soggettività.
Filamenti di nuvole stratificate. Zucchero filato volante. Il cielo
lavora con lentezza. Nell'essenza di tale lentezza, ora le nuvole
hanno disteso il corpus nell'infinità incompresa di quell'orizzonte
che si cerca di catturare. Ma come si può catturare ciò che non si
vede?
Ancora nuvole e zucchero filato volante è ciò che tu vedi.
Mediterai sul
desiderio per un solo attimo di sfiorare con le proprie dita quel
meraviglioso splendido regalo offerto da madre natura e leccare
quello zucchero che ti attira senza mai catturarti.
Le
nuvole.
Con
impeto dolce, verrai rapito dalla profondità del mare.
Mare che si
congiunge nel cielo. Cielo smarrito nel perdutamente baciare il mare
nostrum .
Le onde del dio Nettuno che mutano in nuvole assorte in un
non definito movimento catartico. Sembra di vivere l'intensità
dell'emozione con cui Venere andava alla ricerca di Psiche. "
Uno stormo di passeri e di altri uccelli canterini faceva mille giri
volteggiando attorno al carro e seguendolo da vicino con allegri
cinguettii per festeggiare l'avvento della dea .Ed ecco che le nubi
si ritirano, il cielo si apre davanti alla sua figlia e la dea viene
accolta gioiosamente nelle più alte regioni dell'atmosfera..."
Così scriveva
Apuleio nella la favola di Amore e Psiche. Ed è proprio quello che è
accaduto nell'immortale frangente di tempo.
Pensieri
tumultuosi, senza senso unico, ma dall'infinita essenza in quella
dignità nell'essere umanità.
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