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Binnu o Binnu u trattori, Bernardo Provenzano, ritenuto il
capo di Cosa Nostra, è stato messo a tacere per sempre.
Avrebbe parlato?
Sì, e le indicazioni
ci sono tutte.
La
vicenda del sacchetto, le botte, ed il modo in cui ora è ridotto. Su
una sedia a rotelle, un corpo che respira, a cui batte ancora il
cuore, ma che non potrà più parlare.
I
mafiosi parlano in codice, un codice simile a quello massonico, un
codice ben conosciuto da chi deve essere conosciuto.
Nel
video risalente a maggio 2012, pubblicato da Servizio Pubblico, durante il colloquio nel carcere di
Parma tra Provenzano e la famiglia, dopo il presunto tentato
suicidio, anche quello messaggio in codice, mi ha colpito un
passaggio, quel 16 anni, tu avevi 16 anni, dirà Provenzano,
ma il figlio in quel momento non capirà.
Era
il 5 aprile del 1992 ed i figli di Provenzano usciranno dalla
clandestinità dopo ben 16 anni.
Il 5
aprile del 1992 è una data significativa nella storia della
repubblica italiana, finirà la prima repubblica, la DC otterrà il
suo minimo storico e per la prima volta in un'elezione di rilevanza
nazionale non supererà il 30% dei consensi , il mese prima verrà
ucciso Salvatore Lima, un segnale che anticiperà ciò che poi si
formalizzerà a livello politico con la caduta della DC, il mese
successivo ci sarà la strage di Capaci e poi arriverà quella di via
d'Amelio.
Tutto
connesso, quel 16 anni è una parola chiave, una parola chiave che
lascia ben intendere cosa è stata la trattativa, che lascia ben
intendere in cosa è sfociata, che lascia intendere cosa è poi nato,
che lascia ben intendere cosa avrebbe svelato Provenzano.
Un
Capo tradito, un Capo che ha migliaia di responsabilità certamente,
un Capo che è stato catturato solo e quando ciò poteva essere utile
alla politica per ragioni anche elettorali, quando si è realizzato
il nuovo passaggio di consegne, quando un nuovo mafioso è diventato
il padrino dei padrini, quando non contava più nulla, salvo un
piccolo ma determinante particolare.
Quando
viene meno il rispetto, e nei suoi confronti è venuto meno, emerge
il rischio della confidenza, non avrebbe detto tutto, ma
probabilmente cose significative, forse verso chi lo ha tradito e che
ha tremato. D'altronde le vicende Calvi o Sindona insegnano molto su
cosa si rischia quando si può osare, per mille e ragioni e motivi,
la “spifferata”, dal carcere non uscirai vivo, o verrai ucciso
con ritualità simboliche, o semplicemente verrai messo nelle
condizioni di non nuocere.
Dopo
16 anni si esce a viso scoperto.
Non
vi è più la necessità di far vivere la clandestinità alla propria
famiglia.
Dopo
16 anni è l'attacco finale.
La
trattativa sull'articolo 41 bis è una menzogna, è una distrazione.
Nascerà
l'accordo tra Stato e mafia, lo Stato sarà mafia, il sigillo sarà
la politica, la nuova stagione della seconda repubblica che è ancora
vigente e morente, con il suo simbolo ben chiaro ed evidente a tutti.
La
Seconda Repubblica con le sue massime soggettività e la morte
fisica e politica decisa dalla mafia della Prima Repubblica, sarà il
prodotto della trattativa.
Lo Stato ha ucciso la
verità, ha scelto la via dell'omertà per salvare se stesso.
Quella piccola parte di
Stato che ha cercato di contrastare lo Stato corrotto, cercando di
debellare il virus dello Stato massonico e mafioso, supportato dal
credo che domina da secoli in Italia, ha fallito, e lo Stato tutto è
stato travolto dall'omertà.
Quanti sacrifici, quante
vittime, quante ore di lavoro, di passioni gettate via nel nulla?
Perché rompere il muro
dell'omertà vorrebbe significare semplicemente la realizzazione
del massimo tradimento verso se stesso.
Quanto è credibile uno
Stato che organizza le giornate sulla legalità, contro la mafia, uno
Stato che cura l'apparenza, che non coglie l'attimo del confronto che
viene aperto dal presunto Capo di Cosa Nostra? Non è credibile, è
uno Stato falso, bugiardo.
Provenzano avrebbe messo
nero su bianco ciò che già sappiamo ma che facciamo finta di non
voler capire continuando a votare come se niente fosse, gli indizi
sono gravi, precisi e concordanti, ma la formalità, verità
essenziale per la società, mai arriverà.
Provenzano la porterà
via nella sua tomba, come via nella tomba sono stati portati altri
mille segreti, ed altri verranno portati via, in tombe esoteriche e
massoniche già pronte che attendono di ospitare quel sorriso
plastificato che è espressione chiara ed evidente dell'accordo tra
Stato e mafia, che ha partorito vittime, sangue e violenza.
Si
aprono intanto le porte della Terza Repubblica, un passaggio di
consegne doloroso, nel silenzio, un passaggio che segna una nuova
presa di potere, è cambiata la strategia mafiosa, non è cambiata e
non potrà cambiare, la fune che legherà il potere alle mafie, la
massoneria “deviata”, come viene chiamata la massoneria che
supporta logiche criminali e delinquenziali per conseguire la
stabilizzazione del potere massimo. Le vecchie guardie verranno
catturate, anche gli ultimi latitanti verranno catturati, d'altronde
la cura dell'immagine e del simbolismo ha un prezzo e questo prezzo i
vecchi mafiosi lo hanno pagato a caro prezzo perché lo Stato non ha
più bisogno della vecchia mafia e la nuova mafia non ha bisogno del
vecchio Stato come strutturato a livello politico ed istituzionale.
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