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Visualizzazione dei post da dicembre, 2011

Maggio 1948: il primo treno d'Italia a Monfalcone dopo la guerra

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Poche ore dopo l'insediamento del primo Presidente della Repubblica, a Trieste, giungeva il primo treno d'Italia, dopo la fine della seconda guerra mondiale. Treno che passava chiaramente anche dalla stazione di Monfalcone, come testimonia un breve fermo immagine tratto dal prezioso video dell'archivio dell'Istituto Luce. Il video interessa l'i naugurazione della linea ferroviaria Venezia-Trieste. Fu un fatto storico di estrema importanza, un piccolo segnale di ritorno alla normalità in un Paese ridotto in macerie a causa della seconda guerra mondiale. Le ferrovie sono sempre state importanti nel nostro territorio, soprattutto grazie agli investimenti originari effettuati dall'Impero asburgico. Nel 1854 venne infatti aperta la linea da Trieste a Vienna  attraverso il Semmering. Il progettista fu il veneziano Carlo Ghega, a cui a Trieste è dedicata una via in città, linea di 14 gallerie, una delle quali raggiungeva la lunghezza di  ben 1431 m, con 16 viadotti e

Il silenzio del vento (video)

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Il silenzio del vento

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Silenziosamente è il vento dei mari del Nord, nel dipinto pennellato dallo sguardo sorpreso e ritrovato in quel guado ora silente, ora dormiente. Silenzio. Dorme il mare. Ho visto un color rosso unire la piazza del Ponte Rosso, con il sorriso di quella luna che nella notte del silenzio perduto ha baciato il buio del tempo avveduto. Scuote il sentimento senza nome la voce della Sacra Corona ungherese, con la violenza del passato non vissuto e dimenticato per quelle strade rese ove ogni libertà è persa, nella via non maestra di tal pensiero manifestato che ogni dissenso ha arrestato sulle rive del Danubio, nel vivo e doloroso dubbio che l'umanità è atroce nel perdurante errare. Silenzio. Dorme il mare. Ho toccato e sfiorato il complesso Kleine Berlin, tra le vie del Coroneo e le monotonie di Fabio Severo, in quella Trieste, che tanto ha sofferto, che tanto ha lottato per un passato qui ancor vivo e mai dimenticato. Ho visto il bu

Discorso di fine anno

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L'amo della democrazia... m. b

Il fenomeno delle agenzie debiti.

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In tempo di crisi, economica, sociale, le reazioni individuali spesso sono di mera esasperazione. Per esempio in base ai dati dell'Osservatorio Nazionale Osmed emerge che il consumo di antidepressivi dal 2000 al 2009 ha avuto un incremento medio annuo del 15,6%, con un aumento da 16,2 dosi giornaliere per 1.000 abitanti del 2001 a 34,7 del 2009. Questo dato per il 2011, che giunge alla sua fine, rimane costante. Per i primi 9 mesi del 2011 le dosi giornaliere  sono 35, leggermente superiori rispetto al 2009. Per non parlare dei suicidi o delle tragedie prevedibili evitabili, ma non evitate. Però in tempo di crisi, accade anche che nascono dei business. Questo potrebbe essere il caso delle c.d debt agency,  “agenzie di debito”, ovvero società di consulenza che assistono, la persona  sia fisica che giuridica indebitata, in crisi, fornendo varie indicazioni su come risolvere la propria situazione personale o aziendale. Queste agenzie erano praticamente inesistenti in It

We are rebellious metropolitan

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Io non ho avuto un nonno partigiano, ma il suo pianto non è stato vano per la nostra prigione, mio padre non ha lottato per il 68, non ha vissuto la battaglia di Valle Giulia e la P38, mia madre non è stata femminista ma neanche bordighista, eppure ho conosciuto il sapore della voglia di rivoluzione.  Chiudo gli occhi,  e penso, e ascolto, e odo, e godo. sì, godo nell'amplesso esistenziale, perchè giungono voci di rivolta. Ascoltatele, ascoltatele, ascoltatele... We are rebellious metropolitan we rebel the indignation, we want the rebellious indignation we are the train of the revolt we want the revolution; oh yea, we want the revolution, because we love the revolution, because we are the revolution, we are the metropolitan rebellious partisan. And now dream the sound of the rebellion, and now sound the dream of the revolt, a nd now i write the love for the freedom, we are the people, we are the liberty, we are the love, you are the

Ci occupiamo ( video)

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M. B.

Era solo un bravo ragazzo...

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Camminavi sulla scia del vento, ascoltavi il respiro del tempo, e ti perdevi, ti perdevi nella casa murata, murata dal silenzio di quella musica che non puoi ascoltare, che non puoi amare, che non puoi salvare. Eri solo un ragazzo, un bravo ragazzo, discutevi del goal mancato, pranzavi con gli amici, perché così è sempre stato, eppure avevi  nemici, conosciuti solo da chi guardava oltre, vissuti solo da chi ascoltava l'oltre, ricordato solo dalla solitudine di una vita, che non ha più tempo per evitare quell'incudine che sprofonda nella tua inquietudine. Tremavi, aprivi la mano, stringevi il tuo pugno nella rabbia liberata in quella stanza, sprigionata in quella gabbia, circondata da sbarre invisibili di dura indifferenza. Sbattevi la testa contro il muro per nascondere il tuo essere piccolo e uomo, non eri nessuno, non eri qualcuno, ora sei, ora sei, anche se più non ci sei. Eppure eri solo un

Da Bologna a Trieste, la TV spazzatura.

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No.  Non parlerò della TV intesa come scatola forgiante ignoranza, indottrinamento, indirizzamento, rincitrullimento. Non parlerò degli effetti della scatola drogata e drogante la massa. Ma parlerò della TV in quanto oggetto. Bologna-Trieste. 309 km. 3 ore e 21 minuti di percorrenza media. Accade che passeggiando su via Madonna del Mare a Trieste, noti, nei pressi del bidone della spazzatura, ovvero del contenitore destinato alla raccolta dei rifiuti urbani, una TV. Ti domanderai, ma cosa mai ci farà lì, tutta soletta quella TV? E'  natale. Forse una TV nuova ha sostituito quell'apparecchio di plastica, vecchio e tutto sporco. Oppure qualche individuo ha deciso di avviare processo di disintossicazione dalla dipendenza drogaTV. Tra dilemmi e stratagemmi possibili ed eventuali, in ogni caso quella TV si trova in un posto sbagliato. Perchè è lì da almeno due giorni. Di ciò ne ho avuta conferma perchè ho verificato il tutto con i passanti abitudina

Arrestato per scritte antimilitariste?

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Sul sito Indymedia si legge testualmente che Stefano, compagno torinese frequentatore dell'area libertaria, spesso attivo anche nelle mobilitazioni No Tav, si trova nel carcere di Ivrea per accuse legate a scritte antimilitariste apparse all'Alenia e contro il quotidiano La Stampa. per inviare telegrammi, lettere, cartoline: STEFANO MANGIONE CASA CIRCONDARIALE CORSO VERCELLI 165 10015 IVREA (TO) Non voglio entrare nel merito se sia giusto o meno scrivere sui muri, non è questo il  punto. Si può essere arrestati per una manifestazione del pensiero, anche  dura, anche critica, anche infamante il potere vigente, lo Stato esistente? Detenzione per la libertà di espressione? E' questa la democrazia oggi esistente? Se quanto riportato su indymedia, visto e rilevato che non si riescono ad avere maggiori informazioni, dovesse essere confermato, sarebbe a dir poco incredibilmente assurdo. Ma tale assurdità non mi sorprende. Non mi sorprende più nulla.

Il business di WikiLeaks?

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A volte è interessante sapere come nasce la stesura di un pezzo. Ogni blogger, ogni individuo, ogni persona ha un suo modo di procedere, di percepire le cose, nello stato presente delle cose.  Pensavo alle parole di Curzio Maltese, lette sul  Venerdi di Repubblica di questa settimana : "Con la recessione in marcia,ormai il problema dell'Italia non è più se eviteremo il default, ma come affrontare l'inevitabile bancarotta". Ed allora decido di andare a fare una visita al sito della Ragioneria Generale dello Stato. Provo e riprovo, ma niente di niente. La pagina non si carica. Allora tento con quello della Corte dei Conti e leggo un pezzo interessante, l' Audizione del Presidente della Corte dei conti presso le Commissioni riunite V, VI della Camera dei deputati e 5° Senato della Repubblica sul DL n. 201/2011. In sostanza la Corte dei Conti   critica, e duramente la manovra Monti in tema di pensioni, sostenendo che il contenimento delle dinam

E' natale, è natale ma...

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Oh oh oh  ah ah ah eh eh eh bon bon  dio bon è natale,  è natale, e non ho nulla da festeggiare. Ma io penso, e penso, a chi ha perso, a chi il lavoro ha perso, a chi la casa ha perso, a chi la speranza ha perso, a chi è solo e solo e depresso. Oh oh oh  ah ah ah eh eh eh bon bon  dio bon è natale. Chi va alla Caritas per mangiare, chi in prigione piange e si dispera, chi al bar si va ad ubriacare, chi in fabbrica subisce e non spera, chi in stazione si va a drogare, chi vive la guerra di questa nostra era, chi l'amore va ad abbracciare, per dimenticare anche una crisi che ti fanno scontare senza sconti, evviva il regalo del governo Monti. Vedo città intasate, da auto parcheggiate, da persone stressate, dal consumismo natalizio perché questo è il giorno dell'armistizio, spendo e compro per andare contro la depressione per andare incontro ad un sorriso di natale, perché è natale, è natale, cosa ho da festeggia

Ma che fai?

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Ehilà, sì, dico proprio a te, ma che fai?   Scrivo. Tu, scrivi? Scrivo. Scrivo per la democrazia che non c'è, scrivo perché vivo la follia del quando, perché sta arrivando. Non lo senti? Non ti senti? Oh ma che vuoi che sia, io ora canto non credo e non prego. Scrivo perché non me ne frego, scrivo per il tuo ego, scrivo perché devo. Non lo vedi? Non ti vedi? Eppure sta ascoltando, eppure sta osservando, eppure sta arrivando. Ma chi il laudato sii messia? Non ho messia, non ho euforia, non ho pazzia, non lo ascolti? Non ti ascolti? T u e i tuoi pensieri assorti e mai assolti. Ma quale assoluzione nell'era della redenzione? Io vivo la prigione, cercando l'evasione amando la ribellione. La ribellione è la tua amante? Nessuna amante, nessuna poesia allegante la follia con l'euforia, semplice ribellione, mia evasione. Ma, tu, sì, dico proprio a te, vai ancora alla ricerca dell'attimo che non c'è? Se lo penso esiste,

Sei Avvocato? Ma non puoi insegnare diritto. Una proposta per il concorso che verrà...

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  Quello che ora scriverò, è una riflessione, che non vuole essere a sostegno dei più o dei meno, ma semplicemente evidenziare un dato di fatto. In Italia esistono tantissimi avvocati. La maggior parte,mi riferisco ai giovani, sono precari, anzi di più. Esiste una concorrenza difficile da reggere specialmente se non sei "figlio di papà", se non hai ereditato uno studio professionale, se non hai un capitale di fondo a disposizione. Perché quella del settore dell'avvocatura è un mercato. Un mercato in crisi, dove i giovani sono praticamente tagliati fuori. E le ipotesi di riforma della professione non aiutano certamente chi non ha reddito o chi si rifiuta di difendere i soliti noti. Per esempio si discute del fatto che una delle condizioni per rimanere iscritti all'Albo e si paga ogni anno una tassa, sarebbe la produzione di numero x di cause, ma anche avere un determinato reddito fatturato. In sostanza se queste dispo

Ad Ichino non m'inchino.

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Sembra che il debito pubblico non sia più un problema. Fino a qualche giorno addietro non si parlava che di debito pubblico. Si parlava di rischio fallimento. Si parlava e parlava talmente tanto di ciò, che alla fine anche il più scettico pensava... Minchia qui falliamo. Nascono, giustamente, comitati no debito, si propongono ipotesi di mera insolvenza e così via dicendo. Fin quando un be dì, giusto per dire bel dì, accade che il debito pubblico non è più un problema. Non si parla più di debito. E pubblico. Debito figlio specialmente di tangentopoli e delle speculazioni pro-Tav. Eppure il problema, ora che è stata approvata la riforma delle pensioni non si pone più. Almeno per ora. Bene. Mandiamo i lavoratori in pensione più tardi. Ma con una pensione deprimente. Beh se voglion avere una pensione decente possono sempre investire nei fondi pensioni no? Una bella pensione privata,complementare e tutti contenti. Beh

Go visto un malandrin

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dedicata alle amiche ed agli amici di Trieste m.b In quel molo chiamato Audace, go visto un malandrin . Arriva la bora, e San Giusto scampana l'ora che non c'è, perché il tempo a Trieste si è perso nell'eco della vecia Tergeste. Terrà di caffè, tra un nero ed un capo, ma anche un capo in b, si fa largo dal frenetico letargo, il dialetto tra chi cerca la coscienza di Zeno, chi ascolta i passi della Gente di Dublino, e chi legge sui giornai , robe false ma vere , nei versi di quel Cergoly, ora dimenticato, ora amato, ed adesso eccolo qui. Trieste, in quel bordello di  via Cavana corre corre con lentezza la carovana sempre in viaggio, anzi, anzi alla ricerca dell'ancoraggio nel porto vecchio dove abbandonarsi semplicemente è, sì, è bello. Qualcuno dice che il dialetto  xe la forma de espresion più dolze che ghe possi esser , altri che non vi è più un tetto per una lingua dialettale nell'epoca della città globale. Eppur

I lavoratori della scuola saranno senza tutela dagli infortuni sul lavoro?

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Quante parole, parole e parole sono state espresse, anche dall'attuale Capo dello Stato in tema di sicurezza sul lavoro? Si dice che è inaccettabile, che è insopportabile, che è insostenibile morire sul lavoro o patire ferite sul lavoro, per il lavoro, durante il lavoro. Eppure, ancora una volta, queste parole rischiano di divenire, semplicemente espressioni di pura demagogia. Si piangono in morti, si condannano gli omicidi sul lavoro, ma la prevenzione non esiste. E in tempo di crisi, morale, etica, sociale ed economica, cosa ha deciso di fare il Governo tecnico-politico Monti? Il Decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201 - Disposizioni urgenti per la crescita, l'equità e il consolidamento dei conti pubblici ( in G.U. n. 284 del 6 dicembre 2011 ), come attualmente modificato nel primo passaggio parlamentare, all'articolo 6 afferma testualmente che ferma la tutela derivante dall'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni e le malattie profes

Ci occupiamo

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dedicata ad #Occupy Trieste ed agli Assalti Frontali ma anche a tutti gli Occupy globali e ribelli. m.b Compagne e compagni, stanchi di ascoltare, stanchi di parlare, stanchi di subire, stanchi di partire, e noi cosa facciamo? E noi cosa facciamo? Ci occupiamo. Urla la piazza, la gente stramazza, prendo la mazza esplode la rabbia, sfascio il fascio, sfascio la gabbia e noi cosa facciamo? E noi cosa facciamo? Ci occupiamo. Da Palermo a Trieste, io non resto fermo, cantano gli assalti, gli Assalti Frontali Voi cosa fareste? Voi cosa fareste? Occupy Trieste. Circondi la Questura, chiudi la fessura, la fessura del potere, sete di volere, volere di giustizia volere la giustizia, giustizia sociale, arriva la ribelle, la ribelle ribellione ribellione globale contro il capitale, e noi cosa facciamo? E noi cosa facciamo? Ci occupiamo. Compagne e compagni, stanchi di ascoltare, stanchi di parlare, stanchi di subire, stanchi di