Lo spirito di solidarietà del Friuli

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  Dopo la tempesta, potente, imprevista, sconvolgente, la classica quiete, che sa di beffa. Il sole, il silenzio, il rumore di chi spala fango, di chi si è attivato senza battere ciglio per aiutare. Subito. Solidarietà. Così è stato nei periodi delle grandi tragedie e drammi che hanno colpito questa piccola fetta di terra d'Europa. Che ha conosciuto due guerre mondiali, con il Friuli non spettatore, ma suo malgrado, attore. Così è stato con eventi diabolici, come la tragedia del Vajont, così come è stato con il terremoto del 1976. Una terra che non cerca di compiacersi, che non ha bisogno di sentirsi dire quanto siamo bravi o più fighi o meno fighi degli altri. Si va oltre, si va avanti, insieme. Il dolore delle vite sottratte cinicamente da questo mondo è e rimarrà vivo, ma la forza di rialzarsi in breve tempo, senza perdere tempo in giustificati lamenti, che questa terra continua a dimostrare, generazione dopo generazione, è più unica che rara. Il sole splende lì dove una frana h...

Otto mesi per...


 Otto mesi.
 244 giorni  per:
a)  Mutare l'essere umano in automa servile al padrone; (promozione e valorizzazione del capitale umano)

b) distruggere il diritto del lavoro; ( efficientamento del mercato del lavoro)

c) distruggere i beni comuni ed i servizi pubblici; (apertura dei mercati in chiave concorrenziale)


d)  tutelare i padroni; (sostegno all’imprenditorialità e all’innovazione)


e)  de-responsabilizzare il capitale; (semplificazione normativa e amministrativa)


f)  privatizzare la pubblica amministrazione;( modernizzazione della pubblica amministrazione)


g)  giustiziare la giustizia; (efficientamento e snellimento dell’amministrazione della giustizia)


h)  devastare l'ambiente; (accelerazione della realizzazione delle infrastrutture ed edilizia)


i) 
de-costituzionalizzare l'Italia; (riforma dell’architettura costituzionale dello Stato)

Otto mesi per golpizzare il sistema sociale italiano,
otto mesi di  triste degrado disumano,
colpo di Stato del Capitale 
per onorar il ceto padronale;
ma un solo minuto per infiammare strade e città
con il grido della rivolta
e l'urlo della dignità umana,
ora travolta
da tal fiume di melma impetuosa
violenta e tempestosa,
invaderà il Palazzo del Potere
non per soprassedere la libertà,
ma per sventolare la rabbia di tal ingiustizia sociale
sulla vetta di quel Colle 
or protetto dal sistema vigente,
presto represso dal potere deprimente,
ma in tal momento di crisi epocale,
tra sorrisi amari 
avari e derisi
non offriremo la nostra testa
alla spada di tal mostro tenebroso
che la speranza di ribellione or calpesta.
Parlan di lettera dei sogni,
parlan di lettera coraggiosa,
ahimè profondamente oltraggiosa di ogni umana dignità,
ma in tal sorte e laica verità,
sarà solo la chiave per esorcizzare
questa diabolica società.
Otto mesi per disumanizzare il non più bel Paese,
un solo minuto per mandarvi tutti,
con vivo sentimento,
lungi da ogni pentimento,
a quel paese.

Marco Barone

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