La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Déjà vu reale: capodanno a Venezia.

Meno cinque, meno quattro, meno tre, meno due, meno uno... Esplosione collettiva.
Fuochi, spumanti danzanti nell'aria, urla di gioia, ebbrezza esternata nel delirio del ridere e gioire, e poi baci, tanti baci d'amore, accompagnati nell'abbraccio della lanterna veneziana che lentamente saluta il vecchio anno volando via nell'infinità del ciel notturno lagunare.
Il 2011 è arrivato.
Cosa mai è mutato dal giorno prima a quello odierno?
Per convenzione umana si calendarizza la regolamentazione del vivere sociale e di conseguenza l'adeguamento e l'adattamento a tali canoni è inevitabile.
Ogni anno, o meglio al passar dall'anno come dire vecchio a quello entrante, ho il rito della sigaretta.
A mezzanotte ed un secondo accendo la mia sigaretta, con la frase " è già passato un anno da quando ho fumato l'ultima sigaretta". Ciò per ricordare nel mio delirio di essere anche io uomo convenzionale che nella sostanza erano passati pochi minuti o ore, ma come per strana magia in verità si passa a nuovo anno.
Venezia è incredibile.
Treni speciali, macchinette della stazione che non funzionano, file enormi a far il biglietto per poi salire sul carro non più a vapore che ti conduce nella città animata da una foresta sommersa dall'acqua color verde vita e speranza
 Noti subito che i ristoranti, le pizzerie sono a dir poco piene, stracolme. File di persone che attendono fuori per riempir la propria pancia. La temperatura è gelida, ma i vicoli veneziani riscaldano sempre il tuo cuore, il tuoi senso di pace eterna, divina, amen.

Ma come per incantesimo convenzionale umano ecco che i prezzi del cibo, per esempio le pizze incrementano.
Una pizza margherita la trovi ad otto euro, ma anche a 12 euro. Beh passa l'anno e passa anche la memoria quindi, per un giorno si può fare, aumentiamo i prezzi.
Cerchi di capire dove poter mangiare qualcosina. Vedi i self service, anche in quella mensa pubblica/privata e poco economica trovi file enormi.
Insomma a Venezia  per chi vorrà andare il prossimo anno a godersi la magia dei vicoli notturni illuminati dalla follia umana, dai riflessi delle maschere indossate dai cavalieri e dalle dame per valzerizzare il bacio notturno d'amore nella piazza San Marco, è vivamente suggerito cena a sacco.
Provi ad andare contro corrente.
Nel senso che a Venezia nella notte del 31 dicembre, esperienza di vita da provare, deve essere quella di andare oltre il percorso seguito dal gregge umano.
Con l'abbraccio della musa ci provo.
Vedi gli sguardi stupefatti delle persone, che si chiederanno ma dove mai si recherà?
Diventi sottile sottile, tra il muro delle case colorate e le persone che in massa si recano in piazza S. Marco passano pochi centimetri.
Bella prova di vita.
Andare contro.
Contro.
Ma pensi anche con sospiro " eh se tutte queste persone scendessero in piazza per manifestare e lottare per la giustizia sociale".

Girovagando per le vie veneziane ed oltrepassando qualche sottoportego e attraversando vari campi come per magia incompresa ti ritrovi senza capire come, allo stesso punto di partenza.

Ecco il  Déjà vu reale.  Strana sensazione di soprannaturalità,  colorata da un tocco di misteriosità senza fede.
Giri giri e giri e poi ti ritrovi al punto iniziale di partenza.
Il labirinto veneziano è proprio divertente.
L'ora fatidica si avvicina.
La massa umana diviene sempre più corporea, più solida, più omogenea, più consistente.
Le vie sono letteralmente intasate.
Si rimane bloccati.
Che fare?
Pazienza bisogna avere solo pazienza.
E coltivando la pazienza guardando le vetrine che espongono dolci di ogni tipo, misura, grandezza, e portata calorica, la massa umana ti trascina via lontano con se stessa.
E come per magia giungi sulle rive.
Il cielo è colorato dall'arte pirotecnica.
Tante palle ora piccole poi grandi, poi immense, che sembra quasi che ti cadano in testa, ecco sovrastare con dolcezza violenta i tuoi pensieri.
In quel momento non pensi.
Come ipnotizzato dal paesaggio lagunare, dalle gondole dormienti , e dai colori del cielo ora rosso, ora blu, ora verde, ora giallo, abbracciando il sapore dolce salato della vita comprendi che in effetti un nuovo anno convenzionale o meno che sia è giunto.

Tra rincari di mezzanotte dell'autostrada per chi viaggerà in auto, tra rincari di ogni natura che accompagneranno in questa notte dalle grandi speculazioni ma nello stesso tempo dalla grande magia del bacio notturno danzante sui riflessi colorati della scintille ardenti di vita rossa rivoluzionaria veneziana, ecco che   conduci il tuo corpo materiale ma anche la tua mente assorbita nel cuore palpitante vita vera sognata e reale, su quella via del ritorno che non pensavi fosse poi così vicina.

Perchè il tempo non tempo è volato via per gli orizzonti indefiniti dalla follia umana, perchè quella sfera di cristallo che per una notte ha avvolto Venezia ora scuote il tuo senso di umanità; quel senso che  ti prende per mano e conduce il tuo essere sull'altura della vetta  della montagna della sapienza ove comprendi che la vita è veramente breve, fulminea, ed è solo l'intensità con cui vivi l'attimo che può mutare un secondo di tempo nell'eterno gioire.

Marco Barone

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