La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Dall'identificazione del presunto infiltrato a nuove prove verso il misterioso agente provocatore.

Il ragazzo con il giaccone beige di cui si vocifera da ieri essere un infiltrato, è uno studente minorenne di roma, conosciuto dai compagni che ci confermano la sua identità.
Non ha nulla a che fare con gli sbirri.
Per cortesia stop alle ricostruzioni: era un manifestante come gli altri.
Questo è quanto si legge testualmente su   http://emiliaromagna.indymedia.org/node/9978,  breve nota informativa inserita dall'amministratore di uno dei principali siti di contro informazione di movimento.

Sulla stessa linea è la Procura di Roma: "L'individuo che indossava il giubbotto color beige non risulterebbe tra le persone fermate". Mentre il  Questore di Roma precisa che : "L'abbiamo identificato, è un estremista di sinistra".
Alla fine verrà disposto il fermo del giovane che risulta essere anche minorenne.

Ma, e dico ma, esistono altre foto, altri video che in realtà sono molto più inquietanti della storia che ha tanto incuriosito giornalisti, critici, politici e magistrati.

Mi riferisco alla vicenda di quella persona che si presume essere agente provocatore, con la radio trasmittente in mano mentre viene manganellata dal finanziere.. La scena è sempre quella. Il contesto è sempre lo stesso.
Ovvero quando il finanziere ha protetto la pistola di ordinanza nel momento in cui è stato oggetto di aggressioni da parte di manifestanti ed agenti provocatori.

a partire dal minuto 2.08 al minuto 1.50  noterete che l'infiltrato, perchè alla fine capiremo che altro non può essere,  si muove ed agisce in modo assolutamente e  chiaramente indisturbato tra la polizia e con la polizia e con la radio trasmittente. Sì con quella radio che si diceva essere stata prelevata al finanziere. Peccato che quel momento, che a noi interessa, del video è antecedente all'evento relativo all'aggressione del finanziere; peccato che dal video si vede chiaramente che quella persona non è un semplice manifestante.  
Eh già, peccato. 

Altra prova: guardate la foto numero 5 di questa raccolta fotografica: 
http://www.unionesarda.it/Articoli/FotoGalleryDettaglio.aspx?pos=5&id=206874#gallery 
Guardate ora questo video  http://www.youtube.com/watch?v=21GZTFRLvyk&feature=player_embedded#! tra i secondi 0.42 e 0.48 noterete che il tipo che nella foto aggredisce il finanziere, quello con il berretto blu e disegno bianco è lo stesso che è con le forze di polizia e tra la polizia. Sembra essere lo stesso soggetto che viene poi manganellato dal finanziere, quello della radio trasmittente.
Ma come prima si schiera e collabora con le forze di polizia e poi aggredisce i finanzieri?
Qualcosa non quadra, o forse tutto quadra ed anche in modo palese.
La vicenda del ragazzo minorenne, che sembra essere confermata sia dal movimento che dalla Procura e Questura certamente ha creato grande scalpore,ma ciò non deve distogliere l'attenzione dall'agente provocatore, e dalle prove che ora noi forniamo.
In ogni caso i dubbi è lecito manifestarli, la democrazia permette anche questo ed i dubbi non possono che incrementare il senso di libertà da tutti noi ricercato e non vissuto in questo malato paese.
Invito la magistratura a visionare questi filmati, a fare i riscontri del caso, perchè a differenza della vicenda del  ragazzo minorenne, qui emergono non indizi, ma prove, ovvero elementi gravi, precisi e concordanti che evidenziano l'esistenza e non immaginaria ma reale dell'agente provocatore,  nella giornata del 14 dicembre 2010 a Roma.

Marco Barone

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