Nel 2026, 80 anni dalla strage di Vergarolla, come per la strategia della tensione, senza verità, anche se non si era più in Italia

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  Ancora oggi non c'è una lapide istituzionale che ricordi a dovere le vittime della strage di Vergarolla di cui non si conosce il numero esatto dei morti, 64 furono  le vittime identificate. Quanto accaduto il 18 agosto del 1946 ha lasciato il segno indelebile nella storia delle complesse vicende del confine orientale spesso strumentalizzate per revisionismi storici, nazionalismi nostalgici, che nulla c'entrano con la verità e la giustizia negata alle vittime di quel fatto drammatico. Come accaduto durante lo stragismo neofascista durante la strategia della tensione, praticamente non vi è stata alcuna verità, nessuna inchiesta degna di nota. Solo supposizioni, teorie, ipotesi, spesso istanze degne di ultras più che di seguaci della verità. Quel fatto tragico è stato chiaramente utilizzato dalla retorica revisionista per le proprie battaglie ideologiche anticomuniste e contro la Jugoslavia comunista di Tito. Quando accadde quel fatto, Pola, era una zona enclave all'interno ...

Dall'identificazione del presunto infiltrato a nuove prove verso il misterioso agente provocatore.

Il ragazzo con il giaccone beige di cui si vocifera da ieri essere un infiltrato, è uno studente minorenne di roma, conosciuto dai compagni che ci confermano la sua identità.
Non ha nulla a che fare con gli sbirri.
Per cortesia stop alle ricostruzioni: era un manifestante come gli altri.
Questo è quanto si legge testualmente su   http://emiliaromagna.indymedia.org/node/9978,  breve nota informativa inserita dall'amministratore di uno dei principali siti di contro informazione di movimento.

Sulla stessa linea è la Procura di Roma: "L'individuo che indossava il giubbotto color beige non risulterebbe tra le persone fermate". Mentre il  Questore di Roma precisa che : "L'abbiamo identificato, è un estremista di sinistra".
Alla fine verrà disposto il fermo del giovane che risulta essere anche minorenne.

Ma, e dico ma, esistono altre foto, altri video che in realtà sono molto più inquietanti della storia che ha tanto incuriosito giornalisti, critici, politici e magistrati.

Mi riferisco alla vicenda di quella persona che si presume essere agente provocatore, con la radio trasmittente in mano mentre viene manganellata dal finanziere.. La scena è sempre quella. Il contesto è sempre lo stesso.
Ovvero quando il finanziere ha protetto la pistola di ordinanza nel momento in cui è stato oggetto di aggressioni da parte di manifestanti ed agenti provocatori.

a partire dal minuto 2.08 al minuto 1.50  noterete che l'infiltrato, perchè alla fine capiremo che altro non può essere,  si muove ed agisce in modo assolutamente e  chiaramente indisturbato tra la polizia e con la polizia e con la radio trasmittente. Sì con quella radio che si diceva essere stata prelevata al finanziere. Peccato che quel momento, che a noi interessa, del video è antecedente all'evento relativo all'aggressione del finanziere; peccato che dal video si vede chiaramente che quella persona non è un semplice manifestante.  
Eh già, peccato. 

Altra prova: guardate la foto numero 5 di questa raccolta fotografica: 
http://www.unionesarda.it/Articoli/FotoGalleryDettaglio.aspx?pos=5&id=206874#gallery 
Guardate ora questo video  http://www.youtube.com/watch?v=21GZTFRLvyk&feature=player_embedded#! tra i secondi 0.42 e 0.48 noterete che il tipo che nella foto aggredisce il finanziere, quello con il berretto blu e disegno bianco è lo stesso che è con le forze di polizia e tra la polizia. Sembra essere lo stesso soggetto che viene poi manganellato dal finanziere, quello della radio trasmittente.
Ma come prima si schiera e collabora con le forze di polizia e poi aggredisce i finanzieri?
Qualcosa non quadra, o forse tutto quadra ed anche in modo palese.
La vicenda del ragazzo minorenne, che sembra essere confermata sia dal movimento che dalla Procura e Questura certamente ha creato grande scalpore,ma ciò non deve distogliere l'attenzione dall'agente provocatore, e dalle prove che ora noi forniamo.
In ogni caso i dubbi è lecito manifestarli, la democrazia permette anche questo ed i dubbi non possono che incrementare il senso di libertà da tutti noi ricercato e non vissuto in questo malato paese.
Invito la magistratura a visionare questi filmati, a fare i riscontri del caso, perchè a differenza della vicenda del  ragazzo minorenne, qui emergono non indizi, ma prove, ovvero elementi gravi, precisi e concordanti che evidenziano l'esistenza e non immaginaria ma reale dell'agente provocatore,  nella giornata del 14 dicembre 2010 a Roma.

Marco Barone

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