Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Sfiorando il muro

Quando ci si trova innanzi all'evento che si pone d'impeto all'improvviso su quel percorso intrapreso nel corso della nostra  breve vita, è incredibile come l'ordinario muti in straordinario, la propria essenza.

Viaggi tranquillamente sulla strada, distese di campo coltivato circondano quel piccolo mezzo che permette al tuo corpo di essere trasportato lì ove si desidera giungere per respirar aria di emozione.

Ascolti Stefano Rosso, una leggera pioggia scivola via sui pensieri distratti dal rumore della meccanicità quotidiana.

Nessun imprevisto.

Tutto come sempre.

Tutto apparentemente ordinario.

Ecco che all'improvviso il tuo mezzo sbanda, perdi il controllo.

Un muro si pone innanzi alla tua vicina fine.

Pochi metri, pochi centimetri ancora e probabilmente non sarei ancora qui a scrivere a comunicare con il

mondo in cui appunto vivo ove son vivo.

Mi accosto nella corsia di emergenza, cerco di capire cosa sia successo.

Pensavo di aver forato una gomma.

Subito dopo altra auto si ferma.

Il suo conducente scende, spaventato, anche lui ha rischiato di sbandare contro la vita.

Mi abbraccia per lo spavento.

Si è condiviso nella paura una grande solidarietà umana.

Due persone che mai prima si erano incontrate, nello spavento di non esserci più, si abbracciano.

Paura.

Si ho temuto il peggio.

Perdere il controllo del mezzo che si conduce così all'improvviso è una tremenda esperienza di vita.

Specialmente quando il tuo mezzo è diretto contro un muro.

Benzina.

Qualche auto aveva perso benzina per strada.

Che dire?

Che la vita è breve, basta poco per porre fine a tutto ciò.

Se ero già convinto prima della bellezza della vita, ora sono ancor più convinto di cosa è veramente

importante in questa vita.

Ottimismo rivoluzionario ed amore rivoluzionario.

Amore e vita.

Sorriderò sicuramente di più alla vita.

Sorriderò di più alla nostra vita.


Marco Barone

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