Lo spirito di solidarietà del Friuli

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  Dopo la tempesta, potente, imprevista, sconvolgente, la classica quiete, che sa di beffa. Il sole, il silenzio, il rumore di chi spala fango, di chi si è attivato senza battere ciglio per aiutare. Subito. Solidarietà. Così è stato nei periodi delle grandi tragedie e drammi che hanno colpito questa piccola fetta di terra d'Europa. Che ha conosciuto due guerre mondiali, con il Friuli non spettatore, ma suo malgrado, attore. Così è stato con eventi diabolici, come la tragedia del Vajont, così come è stato con il terremoto del 1976. Una terra che non cerca di compiacersi, che non ha bisogno di sentirsi dire quanto siamo bravi o più fighi o meno fighi degli altri. Si va oltre, si va avanti, insieme. Il dolore delle vite sottratte cinicamente da questo mondo è e rimarrà vivo, ma la forza di rialzarsi in breve tempo, senza perdere tempo in giustificati lamenti, che questa terra continua a dimostrare, generazione dopo generazione, è più unica che rara. Il sole splende lì dove una frana h...

A Trieste è vietato suonare per strada.


Tempo addietro vagando per le strade di Trieste, incontrai dei musicisti c.d.di strada.
Sorridevano,erano allegri, erano "vivi".
Si avvicinarono senza recarmi alcun disturbo, nessun stato di insicurezza coglieva il mio essere uomo libero, in una terra e città che voglio credere ancora libera. Chiesi cortesemente di suonare Bella Ciao.
La suonarono.
In quel frangente di tempo ove anni di storia e sofferenza scorrevano sulle note di quella che dovrebbe essere il nostro inno nazionale, ho vissuto una grande emozione, una splendida sensazione che probabilmente sarà destinata e rimanere solo un ricordo di vita vissuta.

Dico questo perchè,con delibera del Comune di Trieste, entrata in vigore il 15 ottobre 2010 ( prot. Corr 2/5/42/1-2010), nella splendida città di confine,la Giunta Comunale capeggiata dal Commendatore della Repubblica nonchè Grande ufficiale, Roberto Dipiazza si dispone in via autoritaria il divieto di suonare per strada...

Tale ordinanza dal seguente titolo: "Limitazioni all'esercizio dei mestieri di strada, di suonatore ambulante, cantante, cantastorie e similari" prevede in sostanza che "dal momento che i suonatori che spesso vi insistono chiedendo anche la questua, creano notevole disturbo sia alle attività commerciali ivi presenti, sia ai passanti, aumentando così la sensazione di scadimento della qualità della vita urbana e conseguente senso di insicurezza; al fine di prevenire e di eliminare quei comportamenti che possono causare scadimento della qualità della vita e del decoro urbano", il musicista verrà prima allontanato, se persiste avrà il sequestro dello strumento, se persiste ancora pagherà una multa di 100 euro.

Salvo che non si rientri nella categoria di "artisti particolarmente qualificati", beh in questo caso potrà essere rilasciata una specifica autorizzazione ad esibirsi nell'ambito della zona considerata.

Ma avranno creato una commissione ad hoc per stabilire chi è artista qualificato o meno? Quali saranno i criteri? Chi ha diritto di giudicare il "valore" della musica?
Suonare uno strumento musicale per le vie di Trieste conferisce senso di insicurezza?

Follia pura.

Ma è la triste realtà affermata in Trieste.

Un tempo non lontano si passeggiava per le vie della città, imprigionata dalle catene della burocrazia e del consumismo, ascoltando le note musicali di chi con passione ed allegria elargiva note di vita; da oggi,a Trieste, ciò sarà solo mera utopia.
Sembra che il prossimo passo di questa Giunta Comunale sia quello di vietare ai giovani extracomunitari di vendere cose per strada: «Irragionevole vedere dei marcantoni che vendono libri illeggibili per via, perché non vanno a lavorare, a un’agenzia interinale, o alla Caritas?». Questo è quanto si legge sul Piccolo di Trieste ( http://ilpiccolo.gelocal.it/dettaglio/trieste-il-comune-caccia-i-musicisti-di-strada/2556501).

Marco Barone

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