Il Comune di Ronchi "adotti" la tomba storica della famiglia Fontanot e le tombe storiche a rischio oblio del cimitero

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Il territorio ronchese durante le drammatiche vicende della seconda guerra mondiale ha pagato dazio pesantemente soprattutto per il contributo dato da diverse famiglie nella lotta di liberazione. Decine di famiglie hanno visto spezzato il proprio legame, non hanno potuto veder crescere i propri figli, fratelli, sorelle perchè la guerra non conosce pietà alcuna. Tra le famiglie che maggiormente hanno lasciato il segno nella storia non solo locale ma anche internazionale c'è sicuramente quella dei Fontanot. Su cui sono stati scritti diversi libri, realizzati documentari e intitolate vie in diverse località. Eppure al cimitero di Ronchi non si può restare indifferenti allo stato attuale in cui si trova la tomba dei Fontanot. Scritte purtroppo totalmente illeggibili e alcuni segni di cedimento della struttura tombale. In quella tomba, si riportano i nomi di Fontanot Regina, Fonanot Licio, Fontanot Giovanni, Fontanot Maria, Fontanot Enea, Fontanot Armido, Fontanot Vinicio e Fontanot ed ...

Terzigno e Manganelli.




Terzigno, piccola cittadina che sorge alle falde del Vesuvio ha vissuto tre volte la distruzione a causa della ribellione di madre natura, del Vesuvio.

Non a caso il motto Ter Ignis da cui deriva probabilmente il nome attuale Terzigno, significa tre volte il fuoco.
Tre volte morte.
Tre volte distruzione.

Ma Terzigno, grazie all'orgoglio dei propri abitanti, del proprio popolo ha alzato sempre la testa, anche sfidando madre natura.
Quindi, se Terzigno è rinata tre volte, non credo che cederà alla becera volontà camorristica consistente nell'imporre la realizzazione della discarica nel parco Nazionale del Vesuvio.
Il popolo esprime il proprio dissenso, lotta per l'autodeterminazione delle proprie scelte, lotta per il diritto alla salute e quindi, alla vita.

Manganelli, l'attuale capo della Polizia ha dichiarato che :
«C'è rammarico per il fatto che temi che altri soggetti sono chiamati a risolvere trovino in un ruolo di supplenza le forze di polizia». «Noi - ha aggiunto - non siamo certo nemici di chi manifesta, facciamo il nostro lavoro»http://www.ilmattino.it/articolo.php?id=123616&sez=NAPOLI

Ma su repubblica.it si legge altro ovvero: "C'è rammarico per il fatto che temi che altri soggetti sono chiamati a risolvere trovino in un ruolo di supplenza le forze di polizia", ha detto il capo della polizia, Antonio Manganelli, commentando gli scontri a margine di un'audizione al Senato. "Noi - ha aggiunto - non siamo certo nemici di chi manifesta, facciamo il nostro lavoro. Siccome a Terzigno si deve sversare, faremo in modo che questo sia possibile anche se dovesse costare l'uso della forza", ha concluso.http://www.repubblica.it/cronaca/2010/10/21/news/sgombero_terzigno-8281833/?ref=HREC1-1

D'altronde di cosa stupirsi?

E' un dato di fatto che la Polizia serve lo Stato e la volontà politica dominante.

In via generale il servire comporta obbedire, ovvero sottomettersi ai voleri altrui e ciò comporta in sostanza annichilire la propria ragione, l'emozione, la sensibilità umana, la solidarietà civile; servire vuol dire mangannellare!

Manganelli, un nome una realtà incontestabile.

Manganelli è espressione della scuola De Gennaro.

Quando si insediò come capo della Polizia dichiarò le seguenti parole:
"Saluto ed abbraccio il prefetto De Gennaro, con vera gratitudine, con ammirazione, con affetto, con l'amicizia e la stima cementate da tanti anni di lavoro comune.
Dobbiamo essere tutti orgogliosi di aver avuto un grande Capo della Polizia. Io, che ho avuto il privilegio di stargli vicino, ne ho conosciuto l'onestà profonda, il senso dello Stato, la dedizione incondizionata, la lealtà".http://www.poliziadistato.it/articolo/10683-Discorso_in_occasione_della_cerimonia_d_insediamento_come_capo_della_Polizia

Giusto per ricordare qualcosina su De Gennaro...nel giugno 2010 il prefetto Gianni De Gennaro è stato condannato ad un anno e quattro mesi di reclusione dalla corte d'appello del tribunale di Genova, che lo ritiene colpevole di istigazione alla falsa testimonianza. Secondo il tribunale De Gennaro convinse il vecchio questore del capoluogo ligure, Francesco Colucci, ad "aggiustare" la sua testimonianza durante il processo per il sanguinario blitz nella scuola Diaz, ultimo capitolo del G8 del 2001. ( tratto da repubblica del giugno del 2010).

Carlo Giuliani vi ricorda nulla?

Noi non dimentichiamo e mai dimenticheremo!

Quindi, in sostanza, rammarico istituzionale ed ipocrita quello espresso dall'attuale Capo della Polizia, ma le sue parole, riprese solo da alcuni quotidiani sono chiare: "Siccome a Terzigno si deve sversare, faremo in modo che questo sia possibile anche se dovesse costare l'uso della forza".

Evviva la democrazia, evviva la sovranità popolare,

evviva l'ipocrisa vigente in questo regime
!

Marco Barone

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