Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

No Fondo? No Pensione.

Ho atteso qualche giorno prima di scrivere una breve riflessione sulla questione relativa alle "scandalose", ma scontate, dichiarazioni del presidente dell'Inps Mastrapasqua e della censura "pubblica" sul non diritto alla pensione dei precari.

Sul Corriere della Sera di mercoledì 6 ottobre 2010, pagina 29, l'Inps spiega (ma non rivela) la pensione ai precari.

"L'Inps invierà la prossima settimana circa 4 milioni di lettere ai parasubordinati, dopo quelle spedite a luglio ai lavoratori dipendenti, per spiegare come consultare on line la posizione previdenziale personale, vedere cioè i contributi che risultano versati. Lo ha detto ieri il presidente, Antonio Mastrapasqua, in un convegno di Ania e Consumatori. Lo stesso Mastrapasqua ha confermato che non sarà invece possibile per il lavoratore simulare sullo stesso sito quella che dovrebbe essere la sua pensione, anche perché, ha aggiunto con una battuta che però nasconde un fondo di verità, «se dovessimo dare la simulazione della pensione ai parasubordinati rischieremmo un sommovimento sociale». Col sistema contributivo i trattamenti maturati da collaboratori e consulenti spesso non arrivano alla pensione minima. Il presidente dell'Ania, Fabio Cerchiai, pur condividendo una certa cautela ha chiesto di andare verso un'informazione completa, per rendere consapevoli i giovani della necessità di integrare la pensione pubblica".

Censura pubblica, salvo articoli apparsi su vari siti e blog , ovvero sulla c.d.rete che ancora riesce a garantire il diritto all'informazione.

Ma verrebbe da dire dove è lo scandalo?

Andiamo per ordine: Mastrapasqua, attuale Presidente dell'Inps, nell'aprile 2002 viene nominato Amministratore Delegato di Italia Previdenza – Società Italiana di Servizi per la Previdenza Integrativa S.p.A ; a Luglio 2004 viene nominato Consigliere INPS; novembre 2005 viene nominato Vice Presidente esecutivo di Equitalia S.p.A., per poi arrivare ad essere Presidente dell'Inps.

Notate nulla di strano? Amministratore delegato di Italia Previdenza e vice Presidente di Equitalia. Due spa, due società pienamente inserite nella logica del mercato globale dell'economia. Ed in particolar modo Italia Previdenza che si occupa di previdenza complementare.

Conflitto d'interessi? Giammai, non è "roba" di questo paese il conflitto d'interessi.

Ciò in ogni caso è utile per comprendere l'indirizzo politico in materia di trattamento previdenziale pubblico che è in corso,oggi, all'Inps.

Lo scandalo è dato dal fatto che il Presidente dell'Inps è stato A.D. di una Spa che si occupa di pensioni complementari? Lo scandalo è dato dalla censura della non notizia? Lo scandalo è dato dal fatto che i precari sono rassegnati?
Parlo di rassegnazione perché oggi giorno si vive alla giornata senza alcuna prospettiva, senza programmare il futuro.

Previdenza pubblica?
Occorre fare qualche passo indietro, considerata la memoria "corta" degli Italiani. Vi ricorda nulla la truffa del TFR?

E' prevista la possibilità di trasformare gli accantonamenti ora previsti per il Trattamento di Fine Rapporto di Lavoro in una fonte di finanziamento per la previdenza complementare.

Entro il 30 Giugno 2007, e comunque entro 6 mesi dalla data di assunzione, tutti i lavoratori dipendenti dovevano e devono scegliere come destinare i propri accantonamenti TFR futuri
- Decidendo di versarli ad un fondo pensione
- o mantenendoli come TFR

Ed il fatto del silenzio assenso? Non ti pronunci? Bene il tuo TFR andrà ad un fondo pensione, mentre se decidi di mantenere il TFR senza investirlo in fondi pensioni, rimane comunque possibile tornare in ogni momento sulla propria decisione e versare gli accantonamenti futuri a un fondo pensione.

Scandalo? Chissà.

Pensione complementare: il sistema vigente prevede delle pensioni pubbliche sempre più "leggere".

In seguito a diverse riforme, susseguitesi a partire dagli anni '90 fino ad oggi, si è de facto passati da un sistema pensionistico di tipo "retributivo" che assicurava una pensione pari al 80% dell'ultima retribuzione, ad un sistema di tipo "contributivo" che tiene conto di quanto effettivamente versato nel corso della vita lavorativa .

Questo nuovo metodo di calcolo, per chi entra oggi nel mondo del lavoro, è devastante. Ma ha uno scopo ben preciso. Privatizzare la pensione.

Ed ecco la pensione complementare.

La funzione della previdenza complementare è proprio quella di permettere al lavoratore di integrare con le prestazioni pensionistiche aggiuntive la pensione di base corrisposta dagli enti pubblici.

Precarietà e flessibilità
.

La c.d. Legge Biagi/ Maroni che ha devastato il mercato del lavoro, il collegato lavoro che a breve diverrà legge vi dice nulla?

Quindi, ripeto, dove è lo scandalo? Il Presidente dell'INPS ex A.D. di una SPA che si occupava, ed occupa, di pensioni complementari che paventa ipotesi di sommovimento sociale? Pura demagogia finalizzata ad incentivare l'affermazione delle pensioni private.

Infatti, la devastazione sociale oggi esistente, lo stato di incoscienza sociale, di rassegnazione, il modo di vivere, l'assenza di qualsiasi prospettiva futura, la vittoria del sistema, non lascia intravedere, in Italia, il rischio di un sommovimento sociale.

Ciò doveva succedere prima.
Con l'introduzione della precarietà lavorativa.
Ora è tardi, siamo costretti solo ad attuare politica di riduzione del danno, salvo presa di coscienza critica diretta, e lotte sociali anti-sistema finalizzate all'affermazione di altro tipo di società.

Ma confido sempre nell'ausilio di madre natura.

Sì, forse in questo caso è un bene che la notizia non sia "finita" sulla carta stampata o sui media parziali di Stato perchè inevitabilmente l'effetto prodotto sarebbe stato, altro ovvero incentivare ancora di più le banche e le assicurazioni , quindi il capitale italiano, per la "corsa" alle pensioni private future, alla faccia di tutti i conflitti d'interessi esistenti!

Ma tranquilli, nessuna ansia, ciò accadrà presto.

Marco Barone

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