Che fine ha fatto la fantomatica prigione di Moro di via Massimi?

Ne avevamo parlato anche su queste pagine, pur esprimendo delle perplessità, su quella che poteva essere stata la prima prigione di Moro, in relazione all'inchiesta del giornalista Zatti della Rai. Il reperto 777 sarebbe stato determinante per indicare la Loyola University di via Massimi. Ma, come già era stato segnalato dal gruppo 16 di marzo e poi in un post significativo pubblicato su insorgenze.net si è sostanzialmente smentito in modo evidente che il reperto 777 corrispondesse a Loyola University. La location era invece la prigione di Ascoli Piceno. Bisognerebbe sul punto chiedersi perchè Morucci avrebbe fatto quel disegno, per quale scopo, e chi gli aveva fornito i dettagli di quel sito carcerario. Altro discorso, è invece, la questione della prima prigione di Moro. Effettivamente non si può escludere che presso la Loyola University possa essere stata la prima temporanea prigione di Moro. Ma la cosa sconcertante è che si è passati dal parlare per alcuni giorni con tanto di s...

Controllo e repressione: La videosorveglianza per la sicurezza urbana di Verona

Il ministro dell'Interno vara un progetto sperimentale che mette in collegamento tutte le telecamere pubbliche e private esistenti sul territorio

Un esperimento di videosorveglianza 'intelligente' è stato varato a Verona questa mattina dal ministro dell'Interno Roberto Maroni.

«Stiamo sperimentando a Verona - ha detto Maroni - un sistema che mette in collegamento tutte le video sorveglianze pubbliche e private esistenti sul territorio. Ciò vuol dire controllare il territorio e scovare in tempi rapidi e con un sistema intelligente i criminali responsabili di vari reati».

Verona è stata scelta «perchè ha un sistema di video sorveglianza molto diffuso, il comune ha investito infatti in maniera consistente in questo settore, poi perchè la città veneta ha una dimensione intermedia tra i comuni più piccoli e quelli più grandi e ci permette quindi di sviluppare un test che possa essere utilizzato per tutte le realtà».

Il progetto utilizza una tecnologia di videosorveglianza intelligente, in grado cioè di individuare comportamenti sospetti e segnalarli ad un Centro servizi video che mette 'a rete' le immagini di varie telecamere, in modo di seguire gli spostamenti dei soggetti ripresi. L'acquisizione delle immagini, effettuato sulla base di criteri prestabiliti, consente agli operatori di individuare le situazione critiche e segnalarle alle forze dell'ordine. Viene anche assicurata la disponibilità della memoria dei contenuti e la loro catalogazione per statistiche ed analisi investigative.

Al termine della sperimentazione, che durerà sei mesi, il ministro traccerà un bilancio dei risultati per verificare la funzionalità del sistema.

fonte Ministero Interno

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