La strage di Vergarolla, se ancora oggi non si riesce a collocare una lapide con i nomi delle vittime

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Mentre a Capodistria non si riesce a porre una targa sulla casa ove nacque Nazario Sauro, c'è chi propone addirittura di restituire alla città una statua di Sauro, noto capitano antiasburgico, il cui monumento, imponente, venne fatto saltare in aria dai nazisti, a Pola, ancora oggi, a 79 anni dalla strage di Vergarolla, non si riesce a porre una targa che ricordi i nomi delle vittime. Una strage che ancora oggi continua a dividere gli storici, tra chi sostiene che gli artefici furono gli jugoslavi, chi fu atto di incuria degli inglesi, chi, opera di fascisti italiani, chi, un semplice e catastrofico incidente, l'unica certezza è che a perdere la vita furono un centinaio di innocenti di cui vennero identificati in 64 e un terzo delle vittime furono  bambini. Tutto ciò è semplicemente scandaloso soprattutto per un Paese che ha introdotto l'Euro, che è europeo e dove la minoranza storica italiana continua a subire delle ingiustizie importanti o degli accontentini come nel caso...

In Egitto massacrano un ricercatore universitario,boicottano la giustizia, ma vogliono la partnership tra università egiziane e italiane



Dire che hanno una faccia tosta è dire poco. Ma ci sta. Il loro mondo, malvagio, funziona così. Come in tutte le dittature. Cosa vuoi che sia aver sequestrato, massacrato ed ucciso un ricercatore universitario? Perchè si erano fatti le pippe mentali che fosse una cattivissima spia al servizio di qualche governo straniero chiamato a destabilizzare Al Sisi? Giulio era lì per fare il suo lavoro di ricercatore. E' caduto nella trappola della paranoia del regime egiziano, da cui non è più uscito e nulla si è fatto per poterlo salvare. E ancora oggi rimane inspiegabile come sia possibile che non lo si sia potuto salvare. In tutto ciò, mentre in Italia, il processo, contro alcuni esponenti degli apparati di sicurezza egiziani, procede, l'Egitto continua a relazionarsi con l'Italia come se praticamente nulla fosse mai accaduto. Ma il problema, come detto, non sono loro, ma noi. Noi come Paese che continuiamo a legittimarli, a sostenerli, a collaborare, e ora anche a valutare di istituire partnership tra università egiziane e italiane, in coordinamento con il Ministero dell'Istruzione Superiore e della Ricerca Scientifica. Recentemente si è svolto un incontro tra il Vice Primo Ministro, Ministro della Salute egiziano con incontra il Ministro della Salute italiano. Ennesimo tassello delle relazioni politiche ben salde tra un Paese mai dichiarato ostile, quale l'Egitto, e l'Italia, che ha considerato la questione di Giulio, come un effetto collaterale, su cui andare oltre. La gente in Egitto continua ad andare a farsi le vacanze, l'Italia continua a sostenere la loro economia, da quella delle armi in poi, si continuano a sostenere processi di cooperazione, tranne, che in ambito giudiziario. Bisognerà aspettare la sentenza, si auspica di condanna verso qui soggetti imputati e accusati dell'omicidio di Giulio, per dover riaccendere nuovamente i riflettori sui rapporti, tossici, tra Italia ed Egitto? Probabilmente sì.

mb  

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