Gorizia e Nova Gorica una capitale europea della cultura divisa dalla memoria storica, giusto così
L'ennesimo no giunto dal Comune di Gorizia alla richiesta di revoca della cittadinanza onoraria al dittatore Mussolini, ha scatenato un putiferio politico rilevante. Ma era da mettere in conto. Come è risaputo, dal punto di vista storico, Gorizia nel conferire la cittadinanza onoraria a Mussolini non fece nulla di più e nulla di meno rispetto a quello che fecero sostanzialmente tutti i comuni italiani nel ventennio. L'atto non fu spontaneo, ma un banale allineamento alle volontà del regime. La Stampa del 21 maggio 1924 denunciava, in diversi casi, l'esistenza di alcune circolari sia prefettizie che di funzionari fascisti, che invitavano i Comuni a riconoscere la cittadinanza onoraria a Mussolini per blindare l'inizio della nuova legislatura. Circolari che valevano come monito per i Comuni che non avevano seguito ancora l'esempio di Roma. Ed i Prefetti, nel loro atto "riservato" invitavano i consigli comunali, che si prodigavano a riconoscere la cittadinanza onoraria a Mussolini, a non fare alcun riferimento alla circolare citata, perché il conferimento doveva apparire come spontaneo e non imposto dai burocrati del regime come atto di asservimento al fascismo. E così è stato anche per Gorizia. Chi solitamente sostiene che la cittadinanza onoraria al duce, o intitolazioni di vie ritenute inopportune, o denominazioni dei comuni ritenuti offensivi verso la dignità dei popoli, come dei legionari di Ronchi, non debbano essere rimossi, si appellano sempre allo stesso paracadute. La storia non si cancella. Ovviamente non potrà un colpo di spugna cancellare le infamie compiute dal fascismo, a partire dai nostri militari mandati al massacro in Russia, o in Grecia, o le violenze dello squadrismo, le libertà negate, l'alleanza stretta con il nazismo, l'aver trascinato l'Italia alla distruzione ed alla perdita di territori, e si può continuare all'infinito, per non parlare di ciò che è conseguito poi con il neofascismo e la strategia della tensione in Italia e le centinaia di vittime tra civili e servitori dello Stato per mano neofascista. Questa storia non si può cancellare revocando la cittadinanza onoraria a Mussolini. Il problema di Gorizia è che si vorrebbe imporre la propria visione delle cose, chiedendo agli altri, di fare ciò che qui non si ha la volontà di fare e mai si farà, perchè la cittadinanza onoraria a Mussolini, come le riconoscenze per la Decima Mas, e si può continuare, sono espressione di quel nazionalismo che ha visto nella difesa di questi due elementi storici, capisaldi simbolici da salvaguardare per l'italianità di Gorizia e lo scampato pericolo della conquista da parte dei comunisti jugoslavi della città. E storicamente, pur con gli errori, enormi, commessi, limitazioni di libertà e quant'altro, non si può certamente equiparare Tito e la Jugoslavia comunista, a Mussolini e l'Italia fascista, non ci può essere alcuna equivalenza, nonostante le foibe, nonostante l'esodo, nonostante tutta la benzina che si possa gettare sulla brace della storia del confine orientale. E questa mancata equivalenza non potrà mai portare alla revoca della cittadinanza onoraria a Mussolini a Gorizia, pur essendo un fatto comune e non specifico goriziano, e gli onori per la Decima Mas, fatto, questo sì tutto goriziano. Pertanto, Gorizia e Nova Gorica, saranno pur capitale europea della cultura, ma su questo fronte rimarranno divise, come è giusto che sia, perchè non potrà esserci alcuna equivalenza, nell'ottica del frullato della memoria storica condivisa, tra due memorie storiche specificamente opposte e non paragonabili.
mb
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