L'italiano esodato... da Cherso

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  Prima del famigerato esodo, Cherso, come Lussino e come tanti altri posti del Quarnero, dell'Istria croata oltre che slovena, della Dalmazia, la presenza degli italiani autoctoni era importante, in alcuni casi si arrivava ad avere la maggioranza assoluta, poi, quello che è stato, è stato, i diritti però del bilinguismo, finalizzati a tutelare tanto l'italiano, quanto le radici e l'identità storica e culturale di questi luoghi, in un certo senso anche se con fatica sono sopravvissuti e difesi con battaglie quasi quotidiane da decenni da parte degli abitanti della minoranza del luogo. Però a volte capita di dover fare i conti con la legge dell'assurdo. Come a Cherso. Dove se da un lato emerge la sede della comunità italiana, con tanto di tricolore, dall'altro, il bilinguismo è praticamente inesistente. Anzi, ridicolizzato. Ci sono cartelli in inglese, sloveno e tedesco e non in italiano, altri, pochissimi, una manciata, in italiano, solo messi forse come accontentin

Intitolare il piazzale del punto più a nord del Mediterraneo di Monfalcone al generale Robert W. De Winton


La storia del confine orientale è qui tra noi, sempre presente. Inaugurata, come ben sappiamo, la scalinata del punto più a nord del Mediterraneo a Norma Cossetto, per i motivi storici ben noti. 
 

Sarebbe giusto, valutare, in tal direzione, di intitolare il piazzale che affianca la scalinata del porticciolo più a nord del Mediterraneo, al brigadiere generale Robert W. De Winton, vittima di quella che venne definita dagli inglesi come una esaltata, aderente al Partito Fascista, Maria Pasquinelli, che armata di pistola con tre colpi di pistola, colpendolo alle spalle il 10 febbraio del 1947, uccise il generale inglese come atto politico per le conseguenze derivanti dalla sconfitta dell'Italia nella seconda guerra mondiale e la perdita di territori annessi dal Regno d'Italia dopo la fine della prima guerra mondiale. Un gesto criminale, che le comportò l'ergastolo, anche se rischiò la pena di morte, ma ciò venne evitato per non trasformarla in una martire in un contesto politico delicato, tanto che a Pola, luogo dove avvenne quel misfatto, vi erano già stati nei giorni precedenti diversi attentati e violenze contro le forze alleate. Come le ricerche storiche nel tempo hanno evidenziato, i servizi segreti erano a conoscenza delle intenzioni della Pasquinelli, ma nulla fecero per evitare l'evento, peccando di superficialità. Il povero generale inglese perse la vita nell'adempimento dei propri doveri e sarebbe giusto dedicare quel piazzale a chi è stato dimenticato dalla storia, per ragioni di opportunismo, vittima di un gesto terroristico politico di matrice nazionalista, che certamente non ha reso gli onori dell'Italia, anzi. 
 

 Il Brigadiere Robert William Michael de Winton CBE DSO (Stato Maggiore Generale Cdg. 13° Inf. Bde. e Gordon Highlanders), come ricorda un sito inglese dedicato ai propri caduti, era il figlio di William Edward de Winton e dell'On. Sibilla Laura Edwardes. Sposò Augusta Anne Gregory, figlia del maggiore William Robert Gregory e Lily Margaret Parry, il 9 agosto 1945. Il brigadiere, venendo ai fatti di quella mattina,  lasciò il suo alloggio per effettuare la cerimonia di consegna di Pola alle autorità jugoslave, iniziando con una visita della guarnigione britannica fuori dal suo quartier generale. Pioveva e la cerimonia ha attirò quella mattina solo un piccolo gruppo di spettatori. Mentre de Winton scendeva dalla macchina e avanzava verso l'unità, una giovane donna con un cappotto rosso, poi identificata come Maria Pasquinelli, uscì dagli astanti, tirò fuori una pistola dalla borsa e gli sparò tre volte alla schiena. I proiettili lo hanno colpito al cuore, uccidendolo sul colpo. Dopo aver compiuto il delitto, si lasciò trattenere e portare via. Due mesi dopo Maria Pasquinelli fu dichiarata colpevole di omicidio da un tribunale militare alleato e condannata a morte, suscitando proteste in molte città italiane. La pena fu successivamente commutata in ergastolo, che il nuovo governo repubblicano italiano si impegnava ad attuare nel proprio ordinamento penale. Nel 1964, però, in risposta alle pressioni dell'opinione pubblica, il presidente italiano Antonio Segni concesse la grazia e il prigioniero fu liberato. De Winton è stato sepolto nel War Cemetery in Friuli, un cimitero britannico che accoglie i caduti alleati della Seconda Guerra Mondiale. Al suo interno sono raccolte infatti le salme di 415 caduti di origine anglosassone. 

mb

 


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