A proposito della provincia di Gorizia/Monfalcone o ....Isontina

  IN FVG si è registrata in materia di province una situazione bizzarra. Prima le aboliscono, poi nascono le UTI, poi gli EDR, poi si propone il ritorno a ciò che è stato abolito il tutto in una regione che deve fare i conti con un calo demografico devastante forse la migliore soluzione sarebbe quella di costituire la provincia autonoma di Trieste e di Udine, sul modello del Trentino Alto Adige/ Südtirol inglobando l'Isontino o nella provincia di Trieste o in quella di Udine? Intanto, giunge la proposta della costituzione della provincia di Gorizia/Monfalcone. Ogni volta che si tocca il nome di qualcosa, si scatena sempre un putiferio, il merito però di questa proposta, a prescindere dal nome, è quello di aver acceso l'attenzione sul fatto che vi è la necessità di unire un territorio diviso come non mai. Da un lato hai Monfalcone che va oltre i 30 mila abitanti, dall'altro Gorizia che scende sotto la soglia dei 34 mila abitanti. Da un lato hai Monfalcone centrica, in qu

Ma i monfalconesi cosa pensano di tutto ciò?

 





Partiamo da alcuni dati numerici. Nell'ultima tornata elettorale che ha visto l'estrema destra confermarsi a Monfalcone, si è eletto il sindaco con 7500 voti validamente espressi su 10692 espressi, il 75% dei votanti, ma gli elettori complessivi erano, nel 2022, ben 20630, dunque il 48% dei cittadini non si è recato a votare, e 7500 voti rappresentano solamente il 36.35% del totale del corpo elettorale monfalconese. Dunque per farla breve, una minoranza a Monfalcone sta dettando legge, queste sono le distorsioni della democrazia, in un contesto dove la gente a votare ci va con fatica, con poca voglia ed il disinteresse è sempre più consistente. E come è risaputo negli ultimi eventi elettorali in Italia, la scarsa partecipazione al voto ha favorito le destre, perchè mentre a sinistra ci si diletta nelle guerre intestine, in questo oramai siamo dei maestri a farlo anche in pubblico dominio, le destre, sul momento elettorale, riescono ad andare oltre, a fare squadra, per poi fare eventualmente la resa dei conti, all'interno dello spogliatoio, per usare una metafora calcistica. Viene dunque da chiedersi, la maggioranza dei monfalconesi, che sono coloro che non hanno sostenuto l'attuale colore politico cittadino, cosa ne pensano di tutto quello che sta accadendo in città? Della tensione sociale che si sta vivendo da anni? Schierarsi incondizionatamente dall'una o dall'altra parte non è a parer mio la soluzione. Da un lato vi sono certi usi e costumi che hanno matrice religiosa tutt'altro che compatibili con le idee di una società progressista, basta pensare all'arretramento culturale, politico e sociale che vivono anche le donne, che devono stare dietro agli uomini, cosa inaccettabile, ma fa parte di quel sistema che necessiterà secoli per modernizzarsi. Ed il senso vissuto di emarginazione sociale non fa altro che peggiorare tale quadro portando ad ulteriori chiusure e arretramenti. Dall'altro vi è un chiaro abuso concettuale del significato di tradizione, identità, del nostro, che diviene quasi una sorta di appropriazione politica infelice di un qualcosa che non può essere solo di una parte, ma di un sistema Paese complesso fondato prima di tutto sul pluralismo e sulla laicità e non sulle crociate che trovano impropriamente nel tricolore una sorta di scudo crociato, ma come è risaputo, il tricolore, non è della destra, della sinistra, del centro, della maggioranza o della minoranza, è la bandiera della Costituzione, appartiene a tutti i cittadini. Dunque, la mia domanda è molto semplice, la maggioranza dei monfalconesi, cosa pensa di tutta questa situazione incasinata come non mai nella recente storia cittadina? Si sarà mica stufata? Giusto un pochino eh...

mb

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