Via Sant'Ambrogio una via alla ricerca della sua identità

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Un tempo via del Duomo, o del Teatro, oggi via Sant'Ambrogio che porta lo stesso nome del duomo consacrato dopo i disastri della prima guerra mondiale nell'ottobre del 1929, pur senza il campanile che dovette attendere la fine degli anni '50 per essere battezzato. Una via che nel corso della sua storia è sempre stata da transito di merce e persone e che è diventata negli ultimi tempi il teatro dello scontro identitario di una Monfalcone alla ricerca del proprio equilibrio sociale. Perchè è evidente che a Monfalcone, terra di passaggio, da quando è diventata grazie ai Cosulich città dei cantieri, per questo contesa dal regno d'Italia all'Austria, per privarla dei suoi cantieri insieme al porto triestino, ha conosciuto quelle dinamiche proprie delle città portuali. Gente che viene, gente che va. Approdo e partenza di nuove identità. Dal Sud Italia, all'Asia, passando da quel centinaio di nazionalità che a Monfalcone stanno cercando il proprio equilibrio, ognuna ne

Sequestro Moro: la testimonianza di un poliziotto in servizio quel giorno

  



Se c'è una certezza sul caso Moro, e per caso si intende tutto ciò che è accaduto dal giorno del sequestro di via Fani, sino ad oggi, è che non è un caso chiuso. Semplicemente perchè le incognite, le fandonie, le cose non dette, le verità taciute, sono così tante, che si potrebbero scrivere non uno, ma cento manuali su come si possono depistare le indagini, per non far emergere quella verità profonda, che ancora oggi potrebbe compromettere dei rapporti diplomatici e politici anche a livello internazionale. Il famigerato memoriale Morucci trasmesso originariamente al Presidente Cossiga il 13 marzo 1990 da suor Teresilla per il tramite di Remigio Cavedon, è ancora oggi, con tutto ciò che ne è conseguito, considerato come un Vangelo, e ciò che lo mette in discussione, che pone dei dubbi, è reputato al pari di un Vangelo aprocrifo, non degno di verità storica, e liquidato come "complottista". Quanto accaduto intorno alle 9 di mattina di quel 16 marzo 1978, non ha precedenti in Occidente. Un sequestro in stile militare, avvenuto in una capitale europea, non in una periferia del terzo mondo, in mattinata, come se niente fosse stato. E le menzogne, hanno avuto origine sin dal principio, per arrivare al momento del ritrovamento in via Caetanei, di cui ancora oggi non si riesce a conoscerne neanche l'ora esatta. E qui vi è tutto. Indagini, processi, commissioni, libri, film, documentari, e tante inchieste condotte da diverse realtà negli anni si sono concentrate sul caso Moro. L'ultima, è una breve ma interessante video inchiesta pubblicata su Youtube, realizzata con il contributo di Alessandro Mariottini (riprese e montaggio) Aleth (ricerche e storiografia) Franco Martines e sedicidimarzo.org, ed in particolar modo Roberto Chiodi, già noto cronista di giudiziaria italiana, da sempre studioso ed appassionato del caso Moro, raccoglie una preziosa testimonianza, di un poliziotto che con alcuni suoi colleghi, si diede, nell'immediatezza del sequestro Moro, alla caccia delle BR. 


 

E la cosa incredibile è che non sarebbe mai stato ascoltato da nessuno, fino ad oggi. Racconta, ad esempio, che nel corso della caccia agli attentatori, dopo l'agguato di via Fani, ovviamente sul momento non potevano sapere che i fuggitivi fossero dei brigatisti e non solo e cosa fosse esattamente accaduto, incontrarono con la Volante con la quale era in servizio,  perlustrando la zona in questione, nei pressi di via de Carolis, zona Balduina, "una 128 blu, con il lampeggiante e sirena, seguito da un furgone scuro, e scendevano ad andatura veloce, e pensavamo che fossero dei colleghi, poi hanno girato a destra, per via Damiano Chiesa, andando verso la pineta Sacchetti, Valle Aurelia". Erano i brigatisti in fuga con Aldo Moro?

Nel video inchiesta, che dura una ventina di minuti, emergono diverse questioni interessanti, perchè esplorare i luoghi è fondamentale, tenendo conto chiaramente che bisogna fare un salto nel tempo, nel 1978, perchè lo stato dei luoghi di ieri non è sempre paragonabile a quello di oggi. Ad esempio il fatto che Moro sia stato fatto salire in un furgone, nel noto piazzale Madonna del Cenacolo, in mattinata, dove sarebbe avvenuto, appunto, il suo trasbordo. Luogo esposto, in quel tempo, vi erano tra l'altro pochissimi alberi in piazza, come testimoniato da foto dell'epoca, anche se risultava essere poco trafficata, eppure, da quasi 50anni questo è il dogma. Il testimone, del video, è un poliziotto componente della Volante che ritrovò la Fiat 132 blu alle 9:23 del 16 marzo. 

Come si rimarca più volte nel video inchiesta, "né lui né gli altri tre membri dell’equipaggio sono mai stati interrogati in 46 anni" mentre i componenti della scorta di un magistrato della Cassazione, che vennero fatti intervenire in via Fani, furono i primi ad arrivare, che si trovavano proprio nelle adiacenze della via dove venne ritrovata la Fiat 132 blu, furono ascoltati più volte, tre volte per la precisione, come ricorda nel video inchiesta Chiodi.

Così come non passa inosservata la parte della testimonianza su quanto accaduto in via Massimi. Fatto noto, ma  ancora oggi è avvolto da una fitta nebbia.  Queste le parole del poliziotto in servizio nella Volante: "C'era gente, ci siamo avvicinati, c'erano delle Volanti ferme, anche macchine dei Carabinieri, e c'erano un gruppo di persone, ricordo che una signora disse che dalla mattina presto, dietro una siepe, c'erano delle persone armate, e la signora era convinta che si trattasse di una operazione di polizia, e fossero degli agenti in borghese". Il gruppo armato che si stava preparando a sequestrare Moro ed uccidere gli agenti della sua scorta,Oreste Leonardi, Domenico Ricci, Raffaele Iozzino, Giulio Rivera e Francesco Zizzi, è dunque partito da via Massimi? Oppure in via Massimi è avvenuto il luogo in cui il gruppo armato si è ritrovato dopo il compimento del sequestro Moro per fare il trasbordo? Qualcosa lì è accaduto, è evidente, è innegabile, fondamentale sarebbe conoscere ad esempio l'ora di quel fatto notato dalla testimone. Se prima, o dopo, il sequestro Moro, caratterizzato più da incertezze, che da verità non di comodo. 

mb

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