Che fine ha fatto la fantomatica prigione di Moro di via Massimi?

Ne avevamo parlato anche su queste pagine, pur esprimendo delle perplessità, su quella che poteva essere stata la prima prigione di Moro, in relazione all'inchiesta del giornalista Zatti della Rai. Il reperto 777 sarebbe stato determinante per indicare la Loyola University di via Massimi. Ma, come già era stato segnalato dal gruppo 16 di marzo e poi in un post significativo pubblicato su insorgenze.net si è sostanzialmente smentito in modo evidente che il reperto 777 corrispondesse a Loyola University. La location era invece la prigione di Ascoli Piceno. Bisognerebbe sul punto chiedersi perchè Morucci avrebbe fatto quel disegno, per quale scopo, e chi gli aveva fornito i dettagli di quel sito carcerario. Altro discorso, è invece, la questione della prima prigione di Moro. Effettivamente non si può escludere che presso la Loyola University possa essere stata la prima temporanea prigione di Moro. Ma la cosa sconcertante è che si è passati dal parlare per alcuni giorni con tanto di s...

C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

 

 

Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilimento culturale, storico, linguistico, del tedesco. Fatto che tanto in Italia quanto in Europa ha probabilmente pochi precedenti per la portata del fenomeno di annichilimento. C'era una volta Gorz, oggi il nulla rispetto al suo passato. Eppure, come è ben risaputo, Pietro Kandler affermò che Gorizia fosse una «città tedesca con campagna tutta slava meno pochi lembi di Cormons che stavano in pianura». Incredibile come il dominio nazionalistico che si è affermato soprattutto dopo il disastro della prima guerra mondiale, abbia sostanzialmente spazzato via da Gorizia, quell'anima, quello spirito, quella sua identità plurisecolare, di cui vi è rimasta traccia solo in qualche testo storico. E non è detto che questo sia stato un bene per una città che continua ancora oggi a pagare l'affermazione di una sola delle sue componenti identitarie, certamente maggioritaria, quella italiana, a discapito delle altre che ne hanno per secoli caratterizzato la vitalità e la sua originalità.

mb


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