La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

 

 

Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilimento culturale, storico, linguistico, del tedesco. Fatto che tanto in Italia quanto in Europa ha probabilmente pochi precedenti per la portata del fenomeno di annichilimento. C'era una volta Gorz, oggi il nulla rispetto al suo passato. Eppure, come è ben risaputo, Pietro Kandler affermò che Gorizia fosse una «città tedesca con campagna tutta slava meno pochi lembi di Cormons che stavano in pianura». Incredibile come il dominio nazionalistico che si è affermato soprattutto dopo il disastro della prima guerra mondiale, abbia sostanzialmente spazzato via da Gorizia, quell'anima, quello spirito, quella sua identità plurisecolare, di cui vi è rimasta traccia solo in qualche testo storico. E non è detto che questo sia stato un bene per una città che continua ancora oggi a pagare l'affermazione di una sola delle sue componenti identitarie, certamente maggioritaria, quella italiana, a discapito delle altre che ne hanno per secoli caratterizzato la vitalità e la sua originalità.

mb


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