La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Ronchi ed Aiello, due Comuni che hanno riconosciuto una via al deputato Bugatto



Pagò a caro prezzo il suo sostegno all'Impero Austriaco, fu presidente onorario della sezione gradese della DC, gli venne impedito dai fascisti il ritorno a Gorizia a causa del suo lealismo all'Austria, ma sono solo una manciata i Comuni che hanno dedicato a Giuseppe Bugatto una via. Citiamo Aiello di cui era originario il padre, e Ronchi. Nato a Zara nel 1873, per poi dopo poco tempo la sua famiglia trasferirsi a Gradisca, dove Bugatto crebbe, frequentò il liceo a Gorizia e si iscrisse alla facoltà di legge in Graz. Mitteleuropeo, di cultura cattolica, tanto che negli anni a venire lavorò anche per il Vaticano.  Un personaggio dallo spessore importante, che diede lustro a queste terre sotto l'Impero Austriaco, difendendone le sue peculiarità, deputato nelle file del Partito popolare per il collegio di Monfalcone–Cervignano, e fu anche deputato della Dieta provinciale della contea principesca di Gorizia e Gradisca. Trascorse l'ultima parte della sua vita a Grado dove si spense nel 1948. A Ronchi, è la prima via che si incontra giungendo da Begliano, entrando nella zona industriale della città bisiaca.  Ronchi vede su 118 vie e piazze che si sviluppano lungo complessivi 52,20 chilometri quadrati, uno sbilanciamento per quanto riguarda l’intitolazione  di vie sicuramente verso eventi e fatti, correlati a questioni “nazionali”, alla storia nazionale e mondiale, rispetto a quella più strettamente locale. Però ci sono delle peculiarità tra cui vi rientra quella di Bugatto in una cittadina che ha un legame importante con l'Impero Asbugico, malgrado la denominazione dei legionari imposta dal fascismo. Dopo aver ottenuto il via libera da parte della Deputazione di Storia Patria per il Friuli, la cui origine risale al 15 dicembre del 1918, per il centenario dell’inizio della prima guerra mondiale, nel maggio del 2015, si intitolò una piazzetta a Francesco Giuseppe I d’Asburgo – Lorena. Caso probabilmente unico in Italia.  Altra espressione del riconoscimento del periodo Austriaco è la via, come detto, a Giuseppe Bugatto.  Sono queste due delle rare espressioni riconosciute a livello di odonomastica locale che richiamano il periodo asburgico di Ronchi. Ma l'intitolazione a Bugatto non deve stupire, perchè a Ronchi la DC fu un partito importante, ad esempio nelle elezioni politiche del 1953, le prime a cui parteciparono la popolazione locale, la DC si affermò come primo partito con 2.777 voti alla Camera, verrà sorpassata per la prima volta nella tornata del 1968, dal PCI, con cui duellerà per anni.

mb


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