Lo spirito di solidarietà del Friuli

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  Dopo la tempesta, potente, imprevista, sconvolgente, la classica quiete, che sa di beffa. Il sole, il silenzio, il rumore di chi spala fango, di chi si è attivato senza battere ciglio per aiutare. Subito. Solidarietà. Così è stato nei periodi delle grandi tragedie e drammi che hanno colpito questa piccola fetta di terra d'Europa. Che ha conosciuto due guerre mondiali, con il Friuli non spettatore, ma suo malgrado, attore. Così è stato con eventi diabolici, come la tragedia del Vajont, così come è stato con il terremoto del 1976. Una terra che non cerca di compiacersi, che non ha bisogno di sentirsi dire quanto siamo bravi o più fighi o meno fighi degli altri. Si va oltre, si va avanti, insieme. Il dolore delle vite sottratte cinicamente da questo mondo è e rimarrà vivo, ma la forza di rialzarsi in breve tempo, senza perdere tempo in giustificati lamenti, che questa terra continua a dimostrare, generazione dopo generazione, è più unica che rara. Il sole splende lì dove una frana h...

Oltre 75 mila firme per richiamare l'ambasciatore italiano dall'Egitto. Un fatto senza precedenti. Non ci sono più alibi

A volte ci si chiede se veramente dalle parte di Roma qualcuno credesse possibile una collaborazione egiziana sull'omicidio di stato di Giulio. Vien da chiedersi se veramente credono alle illusioni made in Egypt oppure semplicemente fanno finta. Non saprei tra le due quale sarebbe la peggiore delle ipotesi. Ora, però, di alibi non ve ne sono più. L'Egitto scrive nel proprio sito istituzionale governativo che l'Italia appoggia il sistema di potere nato dal 30 giugno. Quella fantomatica rivolta che porterà al colpo di stato del luglio 2013 e alla caduta di Morsi. Ricordiamolo, unico presidente democraticamente eletto nella storia egiziana. Gli affari, il business, con l'Egitto di Al Sisi sono incrementati in modo pazzesco da quando il generale ha preso il potere. Così come è cresciuta in modo potente la fuga degli egiziani all'estero per richiedere asilo politico. Egitto supportato dall'America di Trump. E' forse lì che bisognerà iniziare a spostare il mirino delle attenzioni, con la futura presidenza americana, che si auspica non sia più quella reazionaria di Trump, che possa magari fare le giuste pressioni verso la dittatura egiziana. Perchè l'Europa è totalmente inesistente, ha perso ogni credibilità e l'Italia non ha fatto tutto quello che doveva fare per la verità per Giulio. E da soli non riusciremo ad ottenere nulla dall'Egitto. Serve realizzare un sistema di pressioni internazionale. E noi dobbiamo essere il primo Paese a dare il giusto esempio. Mantenere l'ambasciatore in Egitto non è servito alla verità per Giulio, ma semplicemente a legittimare politicamente  i rapporti con la dittatura egiziana. Gli affari tanto possono continuare anche senza la presenza dell'ambasciatore, ciò è successo durante il primo richiamo. Ma è innegabile dirlo che dal punto di vista politico non sarà più la stessa cosa. La magistratura egiziana ha perso la sua indipendenza. Risponde direttamente alla presidenza egiziana. In questo Egitto non ci sono le condizioni oggi di alcuna normalizzazione dei rapporti. Il richiamo dell'ambasciatore è l'unica cosa da fare. Non ci sono più scuse. Oltre 75 mila sono le firme dei cittadini per chiederne il richiamo. C'è stato un boom di firme dopo l'ennesima presa in giro del primo luglio. Si arriverà probabilmente a quota 100 mila firme. Forse anche oltre. Tutto ciò è un fatto senza precedenti. E non si può far finta di nulla.
mb

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