Che fine ha fatto la fantomatica prigione di Moro di via Massimi?

Ne avevamo parlato anche su queste pagine, pur esprimendo delle perplessità, su quella che poteva essere stata la prima prigione di Moro, in relazione all'inchiesta del giornalista Zatti della Rai. Il reperto 777 sarebbe stato determinante per indicare la Loyola University di via Massimi. Ma, come già era stato segnalato dal gruppo 16 di marzo e poi in un post significativo pubblicato su insorgenze.net si è sostanzialmente smentito in modo evidente che il reperto 777 corrispondesse a Loyola University. La location era invece la prigione di Ascoli Piceno. Bisognerebbe sul punto chiedersi perchè Morucci avrebbe fatto quel disegno, per quale scopo, e chi gli aveva fornito i dettagli di quel sito carcerario. Altro discorso, è invece, la questione della prima prigione di Moro. Effettivamente non si può escludere che presso la Loyola University possa essere stata la prima temporanea prigione di Moro. Ma la cosa sconcertante è che si è passati dal parlare per alcuni giorni con tanto di s...

Quando una città intera si stringe intorno ad una persona. Il caso D'Agostino deve far riflettere

Poche volte nella storia di Trieste e della nostra regione è accaduto quello che sta accadendo in queste ore. Mi riferisco alla solidarietà verso Zeno D'Agostino. Non si vuole qui entrare nel merito della questione della macchina della giustizia. L'Italia è il Paese dell'Azzeccagarbugli mica a caso. La decadenza sancita dall'ANAC per presunta incompatibilità ha scosso una città intera verso una persona che in cinque anni ha risollevato, a detta di tanti, in modo impressionante le sorti del porto di Trieste. Trieste è una città portuale, è la sua identità quella portuale, è la sua storia. Un porto ora dormiente, ora vivace. Posizione strategica, che fa gola a diverse bocche da sfamare ma anche che rischia di essere soffocato dall'ingordigia della rivalità politica, di chi bada al proprio orticello, e non al bene comune, cioè al bene di Trieste.

La reazione nel senso di risposta che c'è stata verso D'Agostino è semplicemente impressionante. Dai lavoratori scesi in strada a manifestare, alla solidarietà di tutti i sindacati, a quella praticamente di tutte le forze politiche, passando da petizioni di solidarietà.

Forse solo il Presidente della Repubblica è riuscito ad unire così tante anime diverse e contrapposte. Non conosco D'Agostino di persona, ma i numeri del porto di Trieste parlano di una realtà in crescita in modo rilevante. Certo, non si è ai livelli di quando Trieste giunse ad essere il 7° porto del mondo ed il 2° porto del Mediterraneo dopo Marsiglia, per movimentazione di merci. Ma si è confermato in vetta in Italia Trieste è il primo porto in Italia, lo scalo conferma il primato nazionale grazie anche al raddoppio della merce trasportata via ferrovia. Ma la strada tracciata pare essere quella giusta per far ritornare Trieste lì dove merita. Mentre in città c'è chi sogna o fantastica su cosa si potrebbe o non si potrebbe fare, si perde nel dilemma amletico triestino del se pol o no se pol, c'è chi ha fatto qualcosa di importante per la città. Si teme un ritorno al passato non rimpianto certamente da chi vuole il bene della città, questo lo si è ben capito.
Il caso D'Agostino, perchè di questo trattasi, deve comunque far riflettere su quanto stia accadendo e sulla solidarietà trasversale che si è manifestata nei confronti di una persona alla guida del vero timone della città.

mb

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