Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

La presa in giro italiana con l'Egitto. Dare un colpo al cerchio e uno alla botte

Ma veramente c'è qualcuno che crede possibile che questa dittatura egiziana che da quattro anni e mezzo prende in giro una nazione intera sull'omicidio di stato di Giulio, possa ora cambiare rotta? Ora che la commessa della vergogna sta andando in porto? E per quale diamine di ragione dovrebbe mai farlo? E poi sinceramente non si capisce il perchè l'Italia da un lato debba armare una malefica dittatura che annienta i diritti umani e liquida come minaccia per la sicurezza nazionale o terrorista tutto ciò che la può ostacolare anche minimamente, e dall'altro debba pretendere che quella dittatura possa consegnare mandanti ed esecutori dell'omicidio di stato di Giulio. Non c'è alcun nesso logico in tutto ciò. Nessuno.  E' una cosa priva di senso. Stiamo assistendo all'ennesima presa in giro italiana più che egiziana. Perchè gli egiziani sappiamo bene come si sono comportati e da costoro non ci si aspetta più nulla, se non ulteriori prese in giro, ma il problema è l'Italia. Armare una dittatura come quella egiziana è un qualcosa di sconcertante. Eppure non viene messo in discussione, salvo le solite voci contrarie che non sono in grado di bloccare questa operazione, perchè semplicemente non si hanno gli strumenti per farlo. Insomma, un colpo al cerchio ed uno alla botte, dalla parte egiziana se la ridono, e noi qui a fare la parte dei fessi. Le cose sono due. O ci credono veramente a quello che fanno, e allora vien da dire, in che mani siamo, oppure mentono sapendo di mentire.
mb




















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