Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Non sta andando nulla bene e non ne stiamo uscendo migliori

Mentre eri dentro un film horror con tanto di zombie che ti inseguivano c'era chi, nel bene o nel male, ha creato la grande illusione degna del miglior Houdini dell'andrà tutto bene. Migliaia di morti, milioni di contagiati potenziali, una catastrofe economica e sociale che la crisi del 2008 era un niente rispetto a quello che qui si prospetta. Andrà tutto bene e ne usciremo migliori. Inondati di filmati di città silenziose, vuote, con gli spazi conquistati dalla natura, dagli orsi, ai lupi, dagli squali, ai delfini, e chi più ne ha più ne metta, zero inquinamento. L'Italia è stata l'unica nazione al mondo a fermarsi per due mesi, altri Paesi si son fermati per qualche settimana nella peggiore delle ipotesi.  Dei morti non interessa più a nessuno. Si è passati dall'estremo dell'emozione dei camion militari che trasportavano le bare  al quasi chi se ne frega. Un pò similmente con quello che è successo con i concorsi dalla città che non si ferma a dateci l'esercito per fare stare la gente a casa. Ritorna l'inquinamento, gli animali spariscono, oppure si registrano stragi come quella accaduta nell'isontino con 2 milioni di api fatte fuori.  Ci siamo lasciati con la scorta a Liliana Segre e riprendiamo la normalità con il rischio della scorta per Silvia Romano. Aisha. Tanto da far pensare che forse era più sicura nelle mani dei sequestratori che in Italia. Un Paese che ha scatenato tutto l'odio e la frustrazione sociale che in questi due mesi è ribollita in pentola e deve cercare degli obiettivi da colpire. Per sfogarsi. Silvia è stato quello perfetto. Prima di tutto è una ragazza, ed in un paese maschilista come il nostro non è una cosa da poco conto, è una volontaria che operava in Africa, e in un Paese dove il razzismo e il sentimento fascista è dilagante è un guaio serio. Ritorna convertita, all'Islam. E in un Paese dove si va in piazza  nella manifestazioni politiche con i Rosari è la bestemmia perfetta. E soprattutto ritorna viva e si paga un riscatto. Se fosse ritornata con un Rosario in mano forse l'avrebbero fatta santa. Se non fosse ritornata affatto per molti di costoro non sarebbe stato un problema. In Italia l'odio c'è. Non è più carsico. Sta venendo fuori. E il peggio deve ancora venire. I segnali ci sono tutti. No, non sta andando nulla bene, non ne stiamo uscendo migliori.

mb

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