Lo spirito di solidarietà del Friuli

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  Dopo la tempesta, potente, imprevista, sconvolgente, la classica quiete, che sa di beffa. Il sole, il silenzio, il rumore di chi spala fango, di chi si è attivato senza battere ciglio per aiutare. Subito. Solidarietà. Così è stato nei periodi delle grandi tragedie e drammi che hanno colpito questa piccola fetta di terra d'Europa. Che ha conosciuto due guerre mondiali, con il Friuli non spettatore, ma suo malgrado, attore. Così è stato con eventi diabolici, come la tragedia del Vajont, così come è stato con il terremoto del 1976. Una terra che non cerca di compiacersi, che non ha bisogno di sentirsi dire quanto siamo bravi o più fighi o meno fighi degli altri. Si va oltre, si va avanti, insieme. Il dolore delle vite sottratte cinicamente da questo mondo è e rimarrà vivo, ma la forza di rialzarsi in breve tempo, senza perdere tempo in giustificati lamenti, che questa terra continua a dimostrare, generazione dopo generazione, è più unica che rara. Il sole splende lì dove una frana h...

A Trieste fare gli auguri in sloveno proprio, proprio no se pol...ma c'è il greco


Niente da fare. Non ci riescono. Ma proprio non ci riescono. E' vero che ci sarebbe una legge che contemplerebbe l'esercizio del bilinguismo anche nella città di Trieste. Ci sarebbe, ma viene applicata per non essere volgarissimi, alla ad minchiam. Che gli sloveni ed il ceppo linguistico slavo facessero parte delle radici di Trieste, non conta un fico secco.  Un Pelinkovac e il fico secco indigesto va giù.
E neanche a natale si è più buoni. Altro che a natale puoi. Ma che. Figurarsi. Zero concessioni. Mentre l'attenzione si è totalmente focalizzata sulla stella cadente al contrario, per non farla cadere, farla resistere alla bora, e qui si potrebbe scrivere una storia tipicamente triestina, o meglio raccontare una storia tipicamente triestina,  tra chi tifa bora e chi rimane ipnotizzato dalla cometa al contrario, non può però non attirare l'attenzione quella solita fila di alberi di natale, scelti uno ad uno, pare, di persona, personalmente, per dirla alla Catarella, personaggio di Camilleri nella serie del Commissario Montalbano. A partire o forse a finire  dalle scritte con cui si fanno gli auguri, sono in italiano, in inglese, una è anche in greco, ma probabilmente trattasi di recupero di vecchio cartoncino, di quando gli auguri erano in più lingue, visto che è scolorito rispetto agli altri in uso in piazza dell'Unità in questo natale 2019, ma in sloveno, proprio, proprio no se pol. Anche se c'è chi dice  con sarcasmo che trattandosi di alberi arrivati da un vivaio croato, stante le tensioni diplomatiche per il golfo di Pirano, tra Slovenia e Croazia,si è preferito non fare gli auguri in sloveno.


E poi a ripetere tutti, a memoria, come un nastro registrato, come quella musica che per ore allieta o stressa i triestini del centro che devono sopravvivere a questo natale, che questa è una città multiculturale, mitteleuropea, e bla, bla, bla. Certo. Come dire che anche pinguini amano il deserto, no?  E qui il pinguino Marco, che poi era anche una femmina, di Trieste, chissà cosa avrebbe da dire.

mb

Commenti

  1. Grazie Barone, per sensibilizzare l'opinione pubblica che a Trieste vige ancora il fascismo, dove si può parlare in tutte le lingue meno che nella seconda lingua locale lo SLOVENO....lingua ufficiale quanto quella italiana , almeno dal 1867 per Costituzione austroungarica e poi dal 1918 vietata prima dal Regno d'Italia, poi dal fascismo italiano e ripristinata dal Trattato di Pace del 1947 (All.6 art.7), ma come si vede......ancora non applicato!!!!!!Ed è tutto normale!!!! Anche nella stazione ferroviaria di Trieste i bigliettti si possono fare (leggere) in tutte le lingue (anche x il treno per Ljubljana), compreso il cinese, arabo e altri.....ma non in sloveno!!!!!! E' uno scandalo e poi si parla della "pulizia etnica" delle "foibe".......Ma questo cos'è?

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  2. però Natale dura fino alla Epifania Ortodossa ! Per ordine comunale !!! ( filoserbi ??? :-) )

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