Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato, tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193
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Grazie anche alle critiche su TripAdvisor e nei social dalla fontana del Giovannin de Ponterosso di Trieste ritornerà a sgorgare acqua
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Nelle cose da vedere a Trieste nel noto sito TripAdvisor viene segnalata anche la bellissima fontana del Giovannin o Giovanin. Solo 10 recensioni ed una media di 3.5 su 5. Avrebbe potuto ottenere di meglio. D'altronde i commenti ben fotografano lo stato delle cose, nonostante gli interventi di restauro siano stati anche recenti. C'è chi scrive ad esempio:
da vedere anche questa Fontana del Giovannin in Piazza Ponterosso a
Trieste...con al centro la statua di un puttino...peccato sia senza
acqua!!..
Si trova nella piazzetta davanti al Ponterosso sul Canal Grande , se fosse tenuta meglio sarebbe una bella Fontana
Per definizione, da una fontana si dovrebbe vedere zampillare l’acqua, da questa no.
Ed è un peccato perché la fontana, eseguita a metà del millesettecento, è bella.
Tra
le altre cose, la fontana fu progettata per fornire acqua alla
popolazione e per abbeverare i cavalli delle persone di passaggio.
La bellissima fontana pur essendo abbastanza ben conservata è priva
d’acqua quindi la sua funzione e il suo aspetto complessivo è deturpato
Si chiamava del Giovanin perché in zona le donne delle bancarelle di
frutta la adornavano con fiori per la festività di San Giovanni .
Commenti e critiche non passati sotto la lente dell'indifferenza, visto che è stata approvata una mozione in Consiglio Comunale con la quale si impegna il Comune ad attivarsi affinché questa fontana ritorni ai suoi vecchi splendori e soprattutto recuperi la sua funzione di fontana. Quella che a Trieste ad alcune fontane viene negata da tempo.A partire da quell'obbrobrio della fontana dei quattro Continenti di piazza dell'Unità che se "rottamata" non se ne sentirebbe di certo la mancanza di quella bruttura.
Fontana detta del Giovanin o del Giovannin, quella di piazza Ponterosso, così chiamata, si racconta, dalle venditrici ambulanti che frequentavano quella piazza perché la decoravano di fiori nel giorno di San Giovanni, ma oltre ad essere "religiosamente"simbolicamente importante, lo divenne, si racconta anche politicamente. Quando venne ucciso il re Umberto il putto venne vestito di drappi neri. Anche se questa statua venne realizzata nel periodo felice di Trieste, quello dell'Impero AustroUngarico, che con l'Italia aveva poco da spartire, intorno al 1750. Ma il nome Giovannin de Ponterosso in realtà è più probabile che sia dovuto, come si legge nella guida Trieste, Odos Libreria editrice,a cura di Valentina Bassanese, al rione in cui si trovava l'acquedotto fatto costruire da Maria Teresa a San Giovanni, che alimentava quella fontana. Ma non è neanche da escludere che quel Giovannin come qualcuno racconta possa essere un modo triestino, di ringraziare in modo coccolo l'autore del putto, il cui nome era appunto Giovanni Carlo Wagner.
I triestini meno social si domanderanno, ma dovevano servire quei quattro commenti su internet per far sgorgare l'acqua dalla fontana storica di piazza Ponterosso di Trieste?
Il 13 novembre in tutto il mondo si celebra la Giornata Mondiale della Gentilezza, nata da una conferenza del 1997 a Tokyo e introdotta in Italia dal 2000. Per questa propongo una storia per le classi di scuola primaria. La storia che segue, ambientata a Trieste, ha per protagonisti tre supereroi ed una nonna, Rosellina. Il disegno è stato fatto in una classe di una scuola dove la storia è stata letta. mb I tre supereroi e la nonnina Rosellina C’era una volta, anzi no. C’erano una volta tre supereroi. Avete presente quelli con i super poteri che si vedono nei film? Nei cartoni animati? Nei fumetti? Sì, proprio loro. E si trovavano in una bellissima città italiana, Trieste. Non erano mai stati prima a Trieste. Rimasero stupiti nel vedere quanto era lungo il molo sul mare, e quanto era enorme la piazza con due alberi di due navi dove sventolavano le bandiere, ogni tanto. Dopo essersi fatti un selfie sul molo Audace che è costruito sui resti di una vecchia n
Come calcolare capienza di una piazza durante manifestazione? La matematica non è una opinione qualcuno disse... 1) per un calcolo della superficie e della capienza, il limite preso di misura è un numero di 4 persone/mq, 2) Piazza del Popolo ha una metratura di di 17.100 mq con una capienza massima e teorica di 68.400 ; 3) Piazza san Giovanni ha una superficie di 39.100 mq, con una capienza totale, quindi, di 156.000 persone. Direi che è arrivato il momento di non dare più i numeri... Marco B. MANIFESTARE A ROMA, QUANDO I PARTITI DANNO I 'NUMERI' - La fisica, con il principio della impenetrabilità dei solidi, insegna che due oggetti non possono occupare lo stesso spazio. Eppure c'é chi ritiene che questo classico teorema non si applichi alle persone, soprattutto se convocate in un determinato luogo ad esprimere pubblicamente la loro opinione politica. Fuor di metafora: quando si tratta di conteggiare i partecipanti alle manifestazioni, i partiti "danno i numeri"
Bruxelles, come è noto, è sede delle più importanti istituzioni dell'Unione Europea. Una città affascinante, particolare, simbolo dell'alta borghesia, dove architettura moderna e tradizionale cercano, con poco successo, di convivere. L'Unione Europea rivendica spesso principi che ruotano intorno alla dignità delle persone, no alla donna oggetto, penso per esempio alla Risoluzione sulla discriminazione della donna nella pubblicità del 1997 al cui punto 10 si scriveva testualmente che il Parlamento europeo invita il settore della pubblicità a rinunciare in concreto e interamente a sminuire la donna a oggetto sessuale dell'uomo attraverso espedienti tecnici e raffigurazioni immaginose come il ridurre il ruolo femminile alla bellezza fisica e alla disponibilità sessuale . Certo, comprensibile. Ma a pochi minuti dal Parlamento europeo esiste un vero e proprio quartiere a luci rosse. Esistono anche agenzie di escort, club privati-scambisti, e donne in vetr
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