La salvaguardia del verde sia la principale opera pubblica

Per ogni albero tagliato, uno nuovo deve essere piantato! Questo è il principio che fin dall'800 ispira la politica del rimboschimento in Svezia e ben due terzi del Paese sono coperti da foreste. Il FVG è una regione meravigliosa, però in sofferenza anche a causa delle problematiche dovute ad un clima sempre più caldo. Cambiamenti climatici o meno una certezza c’è, i nostri Comuni devono dare la priorità alla cura del verde. Sia questa la principale opera pubblica da sostenere. Mettere da parte altre opere, che al momento sono da considerarsi come secondarie e investire nel verde. A partire da Ronchi che da decenni se la passa male e dove sembra più di attraversare un cimitero di tronchi che un parco urbano in evidente sofferenza. Ronchi ha le potenzialità per divenire un giardino pubblico in stile inglese, ma ad oggi siamo solo nel mondo dei sogni. Servono interventi propositivi e non polemiche o strumentali. Ciò che è stato è stato, serve una visione e una volontà che sia final...

Se anche lo sguardo più innocente di Trieste sa di irredentismo


Mi stavo interrogando se a cent'anni di distanza da quando il Liceo Oberdan venne in sostanza intitolato a Gugliemo Oberdan, fosse giusto collocare una targa che celebrasse altri valori da seguire come esempio sui muri di quella scuola. Scuola intitolata ad Oberdan, su decisione del collegio docenti di allora, nel periodo in cui fioccavano intitolazioni irredentistiche e nazionalistiche.



La targa venne apposta, per ricordare colui che fu allievo dal 1869 al 1877 negli spazi di quella scuola, il 20 dicembre del 1920, nell'anniversario della sua morte. C'è una copia della sentenza della condanna a morte "mediante capestro", un busto di Oberdan e soprattutto una targa che nel ricordare l'intitolazione evidenzia il "fulgido esempio" che lui rappresentò. Certamente gli esempi a cui far riferimento oggi a cent'anni di distanza sono ben altri. Non quelli di Oberdan.
Nel mentre di ciò, preso dai pensieri, mi sono imbattuto camminando per le vie di Trieste, in via Bellosguardo, dopo aver intravisto quel gioiellino nascosto della chiesa di N.S. di Sion, progettata da Laborey e benedetta nel 1899. Situata in via Don Minzoni. 
Via dedicata ad  una delle  vittime delle più brutali aggressioni compiute dallo squadrismo fascista in cui venne coinvolto anche un legionario di D'Annunzio. Legionario che nel fascismo, insieme ad altri  camerati legionari, avrà un ruolo di spicco nel regime fascista. Via Bellosuardo. Ignota ai turisti, eppure è una via il cui nome, appunto, dice tutto. Una via passionale, per scorgere all'improvviso un pezzetto d'Istria, di porto di Trieste, e di golfo. Tra le case. La vera Trieste è questa, quella ignota al turismo omologato. E per quanto innocente questa via, anche qui scorgi una prospettiva irredentista che ha marchiato Trieste in lungo e largo. Un leone alato all'incrocio,con una non casuale via Combi nel momento in cui si intravede un frammento di scorcio d'Istria. Combi, fu un noto irredentista capodistriano, uno dei primi irredentisti d'Istria.

mb

 

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