"Chino il capo davanti alle vittime
dell'attacco su Wielun, di fronte alle vittime polacche della tirannia
tedesca, e chiedo perdono",
ha sostenuto il capo di Stato tedesco in Polonia durante la cerimonia che ricordava l'ottantesimo anniversario dell'aggressione alla Polonia dalla quale scaturirà la seconda guerra mondiale. "Non
dimenticheremo mai, vogliamo ricordare e ricorderemo". Ha concluso. La Germania da decenni ha avviato processi di perdono, scusa, riconciliazione. E questi processi sono stati importanti. A partire dalla vicenda di Norimberga, simbolicamente enorme nella sua portata, cosa che in Italia non si è neanche sfiorata. Anzi, vi è stata l'epurazione al contrario per contrastare il "pericolo rosso".
Certo, non tutto è stato perfetto in Germania. Anzi. E le conseguenze le vediamo oggi. Quello che accade nella Germania dell'Est, in armonia con tutto quello che succede verso Est. Con i neofascismi che ritornano e vengono sdoganati con serenità. Con le violenze contro gli ebrei che ritornano, contro i migranti, gli omosessuali e non solo. Ma la Germana storicamente ha chiesto perdono. L'Italia, no. Non lo ha mai fatto. A partire verso i vicini sloveni. Contro cui furono avviati tentativi di pulizia etnica. Non era tanto solo la questione del divieto di parlare la propria lingua, già di per sè gravissimo come fatto. Ma di voler annientare l'identità slovena e tutto ciò che avesse radici slave, perchè considerate inferiori, bastarde, schiave. Forse a dirla tutta si è tratto di un qualcosa di molto più ampio rispetto alla canonica pulizia etnica contro lo sloveno perchè colpiva tutto ciò che fosse "slavo" e vicino agli "slavi". Concetti di odio introdotti a partire dal fascismo prima del fascismo, con la marcia su Fiume. Su
Radiocapodistria si è dato grande spazio ad una richiesta che arriva sul punto:
“Quando il Capo dello Stato, così come ha fatto quello tedesco,
chiederà scusa in sloveno alla nostra comunità per la dittatura fascista?”.
Questa la domanda che pone in questi giorni sui social Rudi Pavšič, ex
presidente dell’SKGZ, une della due organizzazioni rappresentative degli
sloveni in Italia, ed oggi giornalista del Novi Matajur.
Dei passi sono stati fatti, ma siamo lontani dal sentire chiedere scusa, perdono, perchè fare ciò significa riconoscere quello che ancora oggi dai più viene negato, quale l'idea di spazzare tutto ciò che fosse "slavo", in particolar modo sloveno, da questo territorio. E siamo oramai a cent'anni dall'assalto del Narodni dom di Trieste, forse nel 2020 questo passo verrà compiuto? Si chiederà perdono agli sloveni per quanto commesso dagli italiani "brava gente"? Si chiederà perdono per l'occupazione dei Balcani? Per le violenze compiute nei Balcani? Per i crimini di guerra e contro l'umanità compiuti nei Balcani? Mai puniti?
mb
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