Finalmente si ritorna a parlare di scuola dopo il caso della maturità

La reazione spropositata che si è registrata per la questione dell'orale all'esame di maturità,dimostra che in Italia bisogna riprendere in mano la questione scuola con una profonda rivoluzione culturale stile '68 quella che fa tanto paura a chi ideologicamente sta impostando da tempo una scuola pubblica sempre più votata a servire il sistema che a forgiare menti critiche e pensanti. Ordine, disciplina e non pensiero critico. Il dissenso? Si reprime. Finalmente si ritorna a parlare di scuola dove i problemi di ieri sono rimasti irrisolti a cui si sono sommati quelli della società più spietata e individualista di sempre. L'autorevolezza a scuola non la si ottiene solo aumentando gli stipendi del personale. Che sono bassi per non dire indecenti se si pensa a quelli degli ATA. Il rispetto non lo si ottiene inasprendo le norme. La scuola di oggi è un supermercato dove le famiglie hanno un potere di ingerenza spropositato. Addirittura adesso possono anche scegliere il docent...

Il capo di D'Annunzio, tra il seno di Giulietta, schiaffetti alla Benny Hill e le "bombe"dei cocai e piccioni

Cosa fatta capo ha. Questo disse D'Annunzio appena occupata Fiume per sottrarla ai suoi nemici croati che considerava di razza inferiore e non all'altezza di governare la bella Fiume. Ci pensò D'Annunzio con i suoi 16 mesi di dittatura insieme ai suoi fedeli italianissimi effettivamente a elevarla a rango di El Dorado. La distrusse praticamente. Intanto, a Trieste, ci si interroga, sul vero dilemma. Che non è tanto il cazzotto diplomatico subito in modo potente dalla Repubblica di Croazia. Ma che farne del capo della statua di D'Annunzio? Per rimanere in tema di capo, insomma
Sul Piccolo di Trieste, Giovanni Tomasin ha scritto che molti si avvicinano per una toccatina ricordo al capo del Vate. E viene subito in mente quella strabiliante tradizione che ad esempio si è accanita sul seno di Giulietta, di Verona a Monaco, ma pare che la stessa tradizione si ripeta  a Chicago,a Bangkok,a Ningbo in Cina.
La si tocca usurando il seno, tanto che è diventato di un color diverso, come buon auspicio. Con una grande concentrazione di batteri probabilmente, pace dell'anima sua. Il punto è se siamo certi che toccare il capo di D'Annunzio sia di buon auspicio. Non solo perchè è la statua più contestata della storia di Trieste a cui si augura vita breve e di vederla presto rinchiusa in qualche magazzino, visto ciò che rappresenta, ma per quanto accaduto proprio a lui, al "duce divino" come si faceva chiamare D'Annunzio a Fiume.  D'Annunzio scelse di partire l'11 settembre per occupare Fiume perchè l'11 era il giorno della beffa di Buccari. Ma ebbe un virus intestinale, pare, sicuramente la febbre, in quel giorno scelto e dovette ritardare la partenza alle prime ore del 12 settembre anche per questi motivi oltre al fatto perchè i camion non arrivavano. A Fiume venne cacciato a cannonate, cercarono anche di accopparlo in stile Giulio Cesare, e alcuni suoi legionari nel fuggi fuggi generale lo derubarono pure. Sparirono parecchi soldi e documenti importanti dalla sua cassaforte. Insomma, lui distrusse Fiume, i croati subirono quello che subirono e soprattutto fu una sorta di "impresa" sfigatissima. Che poi spalancherà le porte al fascismo. Dunque, non è proprio un bell'auspicio toccare il capo di D'Annunzio, visto che quella statua celebra la marcia su Fiume. Il rischio che porti sfiga c'è.
C'è chi come Aldevis Tibaldi si domanda "se istighi anche schiaffetti rapidocefalici alla Benny Hill".
O chi inizia a condividere in rete manuali per piccioni che se la vedranno con i mitici cocai di Trieste su come cercare di fare centro sul capo di quella statua durante un sorvolo. Un pò per riprendere le gesta dannunziana che su Trieste non gettò solo volantini ma anche bombe nella zona dei cantieri. E dunque un bombardamento da parte di cocai e piccioni è forse da mettere in conto.

mb 
fonte foto rete 

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